Scritti antisemiti di Céline, bloccata la pubblicazione
Gli scritti antisemiti di Céline tornano al centro di una vasta polemica che parte proprio dalla Francia, dove l’editore Gallimard aveva deciso di riunire l’intero corpus in un unico volume con l’intento di riprendere l’edizione canadese curata da Régis Tettamanzi.
La discussione appare simile a quella suscitata due anni fa dall’uscita nelle sale francesi del film Louis-Ferdinand Céline. Deux clowns pour une catastrophe (Louis-Ferdinand Céline. Due clown per una catastrofe). All’epoca per difendersi dalle varie accuse, il regista Emmanuel Bourdieu, che aveva lavorato al film a partire dalla sceneggiatura di Marcia Romano, aveva dichiarato:
«Questa coesistenza è ciò che affascina, disturba e causa problemi a tutti. Noi conosciamo la sua singolarità come scrittore che ha completamente rivoluzionato il romanzo del tempo e lo ha fatto da solo. Allo stesso tempo è caduto in questa strana ed estrema violenza. Contrariamente al suo genio, è diventato ordinario, triviale, volgare... il suo antisemitismo, il suo razzismo, tutte le sue riflessioni reazionarie ed estreme lo hanno letteralmente invaso».
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Questa volta però le polemiche sono state ancora più feroci. La decisione di Gallimard di ripubblicare in Francia in un unico volume dal titolo Écrits polemiques (Scritti polemici) i tre saggi in questione, Bagatelle per un massacro (1937), La scuola dei cadaveri (1938) e La bella rogna (1941) ha infatti immediatamente suscitato l’indignazione del Crif, il consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche, della Lega internazionale contro il razzismo e l’antisemitismo (Licra), dello storico Serge Klarsfeld, che hanno fin da subito messo in evidenza il pericolo di un «incitamento all’odio» presente nelle opere, come ben racconta Anais Ginori in un articolo pubblicato questa mattina su «La Repubblica».
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«In nome della mia libertà di editore e della sensibilità che ho maturato in quest’epoca, sospendo questo progetto considerando che non ci sono le condizioni metodologiche e memoriali per svilupparlo.»
È con queste parole che Antoine Gallimard ha comunicato alla stampa la decisione della sua casa editrice di interrompere la pubblicazione dell’opera.
Frédéric Poitier, prefetto delegato alla lotta contro il razzismo e l’antisemitismo, nel prendere atto della decisione dell’editore francese ha però dichiarato al quotidiano fondato da Scalfari che si tratta di «testi letterari, un vero e proprio delirio, un fiume di insulti verso gli ebrei».
Ma Gallimard ammonisce: «I pamphlet di Céline appartengono alla storia dell’antisemitismo francese più infame. Condannarli alla censura ostacola la ricerca delle loro radici e dell’ideologia di cui si nutrono, creando una curiosità malsana, mentre dovremmo poter esercitare la nostra capacità di giudizio.»
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Al di là di come siano andate le cose, resta il fatto che l’edizione canadese può essere facilmente acquistata su Amazon, come lo stesso Potier ha dovuto ammettere, e che di sicuro l’ondata di polemiche suscitata da queste opere dello scrittore francese apre non pochi interrogativi anche su una censura così lunga. Va ricordato infatti che gli scritti antisemiti di Céline non sono stati più ripubblicati dopo la seconda guerra mondiale.
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