Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2017
Il nuovo rapporto sullo stato dell’editoria italiana relativo all’anno 2016, pubblicato da poco dall’AIE, l’Associazione Italiana Editori, è stato reso noto durante la Fiera del Libro di Francoforte.
La situazione che emerge, pur facendo registrare alcuni elementi positivi, non può non tener conto di un dato che ormai sembra essersi consolidato. In Italia si legge poco.
Nel rapporto infatti si riscontra che «nel 2016 il numero di persone che dichiarano di aver letto almeno un libro non scolastico (con più di 6 anni) ha ripreso a calare, con un preoccupante - 3,1%».
In particolare, il calo più preoccupante si registra tra i lettori deboli e occasionali (-4%), ma anche i lettori forti (che leggono più di 12 libri all’anno) sono in una fase di decrescita dello 0,4%. E a calare sono stati anche i lettori di sesso femminile e i ragazzi, il che rappresenta un dato preoccupante visto che finora avevano rappresentato la fascia di popolazione sempre più attenta ai libri.
L’AIE comunque sottolinea che «Non è chiaro quanto di questi risultati sia frutto di processi legati al diverso uso del tempo, di tecnologie mobile (smartphone), di sostituzione (dall’abbandono del libro alla lettura dell’ebook) o piuttosto di integrazione tra forme diverse di lettura effettuate su device differenti».
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Ma quest’affermazione sembra essere smentita dal fatto che rispetto al 2015 sono in calo anche le vendite di e-reader (-9,4%) e di tablet (-7,6%). La cifra infatti più alta viene spesa per l’acquisto di smartphone, parliamo di 3,6 miliardi di euro. Di questi, secondo l’AIE, «una parte sempre più consistente con schermi da 5”-7” e quindi con caratteristiche di portabilità e funzionalità maggiori. Queste caratteristiche hanno portato lo smartphone a diventare il device di riferimento per cercare e trovare informazioni, notizie, servizi e, sempre più spesso, leggere e-book e testi complessi».
A fronte del calo dei lettori, però non diminuisce né la produzione né il fatturato. Al punto che aumenta anche il numero delle case editrici che nel corso dell’anno hanno pubblicato almeno un titolo: +5,8% rispetto al 2015, salendo a 4.877. Per la produzione, nel 2016 le case editrici italiane hanno pubblicato 66 mila titoli a stampa, in linea con il 2015. «All’interno della varia (62.573 novità pubblicate nel 2016) si osserva la stabilità della fiction (+0,3%, compresa narrativa Young Adults), la crescita della non fiction pratica (manualistica: +3,9%) e una battuta d’arresto (per la prima volta da anni) per i libri per ragazzi: -4,5%». E, informa l’AIE, «Il catalogo “vivo” di libri di carta in commercio (titoli commercialmente vivi) supera per la prima volta quota 1 milione, attestandosi su 1.032.799 (+13,9% sul 2015)». Anche per gli ebook la produzione è in aumento, registrando un +29,6%: «sono 81.035 “manifestazioni” nel 2016, rispetto alle 62.544 del 2015. In termini di fatturato gli ebook, con circa 63 milioni di euro, coprono a fine 2016 una quota del 5,2% dei canali trade (+23,5% sul 2015)».
Da un lato dunque si assiste a un calo di lettori e dall’altro a un aumento della produzione, ma in tutto questo come procede il fatturato? «Raggiunge quota 2,561 miliardi di euro il fatturato complessivo del mercato del libro nuovo nel 2016, con una crescita dell’1,2% sull’anno precedente. Un dato positivo ma non ancora sufficiente per tirare il fiato, soprattutto quando si confrontano le cifre con quelle del 2011, quando il fatturato era di 3,1 miliardi». Il dato però diminuisce assestandosi su un +1,1% rispetto al 2015 se si vanno a considerare anche l’usato, i remainders e il non book (cioè i prodotti non strettamente librari venduti in libreria ma in cui sempre più spesso gli editori si cimentano con linee produttive dedicate, e che costituiscono parte importante e crescente per l’equilibrio economico). Comunque, «se si osservano solo i canali trade e per i soli libri nuovi, la crescita arriva quasi al +1,8%». Cresce invece il mercato digitale che «nel 2016 vale 323 milioni di euro (+15,8% rispetto al 2015), pari al 12,6% del mercato. Nel 2011, per un confronto, questo stesso mercato rappresentava il 5,2%».
E a proposito di mercato, quali sono i canali nei quali si vendono più libri? «La libreria si conferma come il principale canale attraverso il quale le case editrici raggiungono i loro clienti ma le nuove formule di commercio online ne hanno eroso importanti quote di mercato». La libreria fisica passa dal 79% del 2007 all’attuale 73%. «Crescono le librerie on line: dal 3,5% nel 2008 all’attuale 17%, superando ormai la Gdo», che rappresenta il canale “malato” dell’editoria italiana e «il 46% del minor fatturato di questi anni deriva proprio da qui».
Cresce anche il prezzo di copertina dei libri, passando da 18,41 euro del 2015 a 18,93 euro del 2016, comunque «il prezzo medio resta di 2,6 euro inferiore a quello di 6 anni fa (-12,4%).
L’editoria italiana sembra destinata al successo all’estero. «Nel 2016 le case editrici italiane hanno venduto all’estero complessivamente 6.565 diritti di edizione ai loro colleghi stranieri, e hanno comprato diritti per 9.552 titoli. Rispetto al 2015 si assiste a una crescita dell’11% nelle vendite all’estero (+11,7% nel 2015) e un calo del 10,6% nell’acquisto (+2% nel 2015)». La crescita è ancora più evidente se si va più indietro nel tempo. «Le vendite di diritti all’estero sono passate dai 1.800 titoli rilevati nel 2001 agli attuali 6.565, con un +264,7% e con un +17,6% di crescita media annua. L’acquisto di diritti di edizione invece è passato dai 5.400 titoli del 2001 ai 9.552 del 2016 (potrebbe essere letto anche come un fatto congiunturale: erano comunque 10.685 nel 2015) con un +76,9% e +5,1% in media annua».
Sarebbe interessante a questo proposito indagare da vicino il rapporto tra decremento di lettori, aumento del fatturato, aumento delle vendite all'estero e aumento del prezzo di copertina, tenendo conto che, come scrive l’AIE nel suo rapporto, il prezzo medio dei libri è cresciuto del 2,8% in un solo anno, ma il numero dei lettori – inclusi quelli forti – continua a diminuire. Davvero incrementare il prezzo di copertina è la politica giusta per far crescere il mercato misurato in termini di fatturato? Vista la crisi economica, non si rischia così di perdere anche quei lettori che non possono sostenere costi troppo elevati per acquistare libri?
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E cosa sta accadendo nel 2017? «Nel primo semestre 2017 si confermano le tendenze centrali del mercato: la crescita e il recupero lento dei valori pre-crisi, dovute ai più diversi fattori. […] Segni positivi a valore sono registrati dalla narrativa (+1,4%) e dal settore bambini e ragazzi (+10,7%, esclusa la narrativa YA), mentre la saggistica generale segna un -7% e la saggistica pratica un -1,4%».
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