Scrittori da (ri)scoprire – Elsa Morante
Nonostante il grande successo di alcuni suoi romanzi, anche Elsa Morante (Roma, 1912 – Roma, 1985) fa parte del nutrito gruppo di autori e autrici che sembrano aver perso la capacità di attrarre i lettori, sempre in bilico tra un passaggio alla categoria dei “classici” irrinunciabili e un oblio definitivo.
La scrittrice nasce a Roma poco prima della Grande Guerra in una famiglia decisamente insolita: la madre, Irma Poggibonsi, è una maestra ebrea, il padre, Augusto Morante, è sorvegliante in un istituto di correzione, ma in realtà Elsa e i suoi fratelli sono stati concepiti dalla madre con Francesco Lo Monaco, un impiegato delle poste siciliano amico di famiglia. (Un fratello di Elsa, Marcello Morante, sarà anche lui scrittore).
Già durante gli anni universitari Morante inizia a collaborare a qualche rivista, pubblicando poesie e racconti, anche per bambini. Nel 1936 conosce Alberto Moravia, già arrivato precocemente alla notorietà, nel 1941 lo sposa e nello stesso anno pubblica con Garzanti una prima raccolta di racconti, Il gioco segreto, seguito nel 1942 dal libro per ragazzi Le straordinarie avventure di Caterì dalla trecciolina, pubblicato da Einaudi.
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Per sfuggire all’occupazione nazista, la coppia Moravia si rifugia a Fondi, dove resterà fino alla fine della guerra. In quel periodo Elsa Morante traduce il Diario di Katherine Mansfield e inizia a scrivere il suo primo romanzo, Menzogna e sortilegio, che viene pubblicato nel 1948, vincendo il Premio Viareggio.
Negli anni successivi, grazie anche all’amicizia con Pier Paolo Pasolini, Morante s’interessa al cinema e collabora alla lavorazione di diversi film, come aiuto regista e scrivendo testi di canzoni per alcune colonne sonore. Nel 1957 esce il secondo romanzo, L’isola di Arturo, con il quale la scrittrice si aggiudica il primo Premio Strega attribuito a una donna.
Il matrimonio con Moravia finisce nel 1961, anche se i due non divorzieranno mai. Morante aveva già una relazione con il pittore americano Bill Morrow, che scompare tragicamente nel 1962 precipitando da un grattacielo: questa morte la colpisce nel profondo. Per alcuni anni lavora a progetti che resteranno incompiuti e pubblica qualche racconto, finché torna a dedicarsi a un romanzo importante, prendendo spunto dal periodo dell’occupazione nazista di Roma.
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Nel 1974 esce così La storia, considerato il suo capolavoro, che racconta le vicende di Idina, una maestra ebrea (personaggio forse ispirato alla figura materna) sballottata dagli eventi negli ultimi anni della Seconda guerra mondiale. Il libro ottiene un grande successo ma anche aspre critiche per la scelta di raccontare il periodo bellico dal punto di vista di personaggi minori, poveri, sfollati e soldati sbandati in lotta per la sopravvivenza, anziché occuparsi degli eventi più importanti:è una storia senza la esse maiuscola.
Poco tempo dopo l’uscita dell’ultimo romanzo, Aracoeli (1982), Elsa Morante inizia ad avere seri problemi di salute: prima si frattura il femore, quindi le viene diagnosticata una grave malattia, che la spinge a tentare il suicidio. Muore per un infarto nel 1985.
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Elsa Morante ha scontato per buona parte della sua vita il fatto di essere la moglie di Alberto Moravia, restando nell’ombra di un marito che era già all’apice del successo. Solo negli anni Settanta il suo talento è stato riconosciuto, anche se la sua personale visione storica le ha attirato molte critiche da entrambi gli schieramenti ideologici, ma La storia resta comunque uno dei più importanti romanzi del Novecento italiano.
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