Rodolfo Valentino sul fondo dei bidet
Entrò in uno dei salotti, dove si teneva il grande cocktail; vi era la padrona di casa che salutò. Al centro stava il gruppo di Pietro con una ragazza nuova. Orazio iniziò, cessò di colpo la conversazione brillante con il resto del gruppo, si scostò di qualche centimetro dal gruppo e dalla ragazza; la valutò dai piedi alla testa, la ripercorse, con una spudoratezza stupita. La percorse ancora, tornò, silenzioso, nel gruppo. «Pietro» disse infine davanti a lei «chi è la stupenda creatura nuova?» Pietro spiegò che studiava storia dell’arte. «Io amo a fondo l’arte e la storia dell’arte» disse Orazio con parole dirette solo a lei, isolandola dal gruppo. «Poiché io ora fabbrico anche bidet e ritengo assurdo non invadere il mercato anglosassone, ho proposto ai miei direttori generali di porre sul fondo del bidet il ritratto di Rodolfo Valentino a occhi spalancati.» La ragazza ebbe un sorriso pudico, Oraziò si spostò di lato verso l’angolo del muro, continuando: «Ma ho consigliato i miei direttori generali di alternare il Valentino con la Venere di Cranach che trovo divina. Quella Venere è la donna che ho maggiormente desiderato nella mia vita».
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La ragazza lo aveva seguito verso l’angolo. Egli le cedette il passo e la collocò nell’angolo. «Pensa che per la vendita» disse la ragazza «sia più efficace la Venere o il Valentino?» «Perché lei non viene da me ad aiutarmi a risolvere questo problema su cui si sono incagliati tutti i miei direttori? Lei è intelligente e bella e io devo farle una confessione impeccabile.» Orazio si avvicinò ancora alla ragazza. «Quale?» disse la ragazza a un palmo da lui. «È una tragedia» disse Orazio. «L’intelligenza e la bellezza si escludono.» «Non sempre» disse la ragazza schiacciata contro l’angolo: con tutto il corpo straordinariamente sexy egli incombeva sul corpo di lei; appoggiò una mano al muro sfiorando con il braccio la spalla della studiosa di storia dell’arte, pronto ad appoggiare al muro l’altra mano e chiudere la ragazza.
[tratto da Ottiero Ottieri, I divini mondani, Guanda]
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