Sbocchi professionali per laureati in Lingue
Gli sbocchi professionali per i laureati in Lingue sono abbastanza noti:
- Operatore linguistico in ambito Turistico-culturale.
- Traduttore e Revisore di testi in lingua straniera.
- Produttore e Programmatore di eventi interculturali.
- Mediatore socio-culturale.
- Interprete/Traduttore.
- Docente di Lingue e Letterature straniere.
- Assistente linguistico nelle Istituzioni italiane all’estero e nelle rappresentanze diplomatiche e consolari.
- Consulente per le lingue e i dialetti.
- Consulente nella ricerca medica per logopedia, audiologia, rieducazione alla parola, neurolinguistica.
Il punto però è che praticamente ogni voce dell’elenco è una professione a se stante e la Laurea in Lingue non prepara a nessuna di queste in particolare.
Sandra Bertolini, presidente dell’Associazione Italiana Traduttori e Interpreti (Aiti), nel corso di un’intervista per «L’Avvenire», ha posto l’accento su come la crisi, di fatto, abbia ulteriormente complicato il lavoro dei professionisti del settore per la diminuzione degli incarichi, la richiesta di riduzione delle tariffe e la concorrenza sleale compiuta per mano di chi, per ovviare la mancanza di occupazione, sfruttando vecchie conoscenze linguistiche, si è improvvisato traduttore o interprete. I corsi per la formazione in tal senso non mancano, anzi abbondano per numero e varianti. Ancora la Bertolini sottolinea che ciò è dovuto al fatto che in Italia queste professioni non sono regolamentate con un ordine o albo e quindi non è previsto un percorso rigidamente fissato dallo Stato che preveda un’abilitazione tramite apposito esame. Ecco che ancora una volta si riscopre la carenza di un’adeguata normativa e si ripete quanto detto per i laureati in Scienze archeologiche, in Conservazione dei Beni Culturalie in Storia dell’Arte.
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La conclusione dell’intervento della presidente di Aiti è tutto sommato ottimistica, in quanto è sua opinione il perdurare delle opportunità professionali. Suo suggerimento è di evitare di credersi o atteggiarsi a “tuttologi” cercando invece di studiare e specializzarsi quanto più possibile e solo a esperienza acquisita magari cercare di ampliare conoscenze e competenze ad altri settori. Che le possibilità occupazionali ci siano nonostante tutto è confermato dalla classifica stilata da Almalaurea che pone la Laurea in Lingue e Letterature straniere al 6° posto con una percentuale di occupati dell’80,4 e un guadagno medio di 937 €. Basta anche solo dare uno sguardo all’elenco della Società di Selezione internazionale Michael Page delle 10 Professioni più richieste del 2013 per rendersi conto di quanto sia importante e direttamente o indirettamente coinvolta l’ottima conoscenza delle lingue, in particolare di quella inglese.
Gli operatori di mosalingua.com invece, seguendo tre semplici criteri, hanno individuato le 7 lingue straniere più utili per un italiano, inglese a parte naturalmente. Sulla base della diffusione nel mondo, dell’interesse dal punto di vista economico e politico e della vicinanza geografica le lingue che un italiano dovrebbe conoscere per comunicare senza intoppi in tutti i contesti lavorativi sono:
- Francese.
- Tedesco.
- Cinese.
- Spagnolo.
- Russo.
- Arabo.
- Giapponese.
Su italiansinfuga.com e sul portale online del Corriere dell’Università si trovano indicazioni e riferimenti per opportunità di lavoro e stage in Italia e all’estero che possono risultare utili ai giovani laureati in Lingue alla ricerca di sbocchi professionali nel loro settore di studi. Conoscete qualcuno laureato in lingue? Ci raccontate le vostre o le loro esperienze?
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