Raccontare i difetti speciali dei bambini. Intervista a Patrizia Rinaldi
Il retro copertina di Vi stupiremo con difetti speciali. Storie di Alba, Akin e Huang (Giunti 2020, da un progetto di Luca Trapanese), libro colorato senza mai essere sgargiante, promette: «Tre storie vere per raccontare la disabilità. Tre racconti magici per trasformare l'indifferenza in empatia, la paura in inclusione. Perché, per fortuna, il bene si impara.»
La promessa è mantenuta, il libro insegna il bene a persone di tutte le età, in modo non didascalico, inducendo a riflessioni a volte anche filosofiche che si sedimentano e formano. E non soltanto le tre storie sono vere ma della prima sappiamo che uno dei protagonisti è l'ideatore del libro che teniamo in mano, e sostenitore di un progetto importante, La Casa di Matteo, una struttura unica in tutto il Sud Italia per bambini con gravi disabilità senza genitori. Storie raccontate soppesando le parole e illustrate per sostenere le emozioni accese dalla forte carica umana delle vicende. I testi di Patrizia Rinaldi e le immagini di Francesca Assirelli si completano in buona armonia, e avvicinano e aggiustano situazioni imperfette, fino a farle sentire dolci e cariche di speranza. Ogni storia è accompagnata da un breve resoconto finale di un adulto a diretta conoscenza del bambino protagonista, così come tutto in questo volume prezioso a partire del curioso titolo vive e collabora per una finalità: quella dell'inclusione e della comunicazione.
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Patrizia Rinaldi è una scrittrice napoletana con molti titoli al suo attivo. Talentuosa, poliedrica e pluripremiata, è autrice di libri per ragazzi, romanzi e gialli, coautrice di antologie, ma è a casa anche nel mondo dei graphic novel e della scrittura teatrale. Diversi suoi titoli sono usciti in traduzione, e conduce laboratori di scrittura e lettura insieme ad associazioni onlus a beneficio di ragazzi residenti in quartieri napoletani “a rischio” e nell'Istituto Penale Minorile di Nisida. Le abbiamo rivolto tre domande per conoscere meglio lei e Vi stupiremo con difetti speciali.
Lei ha scritto libri di vari generi, per adulti e per bambini, ispirandosi sicuramente anche a persone reali, avvolgendole però in abiti e in trame di fantasia. Vi stupiremo con difetti speciali è un genere diverso, un genere terzo: non è fiction, sono tre storie, tre cronache drammatiche anche se con risvolti felici, che sotto il suo tocco lieve e riflessivo assumono le sembianze di tre fiabe di infinita bellezza. Qual è il segreto?
È la prima volta che racconto le storie di tre bambini così come le ho conosciute. Quando due anni fa sono stata invitata a partecipare a questo progetto dall’associazione no profit Akab, ho avuto paura di non riuscire a riferire quello che stavo imparando. Ho potuto vincere il timore perché non sono stata sola: i professionisti che lavorano alla Casa di Matteo, per offrire servizi di assistenza ai minori che non possono averne, mi hanno fatto conoscere i bambini guidandomi. Mi hanno offerto le loro competenze, che non trascurano lo sguardo poetico, che non negano fatica e ostacoli. Alba è una bambina con la Sindrome di Down. La madre naturale non se l’è sentita di portare con sé la bambina dopo il parto: non va giudicata in alcun modo, nessuno conosce le ragioni di questa scelta. Alba è stata adottata dopo l’affido da Luca, single impegnato da sempre nel volontariato e nella difesa, quindi nella comunicazione, dei diritti di persone diversamente abili, e hanno formato una famiglia. Con loro si sta bene, semplicemente. Akin (nome di fantasia), i cui genitori hanno perduto la patria podestà, ha conosciuto solo alla Casa di Matteo la possibilità di muoversi su una sedia a rotelle. Vederlo sfrecciare nelle stanze, conoscere la sua ritrovata fiducia nelle possibilità e negli altri, mi ha insegnato un coraggio raro. Perciò il titolo Vi stupiremo con difetti speciali, voluto da Luca Trapanese. Spesso i difetti speciali, se incontrano strutture adatte e cura, si trasformano in qualità speciali di inaudita bellezza. Huang (nome di fantasia) è un bambino nato senza cervello. I suoi genitori, che lo hanno amato senza limiti, non avevano il modo di offrirgli l’assistenza di cui aveva bisogno, così è stato affidato alla Casa di Matteo. Ha vissuto a lungo, contrariamente alle previsioni, e aveva un viso felice. Ogni tanto cantava una specie di richiamo gioioso, in teoria impossibile da cantare. Il segreto delle fiabe non appartiene a me, ma ai bambini che ho incontrato; imparare da loro è stato un privilegio.
I tempi stanno cambiando ma a lungo la letteratura per l'infanzia è stata ritenuta un'arte minore. Secondo me richiede invece una capacità di sintesi e un'immaginazione fervida di cui non molti autori di narrativa per adulti dispongono. Lei pratichi con successo, e con una voce molto originale, entrambi i generi. Potrebbe parlarci delle differenze nel suo approccio alle due letterature?
Sorvolo sul discorso delle gerarchie di valore riguardo i generi letterari; credo che chi le propone, esplicitamente o con pregiudizi celati, sia ormai solo fuori dal tempo. L’unica differenza che avverto nell’approccio alle due letterature è il senso di responsabilità: quando scrivo per bambini e per ragazzi è maggiore. Cerco di fare del mio meglio, di rispettare i giovani lettori soprattutto non annoiandoli. Può sembrare semplice, non lo è. In una classe mi trovai a parlare della tensione narrativa, un ragazzo di prima media mi diede una definizione che non dimentico: “è ancora, è quando giri la pagina e dici ancora”. In determinati ambienti, in cui preferisco agire, può succedere che il mio libro sia il primo che capiti tra le mani di un ragazzo. Cerco in tutti i modi di evitare che sia anche l’ultimo. E poi c’è la variabile dell’amore, che non può escludere la conoscenza: con i ragazzi sto bene, mi sento al mio posto. Non ho mai smesso di frequentarli. Voglio sapere di loro, vorrei consolarli, farli ridere, divertirli nel senso più alto del termine. Come loro fanno con me.
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Fra i tanti bei libri che ha scritto per giovani lettori quale ha avuto più riscontro di pubblico e perché?
Premetto che sono affezionata anche ai libri che non sono andati tanto bene, nel riuscire sempre e comunque sono abbastanza difettosa. Il libro che è andato oltre ogni rosea previsione è proprio questo di cui stiamo parlando: ha esaurito la prima e consistente tiratura in soli dieci giorni. Non è un libro mio, ma nostro: è dei bambini, è dell’illustratrice Francesca Assirelli, è di Luca Trapanese, è della casa editrice Giunti, è dell’editor Silvia D’Achille, è degli esperti che hanno valutato i testi prima della pubblicazione. Vi stupiremo con difetti speciali è di tutte le persone che hanno partecipato al compimento e alla sua premessa: volerlo con tutte le forze. Anche i libri che ho pubblicato con la mia casa editrice di riferimento, Sinnos, e con la casa editrice Lapis hanno avuto un ottimo riscontro di pubblico e di critica. I ragazzi mi hanno concesso attenzione e la possibilità di scrivere ancora per loro: per me è una soddisfazione che riguarda la mia vita sentimentale e professionale.
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