Quelle donne disposte a tutto per i figli. “Notturno salentino” di Federica De Paolis
Notturno salentino è il romanzo edito da Mondadori e scritto da Federica De Paolis che narra le vicende di una famiglia come tante, persone comuni che si ritrovano a fronteggiare un destino avverso e beffardo. Lo sfondo di queste pagine è il Salento, una terra arida e nello stesso tempo unica. Il territorio salentino porta con sé o forse è meglio dire racchiude un carico di bellezze autentiche, senza tempo, miste a quell’aria surreale, sospesa tra magia e stregonerie, tra realtà e fantasia. Tutto ciò che è stato, ogni evento che è passato da queste pietre, prima o poi riemergerà, come riemerge l’acqua, perché tutto può essere scoperto e da quel momento la vita cessa di essere quella di prima. Notturno salentino è soprattutto questo, è un inno a un luogo che di notte si trasforma, diventando altro, dal sole alla luna, un passaggio obbligatorio, che si riflette nell’animo umano, trasformando il modo di vedere la realtà, travisandola o semplicemente facendoci comprendere che neanche noi conosciamo a fondo noi stessi e che la psiche si può nascondere dietro le ombre, in un’oscura notte di estate.
Una donna di quarant’anni è la protagonista del romanzo di Federica De Paolis, Livia che si trova a dover crescere, quasi sempre da sola, i suoi due figli piccoli, Marta e Tito, e che decide di trascorrere l’estate nell’antica masseria in Puglia, accompagnata da due donne straniere che l’aiutano nelle faccende di casa. Quelli che potevano sembrare dei tranquilli giorni di riposo si trasformano ben presto in un incubo, in cui i tasselli del puzzle sembrano non incastrarsi, bensì incastrarla. Un rapporto, quello con il compagno Boris, apparentemente in crisi, un incontro, quello con un uomo misterioso, che sembra voler dare una svolta esistenziale alla monotonia, l’omicidio di un giovane che scombussola tutta la routine di chi vive nella masseria.
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Come si fa a comprendere fino in fondo il presente e il vortice di emozioni che sta sconvolgendo tutti?È semplice, la soluzione, come sempre, viene dal passato, da qualcosa di irrisolto, da una vicenda sconosciuta, dalla quale scaturirà una verità come sempre troppo amara.
«Il suggerimento della Darrigo – rovistare nei diari di mia madre – mi aveva lavorato dentro per tutta la notte, ma solo il giorno dopo trovai il coraggio di compiere quel gesto che percepivo quasi sacrilego. La mattina mi avvicinai al piccolo trumeau in cui erano conservati i suoi documenti. Subito dopo la sua morte li avevo consultati praticamente senza leggerli, non ricordavo cosa contenessero, avevo sfogliato appunti e letto degli stralci ammirando soprattutto la grafia perfetta con cui li stilava, le date che appuntava diligentemente, il linguaggio sobrio. [… ] Avvicinarmi alle cose di mia madre comportava sempre un’epifania. Scrutare nei suoi diari rappresentava una profanazione: ero certa che lei non avrebbe approvato.»
Una storia di donne, madri coraggiose che per il bene dei propri figli sono disposte a tutto, nonostante tutto sembri andare contro di loro. Un destino troppo avverso, che fa provare un dolore indescrivibile, perché rimane macchiato nell’anima, oltre che nel corpo. In queste pagine emerge un impegno sociale descritto ed espresso da una solidarietà femminile che supera i pregiudizi e i preconcetti.
«Livia, questa tua ossessione di dover diventare amica di queste donne... Non siete uguali, perché ti vuoi mettere sul loro stesso piano? Guarda queste foto.» Le riprese. «Ma lo vedi dove dormono? Io ho vissuto a Nairobi per due anni, e considera che Nairobi, in confronto al Paese di Cynthia, è come dire la California. La gente muore ai bordi delle strade, è una specie di guerra costante, di lotta per la sopravvivenza.»
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Notturno salentino è un romanzo dalle forti tinte psicologiche e psicoanalitiche, uno di quei libri che riesce a mettere in dubbio anche l’apparenza, una serie di effetti che creano una suspense nel lettore, tale da voler girare pagina, per poter arrivare alla conclusione, anche quando la fine sembra ovvia, anche quando tutto ciò che si snoda in quelle parole inizia di nuovo ad aggrovigliarsi, come l’eco di un racconto antico, come un richiamo profondo verso le radici che vanno scoperte, per poter proseguire nel proprio cammino, per provare un’ultima volta a rimanere uniti per sempre.
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