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“Rosso Istanbul”: così Ferzan Ozpetek celebra la sua città natale

Ferzan OzpetekLa Turchia, un ponte tra l'Europa e l'Asia, e Istanbul, la «città rossa», come i tramonti sul Bosforo. Così le celebra Ferzan Ozpetek nel suo romanzo d'esordio Rosso Istanbul (pubblicato da Mondadori lo scorso 5 novembre). Un libro in parte autobiografico, incentrato sul rapporto tra il regista e la madre, uno scritto in cui trovano spazio molti dei suoi temi prediletti: l'amicizia, l'omosessualità, la perdita degli affetti più cari, così come la fragilità dei sentimenti (il «moderno amore liquido, lo chiamerebbe Zygmunt Bauman», come ha fatto ben notare Mirella Serri in un recente articolo su «La Stampa»).

In Rosso Istanbul non ricopre importanza solo la vicenda intima di Ozpetek. Lo sguardo è rivolto anche alla cultura turca, vista con gli occhi di un uomo che, a diciassette anni, decise di andare a studiare cinema in Italia. Una scelta portata avanti proprio grazie all'appoggio della madre, in opposizione alle volontà del padre, che avrebbe voluto il figlio studente negli Stati Uniti. In Turchia, le donne esercitano i loro diritti in modo concreto («Mamma e le sue amiche non predicavano nessun tipo di emancipazione, ma la praticavano») e forse per questo la figura femminile è così dominante, nel romanzo così come nella vita personale dell'artista. Al contrario, il padre è spesso assente, un uomo di grande cultura, ma anche imprevedibile, «capace di dissertare di Steinbeck e di Hemingway e dieci minuti dopo di prenderti a schiaffi».

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Ma c'è anche un altro argomento, quello dell'omosessualità, che Ozpetek evidenzia con forza nel romanzo, così come in tutti i suoi film: in particolare, la prossima pellicola sarà dedicata a Yusuf, amico e primo amore, morto suicida qualche tempo fa. Quando il padre del regista scoprì il legame, la reazione fu violenta e Ozpetek fu prontamente portato da uno psichiatra.

Sempre a «La Stampa», Ozpetek ha regalato una sua impressione sull'Italia, dove non è il rosso a dominare, come a Istanbul, ma «l'umor nero, la depressione», anche se, negli ultimi tempi, sembra si stiano registrando dei significativi miglioramenti.

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