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Romanzo della follia e della libertà. “Tyll” di Daniel Kehlmann

Romanzo della follia e della libertà. “Tyll” di Daniel KehlmannQuando leggo qualcosa di veramente buono provo a immaginare cosa ne sarà fra cinquant’anni. Non lo saprò mai perché fra cinquant'anni io non ci sarò, ma molti dei lettori di Kehlmann sì, e con loro voglio fare una scommessa. Scommetto che Kehlmann sarà un autore letto e apprezzato anche nella seconda metà del nostro secolo, e soprattutto per questo libro. Credo che La misura del mondo, e forse qualcos'altro che Kehlmann scriverà dopoTyll (Feltrinelli), accompagneranno più generazioni, ma Tyll sarà anche studiato per l'ingegnosa commistione fra storia e fantasia, e sarà considerato come un caso di scuola della letteratura. Naturalmente contribuisce l'arte della scrittura di cui l'autore austro-tedesco è innegabilmente un grande maestro, ma il motivo principale è che in questo libro Kehlmann ha forzato il romanzo storico come nessun altro prima, creando una commistione molto impegnativa, eppure ben riuscita, in cui le difficoltà non scoraggiano, ma esercitano uno stimolo vitale. Mette il lettore continuamente alla prova e lo costringe a pesare pagina dopo pagina la percentuale di fiction da separare dalla storia vera e propria. Cosa che accade in tutti i romanzi che incorporano una fetta più o meno grande della Storia, dove però il lettore di solito sa che la cornice storica, ovvero la base su cui poggia il romanzo, è autentica. In Tyll questa distinzione è ardua, per non doversi impegnare troppo il lettore può optare per l'interpretazione interamente da fiction, ovvero per il tutto frutto dell'invenzione, ma vedendo comparire comunque persone realmente esistite e avvenimenti storici riportati nei libri di storia non può mai abbandonarsi al piacevolissimo flusso delle parole. Di conseguenza vive il romanzo non da percettore passivo, da lettore che si accomoda, ma con un continuo impegno mentale e anche sentimentale che interiorizza e consolida la lettura, rendendola indimenticabile.

 

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Daniel Kehlmann, “l'enfant prodige della letteratura tedesca”, irrompe sulla scena letteraria mondiale nel 2003 con il suo quinto romanzo, Io e Kaminski (Voland, 2006), e diventa uno scrittore universalmente conosciuto appena trentenne, nel 2005, con il suo romanzo storico La misura del mondo, che solo in Germania vende 2,3 milioni di copie, e nel 2006 è il libro più venduto nel mondo. Seguono poi altri titoli che però non riescono a convincere completamente, fino a Tyll (nell'edizione italiana accompagnato da un per me incomprensibile sottotitolo, Il re, il cuoco e il buffone), che riceve un ottimo riscontro di critica quando il libro odora ancora di stampa, confermato anche dal notevolissimo successo commerciale e dalla rapidità con cui il romanzo viene diffuso in traduzione.

Romanzo della follia e della libertà. “Tyll” di Daniel Kehlmann

Till Eulenspiegel è un eroe popolare in Germania: i suoi sberleffi irriverenti veri e presunti fanno parte della tradizione, spuntano ovunque in mille forme. Dato per vissuto nel Trecento, compare per la prima volta in una raccolta del 1515 e da allora la sua storia è stata rielaborata numerose volte. Ma in fondo non possiamo nemmeno essere certi che sia mai esistito, se non è invece frutto della fantasia popolare depositata nei secoli; un personaggio che gli uomini e le donne vissuti in tempi in cui la scrittura era poco diffusa hanno creato per farsi giustizia, per esprimere il desiderio di fronteggiare, di prendere in giro chi nella vita reale non avrebbero mai potuto neppure sfiorare.

La Guerra dei trent’anni svoltasi fra il 1618 e il 1648, un altro caposaldo della trama di Tyll, è stata pure rievocata in molte opere a partire da Simplicissimus di Grimmelshausen del 1668, uno dei più grandi classici della letteratura tedesca. Parlare quindi di Eulenspiegel e della Guerra dei trent’anni possono rappresentare una novità per il lettore straniero, in nessun caso però per quello tedesco. Che fin da piccolo li ha ben saldi nella memoria e nell'immaginazione.

Romanzo della follia e della libertà. “Tyll” di Daniel Kehlmann

Kehlmann da sempre coltiva un mondo di illusioni, da bambino studiava da mago, non sorprende quindi la sua affezione all'illusionista Till Eulenspiegel, qui e altrove chiamato anche Tyll Ulenspiegel. Il protagonista vissuto nel 1300 in una storia del 1600 è comunque un avvertimento indiretto e schietto: leggere e credere coltivando il dubbio sul piano storico, ma riflettendo sui messaggi subliminali di cui il romanzo è ricchissimo. Tyll è il romanzo della follia e della libertà, in cui chi è ritenuto matto può farsi beffe di tutto. Invece di un racconto lineare l'autore tira dentro personaggi e filoni sempre nuovi che in qualche modo portano avanti anche il percorso di Tyll, fino a renderlo compiuto. Non è lineare nemmeno il piano temporale: la storia va avanti e indietro, eppure non spiazza lettore. Kehlmann ricorre a fonti, tuttavia le usa liberamente: non è fedele agli episodi descritti nel 1515 che è la sua prima fonte, utilizza in modo arbitrario Simplicissimus, e trasforma il romanzo intitolato Thyl Ulenspiegel di Charles de Coster del 1867, la sua terza fonte.

La trama è semplice e molto composita come un quadro di Bosch: Tyll è figlio di un mugnaio che per le sue curiosità e per gli interessi che tenta di coltivare senza mezzi e un'adeguata preparazione incorre nell'eresia. Il caso vuole che incontri dei gesuiti, pietre miliari nella storia culturale europea, che lo fanno condannare all'impiccagione. Tyll è costretto a scappare e porta con sé Nele, una giovane compaesana che non vuole arrendersi al destino che le riserverebbe la vita nel villaggio, e che ricorda la figura brechtiana di Madre Coraggio. Da girovaghi giocolieri percorreranno per lungo e per largo i luoghi della Guerra dei trent’anni, serviranno il Re d'Inverno, e Nele troverà marito prima di invecchiare, separandosi da Tyll. Un romanzo con dentro più romanzi e novelle, picareschi, barocchi, eppure moderni.

 

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Regaliamo Tyll a chi sostiene che il romanzo è morto. E ringraziamo Monica Pesetti per l'eccellente traduzione.

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