“Routine is fantastic”: in difesa di donne e bambine rifugiate
Spiegare in poche battute cosa sia un rifugiato non è facile. A chi, come me, si occupa di cause umanitarie serve molto impegno per far capire a un interlocutore quello che perde un rifugiato in un minuto di tempo: affetti, casa, lavoro, dignità. A causa di persecuzioni, guerre, carestie, terremoti o tifoni un rifugiato deve lasciare il proprio paese, per farvi ritorno, ammesso che le condizioni lo rendano possibile, anche dodici anni dopo. I rifugiati nel mondo sono 36 milioni, di cui la metà donne e bambine. Da più di sessant’anni UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, se ne occupa, dando loro assistenza materiale (attraverso il trasporto e la consegna di viveri, acqua potabile, tende, assistenza medica e psicologica) e protezione internazionale attraverso la ricerca di soluzioni durevoli (il rimpatrio volontario, l’integrazione locale o il reinsediamento in un Paese terzo).
L’11 novembre 2013 è partita la campagna Routine is fantastic, che focalizza l’attenzione sulle donne e bambine rifugiate. Quello che per noi è scontato e magari anche banale, alzarsi al mattino e bere un caffè o lavarsi i denti con lo spazzolino, in un campo per rifugiati è molto difficile che accada. L’UNHCR fa in modo che le bambine vengono scolarizzate e le donne avviate al lavoro attraverso corsi professionali e la creazione del microcredito, perché è solo attraverso l’istruzione che un bambino/a può avere un futuro, riscattandosi dalla miseria, dallo sfruttamento o dal venire assoldato in un esercito.
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Venerdì 15 novembre 2013 dalle 18.30 in poi a Roma, in Piazza S. Maria in Trastevere, ci sarà il lancio di questa campagna. Si potrà assistere ad una vera e propria installazione. Chiunque si trovasse a passare da quelle parti, potrà fermarsi e dire di aver partecipato ad un evento che farà discutere molto i media.
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