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RACCONTAMI (5) – “Il bene sia con voi!” di Vasilij Grossman

Il bene sia con voi!I racconti dell’autore di Vita e destino

 

Dopo aver ristampato con grande successo il poderoso romanzo Vita e destino e altre sue opere, la Adelphi ha raccolto nel volume Il bene sia con voi! racconti articoli e riflessioni che Vasilij Grossman (1905-1964) ha scritto nei suoi ultimi anni, qui tradotti da Claudia Zonghetti. Pur trattandosi di brani e spunti narrativi disomogenei, emergono con forza alcune costanti dell’opera dello scrittore russo: innanzitutto l’attenzione alla complessità delle relazioni umane e una potente carica morale, di cui i singoli e non lo Stato o la Chiesa si devono fare promotori. Si legge infatti nel testo più lungo, da cui è tratto il titolo della pubblicazione (appunto Il bene sia con voi!): «La bontà autentica non conosce forma e formalità, non si cura di concretizzarsi nei riti, nelle immagini, non cerca la forza del dogma; sta dove c’è un cuore buono. Credo che il buon Dio dei cristiani celebri la sua vittoria anche nella bontà dei pagani, nello slancio di carità del non-credente, dell’ateo, nella benevolenza di un eterodosso». Sono appunti e note di un viaggio in Armenia durante il quale Grossman, oltre a osservare costumi, vizi e virtù di un popolo, cerca di cogliere la verità che è in ogni sguardo e di definire l’urgenza dell’arte di plasmare mondi imperfetti che attraversino l’anima del creatore e successivamente del fruitore. Nella Madonna Sistina giunge anzi a ipotizzare che l’esaltazione dell’umanità raffigurata nel quadro possa essere colta da qualsiasi vivente: «Se anche l’uomo dovesse estinguersi, gli esseri che prenderanno il suo posto sulla terra – lupi, ratti, orsi o rondini che siano – verranno sulle loro zampe o con le loro ali ad ammirare la Madonna di Raffaello…».

Molto breve L’inquilina, sui temi dell’indifferenza a chi ci è prossimo e della tardiva giustizia degli uomini, e piuttosto sentimentale Mamma, sulle sciagure di un’orfanella; ma un po’ tutti i brani paiono quasi poca cosa al confronto con lo splendido racconto di apertura Il vecchio maestro, che narra di una cittadina russa occupata dai tedeschi, in cui emergono odi e ipocrisie repressi, più raramente altruismo e compassione: solo l’anziano maestro Rozental sembra non essere mutato e la sua rettitudine lo ripaga proprio dinanzi all’acme dell’orrore, poco prima dell’esecuzione cui sta andando incontro con donne e bambini ebrei. Nel gesto semplice e premuroso di una piccina è racchiusa tutta la poetica di Vasilij Grossman: «La forza della vita, la forza dell’umano nell’uomo è enorme, e nemmeno la forma più potente e perfetta di violenza può soggiogarla. Può solamente ucciderla». Ancora sulla bontà d’animo Fosforo, dove l’elemento chimico è preso a simbolo dell’arguzia che lega una brigata di amici, in cui però il meno dotato è il più sincero e premuroso. In questo racconto emerge maggiormente la vena ironica dell’autore, che controbilancia la sua prospettiva serena eppur disincantata, ma è nel testo che lo precede, Riposo eterno, che trova piena espressione: sono dissacranti e giulive considerazioni sull’animazione dei cimiteri, dove i vivi hanno modo di dimenticare le tensioni sotterranee che percorrono ogni famiglia e ogni legame per istituire finalmente con il trapassato un dialogo schietto e privo di rivendicazioni. Grossman è dunque in grado sia di commuovere il lettore che di farlo sorridere, spesso nella rapida successione di poche righe, come nella Strada, dove la seconda guerra mondiale è rivissuta attraverso le disavventure di un povero mulo italiano, o In periferia, che ha per protagonista una bambina di buona famiglia che per un’appendicite è ricoverata insieme a signore anziane e indigenti che, sebbene all’inizio le sembrino buffe, incrineranno quel mondo dorato in cui dimorava.

Proviamo a concludere con chiarezza, visto che la recensione è venuta disorganica come la raccolta: quando si accostano, con o senza criterio, degli scritti di un autore della caratura di Vasilij Grossman una luce intensa può scaturirne comunque e una qualche gratificazione il lettore la riceve eccome.

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