Scrittori da (ri)scoprire – Antonio Tabucchi
Antonio Tabucchi (Pisa, 1943 – Lisbona, 2012), oltre che autore di grandi romanzi è considerato il massimo esperto italiano dell’opera del grande poeta portoghese Fernando Pessoa, che è stato conosciuto e apprezzato dai lettori italiani soprattutto grazie alle sue traduzioni.
Nasce a Pisa alla fine del 1943, proprio nei giorni in cui la città è sottoposta a pesanti bombardamenti e trascorre gran parte dell’infanzia a casa dei nonni a Vecchiano, un paese immerso nella campagna pisana, dove frequenta le scuole fino alla licenza media. Si avvicina in modo particolare alla lettura attorno ai quattordici anni, quando un lungo periodo di immobilità per guarire dai postumi di un incidente gli fa scoprire i romanzi di Stevenson, London e Cervantes nella biblioteca di uno zio.
Dopo aver frequentato il liceo a Pisa, nel 1964 segue per un anno i corsi di filosofia della Sorbona a Parigi. Qui acquista per caso su una bancarella la versione francese di Tabacaria, un poema pubblicato da Pessoa sotto il nome di Alvaro de Campos: questo libro fa sbocciare un grande interesse per l’autore e per la letteratura portoghese in genere in Tabucchi, che tornato in Italia si iscrive alla facoltà di Lettere a Pisa, dove qualche anno dopo si laureerà con una tesi sul Surrealismo in Portogallo.
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Nel 1965, nel corso del suo primo viaggio nel paese lusitano, conosce molti intellettuali locali, all’epoca spesso perseguitati dalla dittatura di Antonio Salazar, e la ragazza destinata a diventare sua moglie, Maria José de Lancastre. Dopo la laurea si dedica all’insegnamento, dividendosi tra corsi di letteratura italiana e portoghese, per la quale ottiene in seguito la cattedra universitaria a Genova.
Piazza d’Italia (1975) è il primo romanzo di Tabucchi: si tratta di una saga che vorrebbe riscrivere la storia d’Italia dalla parte degli umili e nei perdenti, nel solco di quella tradizione che comprende autori come Verga, De Roberto o Tomasi di Lampedusa.
Seguono negli anni successivi Il piccolo naviglio (1978), Il gioco del rovescio e altri racconti (1981), Donna di porto Pim (1983), ma il primo vero successo arriva nel 1984 con Notturno indiano, storia di un uomo che partendo alla ricerca di un amico scomparso in India finisce in realtà per cercare sé stesso. Il libro viene tradotto in diverse lingue, vince alcuni premi e nel 1989 diventa un film girato dal regista francese Alain Corneau.
Negli anni Ottanta Tabucchi divide sempre più spesso la sua vita tra l’Italia e il Portogallo, ormai libero dalla dittatura. Pubblica traduzioni e saggi su Pessoa, come Un baule pieno di gente (1990) e altri autori portoghesi e per un paio d’anni dirige l’istituto italiano di cultura di Lisbona.
Dopo Requiem (1992), romanzo scritto direttamente in portoghese e poi tradotto in italiano e Gli ultimi tre giorni di Fernando Pessoa (1994), esce il suo romanzo più celebre, Sostiene Pereira (1994), ispirato alla storia vera di un giornalista portoghese che Tabucchi aveva conosciuto a Parigi, dove l’uomo si era rifugiato per sfuggire alla dittatura di Salazar. Il romanzo vince il Super Campiello e numerosi altri premi, quindi viene portato sugli schermi l’anno successivo in un film diretto da Roberto Faenza e interpretato magistralmente da Marcello Mastroianni, diventando un simbolo della lotta dei giornalisti per la libertà di stampa nei regimi dittatoriali.
Anche La testa perduta di Damasceno Monteiro (1997) è ispirato a un fatto accaduto veramente, la storia di un uomo assassinato dalla polizia in un parco di Lisbona.
Nonostante il successo dei suoi romanzi, Tabucchi continua a considerarsi un professore universitario prima che uno scrittore. Scrive saggi, testi teatrali e molti articoli per le pagine culturali di diversi quotidiani.
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Si sta facendo sempre più tardi (2001) è un insolito romanzo epistolare che raccoglie una serie di lettere senza destinatario, mentre Tristano muore (2004) è la lunga confessione con cui un partigiano ferito a morte racconta i suoi dubbi e le sue speranze. Nello stesso anno 2004 ottiene anche la cittadinanza portoghese.
Testimone attento alle vicende della politica e della società italiana, Antonio Tabucchi non esita a schierarsi in occasione di diverse manifestazioni di protesta contro i governi di Berlusconi negli anni Duemila e nel 2009 è tra i primi collaboratori del nascente giornale Il fatto quotidiano. Pubblica ancora le raccolte di racconti Il tempo invecchia in fretta (2009), Viaggi e altri viaggi (2010) e Racconti con figure (2011), ma nel 2012 muore per un tumore a Lisbona ed è sepolto in uno dei cimiteri della città, in una cappella con altri scrittori portoghesi.
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