Quando ti uccidono un figlio. “Gli ultimi giorni di quiete” di Antonio Manzini
A un cuore morto, nulla appare più vitale. L’attimo in cui una vita cessa di esistere, inchioda nell’immobilità più totale le persone che le hanno gravitato attorno. Il tempo che continua a scorrere è un inganno, una parvenza di esistenza che nella realtà è irrealizzabile.
Antonio Manzini accantona per un attimo l’eccentrico Rocco Schiavone e si dedica a personaggi più ordinari comuni, anonimi quasi, nei quali, però, riversa la stessa drammaticità e lo stesso intenso fervore con cui è solito descrivere le ferite dell’anima e i dilemmi morali che caratterizzano la sua penna.
Gli ultimi giorni di quiete (Sellerio, 2020) è l’analisi perfetta della trasfigurazione di una famiglia a cui è stato ammazzato il figlio. Un incedere cadenzato di un’esistenza costretta a continuare, che passa dall’immobilità in cui è piombata negli anni successivi l’omicidio, al moto della disperazione che anima chi vede l’assassino del proprio figlio, libero e intento a rifarsi una vita.
La caratterizzazione dei personaggi è quasi chirurgica. Nora e Pasquale Camplone sono i genitori del giovane Corrado, ucciso sei anni prima durante una rapina finita male mentre era nella tabaccheria di famiglia al posto del padre, due essenze distinte che dovrebbero collidere, sostenersi, ma che nella realtà non si incontrano mai; Paolo Dainese è un assassino per malaugurata sorte che tenta di ricostruirsi un’esistenza, dopo aver scontato la pena inflittagli dalla giustizia, stipato, assieme ad altri 5 detenuti, nella cella di un carcere dove c’era spazio vitale per tre.
Vuoi conoscere potenzialità e debolezze del tuo romanzo? Ecco la nostra Valutazione d’Inedito
A Manzini il merito di essere riuscito a far emergere come «un solo gesto inchioda quattro persone per sempre, a quel giorno di marzo di quasi sei anni prima», portando il lettore a immedesimarsi in ciascuno dei personaggi.
A rafforzare la caratterizzazione dei protagonisti, l’autore inserisce i personaggi secondari, come Francesca e Danilo, sorella e nipote autistico di Nora, che trovano posto nella narrazione allo scopo di sottolineare lo stato d’animo di Pasquale che «avrebbe barattato volentieri la vita di chiunque con quella di suo figlio. La sua, quella di Nora, di Francesca, di Danilo». La figura di Donata, fidanzata di Dainese, incarna invece la volontà dell’uomo di costruire un nuovo futuro e allo stesso tempo la reale incapacità di farlo quando il suo torbido passato viene riesumato e portato a conoscenza di tutti.
Nora, Pasquale e Paolo sembrano vivere le loro esistenze in una parvenza di normalità, che palesa il suo reale stallo nel momento in cui la donna riconosce l’assassino di suo figlio nel vagone di un treno regionale del litorale adriatico.
Quelle vite, esteriormente in moto, si rivelano nella loro immobilità; il dolore dei genitori di Corrado sembra rianimarli, unirli per un solo istante nel portare il pesante fardello del desiderio di vendetta che li accomuna, salvo poi lasciare che ripiombino nell’immutato dolore di essere sopravvissuti al proprio figlio; e se per Nora il perdono non è contemplato perché è madre, e non può rassegnarsi all’idea che chi le ha tolto il bene più prezioso continui la sua vita libero e indisturbato, Pasquale non è capace di perdonare nemmeno se stesso.
A Dainese cade la maschera dell’apparente ordinarietà, e si trova a fare i conti con il “fine pena mai” che lo segue come un’ombra, scacciando qualsiasi possibilità di perdono, perché «anche se uno ha pagato le sue colpe resti sempre quello».
Un romanzo caratterizzato da una narrazione estremamente intima, personale, in grado di portare il lettore a comprendere ciascuno dei protagonisti, tanto da vivere le loro stesse sensazioni, senza filtri di sorta. Una storia in cui si contrappongono i quesiti etici che portano inevitabilmente a domandarsi come si può sopravvivere alla morte di un figlio e accettare che chi si è macchiato di quella colpa abbia la possibilità di vivere; e, contemporaneamente, se e quanto è reale la possibilità di riabilitazione di chi è stato condannato e ha scontato la sua pena.
GRATIS il nostro manuale di scrittura creativa? Clicca qui!
Il confine tra le due visioni di pensiero è sottile e legittimo a seconda dell’angolazione da cui lo si analizza; un diritto che diventa un lusso in base agli occhi di chi guarda.
Un libro che coinvolge in maniera emotiva, in cui la sfera giudiziaria è relegata a mero contorno, che ha il merito di sollevare domande a cui non è possibile dare risposte.
Per la prima foto, copyright: Ihor Malytskyi su Unsplash.
Per la terza foto, la fonte è qui.
Speciali
- Corso online di Scrittura Creativa
- Corso online di Editing
- Corso SEC online (Scrittura Editoria Coaching)
- Lezioni di scrittura creativa
- Conoscere l'editing
- Scrivere un romanzo in 100 giorni
- Interviste a scrittori
- Curiosità grammaticali
- Case editrici
- La bellezza nascosta
- Gli influencer dei libri su Instagram – #InstaBooks
- Puglia infelice – Reportage sulle mafie pugliesi
- Letture di scrittura creativa
- Consigli di lettura
- L'Islam spiegato ai figli
- Interviste a editor e redattori
- Interviste a blog letterari
- Interviste a giornalisti culturali
- Interviste a docenti
- Come scrivere una sceneggiatura
- Premio Strega: interviste e ultimi aggiornamenti
- Premio Campiello: interviste e ultime novità
- Premio Galileo: interviste
- I nuovi schiavi. Reportage tra i lavoratori agricoli
- La Webzine di Sul Romanzo
Archivio Post
Più cercati
- Quanto fa vendere il Premio Strega? I dati reali
- Che tipo di lettore sei?
- I 20 consigli di scrittura di Stephen King
- Test di grammatica italiana, qual è la risposta giusta?
- Classifica dei libri più venduti di tutti i tempi nel mondo
- Come scrivere un romanzo: 15 modi utili
- 11 consigli per trovare la tua writing zone
- 13 cose che gli amanti dei libri sanno fare meglio di tutti
- 7 posti che tutti gli scrittori dovrebbero visitare almeno una volta
- Carlos Ruiz Zafòn ci racconta il suo Cimitero dei libri dimenticati
- I 10 film più divertenti di tutti i tempi
- I consigli di scrittura di 11 scrittori
- La reazione di Cesare Pavese quando vinse il Premio Strega
- Le 10 biblioteche più grandi del mondo
- Marcel Proust pagò per le prime recensioni di “Alla ricerca del tempo perduto”
- Perché uscire con uno scrittore? 10 motivi validi