Quando l’eroina prende il sopravvento su chi la crea. “La donna orso” di Karolina Ramqvist
La donna orso di Karolina Ramqvist è un romanzo storico-autobiografico, nel quale la Storia non è solo indagine antropologica e sociale del nostro passato, ma diventa riflessione curativa del presente.
Karolina Ramqvist, scrittrice di origine svedese, non è nuova a romanzi in cui la donna vince la ritrosia del suo tempo, si emancipa e si libera dal giogo perseguitante dell’uomo. Colui che per tradizione e antonomasia detiene le chiavi del sapere e del potere.
E così La donna orso edito a marzo 2021 da Mondadori (traduzione di Andrea Stringhetti) è un passo in più verso un femminismo che non si manifesta nelle piazze degli anni Settanta, ma nelle parole e nelle ricostruzioni di una storia d’Oltreoceano.
Così la scrittrice nordica, sposata e mamma di tre figli, scorre a ritroso i secoli fino a ritrovare la vicenda sopita di una donna che merita di essere conosciuta.
Ma, quando si scava, nelle testimonianze storiche non è facile recuperare il materiale adeguato, anzi bisogna tener conto delle differenze culturali e dei contesti radicalmente diversi. Errore ingannevole in cui sono caduti molti romanzieri e che ancora oggi contraddistingue i giudizi della nostra società.
Nessuna fonte ci dà la certezza che ciò che studiamo o, nel caso specifico, scriviamo sia realmente accaduto per il modo in cui c’è stato tramandato.
Vuoi conoscere potenzialità e debolezze del tuo romanzo? Ecco la nostra Valutazione d’Inedito
Come tutti i romanzi storici, anche questo richiede ricerca e confronto fra le fonti, ma soprattutto grande intuizione. Un lavorio meticoloso di analisi, rilettura e comparazione dei dati.
E poi serve il viaggio (a Parigi in questo caso) per penetrare in quello che si sta raccontando.
Per esempio poter toccare con mano il castello di Roberval, sito nella fiorente campagna parigina. Solo con un contatto diretto è possibile immedesimarsi nella vicenda travagliata della protagonista. Si possono sentire quelle sensazioni potenti che portano linfa alla creazione del personaggio eroico.
Non è per nulla semplice scrivere un romanzo storico e Karolina (voce narrante) ce lo fa capire con dovizia di particolari. Ancora oggi le odierne fonti offerte da Google non sono sufficienti per scoprire tutto di come vivevano le popolazioni che ci hanno preceduto. Servono ancora dipinti (come quello di Francesco I al Louvre) o immagini in acquaforte o riletture di fonti sperdute come l’Heptameron della regina Margherita di Navarra.
Solo in questo modo, vagando fra archivi e biblioteche, si può sperare di riuscire a ricreare in un libro i costumi, le abitudini, le idee e perché no i sentimenti dei protagonisti presenti.
Ma qual è la storia che Karolina vuol farci conoscere?
Nel 1542 una donna orfana di famiglia (e forse benestante) Marguerite de la Rocque si imbarca insieme al suo tutore Jean Francoise Roberval per il Nuovo Mondo, o nello specifico per il Canada. Durante la traversata viene scoperto un atto d’amore fra la donna e il suo amante. Jean Francoise Roberval non ci pensa due volte e la manda in esilio in un’isola deserta. Insieme a lei l’adultero e la domestica. Si tratta di un isolotto dove si affacciano spesso bestie feroci fra cui gli orsi. Un habitat ostile che non darebbe tregua a nessun uomo e men che meno a nessuna donna.
Questa in parole stringate è la fabula del romanzo. La stessa autrice svedese non fa mai sapere al lettore fino alla fine cosa accadde su quell’isola e anzi immagina talvolta svariati finali differenti, proprio per indurlo all’inganno. O meglio più che una trappola, qui siamo davanti al dilemma della scrittura romanzesca.
Chi decide alla fine come si conclude un romanzo? L’autore o il suo alter ego? Il protagonista o l’Io narrante?
Senza volerlo, mettendo in scena tutto il suo percorso di scrittura, Karolina ricade nel tranello pirandelliano. Un po’ come in Sei personaggi in cerca d’autore la scrittrice svedese rivede, corregge, getta via, riscrive il testo miliardi di volte. A volte cambiando una parola, altre volte rivedendo un’idea. Non più soltanto nella sua stanza. Perché nel Duemila un romanzo si scrive anche in un fast food parigino o in una camera d’albergo o in una tenuta di campagna.
Ed ecco quindi che i piani fra passato e presente non si scindono, ma si intersecano. Così come un gioco di intreccio è visibile fra il piano del narratore e quello dello scrittore.
Spesso, in quel dietro alle quinte (talvolta un po’ troppo ingarbugliato da creare confusione nel lettore) c’è tutta la Katerina donna e scrittrice. Appunti, files, correzioni, riflessioni e veri e propri flussi di coscienza di joyciana memoria si aggrovigliano nelle pagine che scorrono.
Mamma, alle prese con il confronto generazionale e alle difficili incomprensioni con la figlia.
Donna, che ha conosciuto per esperienza diretta e indiretta, l’emancipazione femminile e che fa di tutto per portarne lo spirito dentro al romanzo.
Storica, che diffida delle versioni tramandate dagli storici di sesso maschile che a fine secolo furono conosciuti per aver raccontato i viaggi esplorativi di Roberval e aver accennato alla storia incriminata. Un modus agendi fatto di circospezione, passione e ricerca.
GRATIS il nostro manuale di scrittura creativa? Clicca qui!
La figura femminea e femminile di Marguerite de la Rocque a tratti si impossessa della vita di Karolina. La isola dal proprio vissuto quotidiano, con una forza di tensione mai riscontrata nelle eroine dei romanzi precedenti. Ne diventa quasi un’ossessione stile Dorian Gray.
E questo inabissarsi nell’oceano della storia è ben evidenziato e a tratti enfatizzato dalla stessa autrice svedese.
L’empatia e la simpatia che nasce fra il personaggio creato e la sua ideatrice è quasi pari a quello che ci fu fra Margherita di Navarra e la misteriosa e scomparsa Marguerite.
Entrambe escono da questa storia vincenti e cambiate. La ragazza scomparsa, perché prefigura un’eroina moderna che abbatte i pregiudizi discriminanti degli uomini e Karolina Ramqvist perché dopo questa storia trova maggior equilibrio fra la vita di mamma impaurita e distratta e quella di scrittrice.
Paradossalmente l’effetto catartico agisce molto di più su chi ha creato Marguerite che sulla donna-orso.
Per la prima foto, copyright: Ali Karimi su Unsplash.
Per la terza foto, la fonte è qui.
Speciali
- Corso online di Scrittura Creativa
- Corso online di Editing
- Corso SEC online (Scrittura Editoria Coaching)
- Lezioni di scrittura creativa
- Conoscere l'editing
- Scrivere un romanzo in 100 giorni
- Interviste a scrittori
- Curiosità grammaticali
- Case editrici
- La bellezza nascosta
- Gli influencer dei libri su Instagram – #InstaBooks
- Puglia infelice – Reportage sulle mafie pugliesi
- Letture di scrittura creativa
- Consigli di lettura
- L'Islam spiegato ai figli
- Interviste a editor e redattori
- Interviste a blog letterari
- Interviste a giornalisti culturali
- Interviste a docenti
- Come scrivere una sceneggiatura
- Premio Strega: interviste e ultimi aggiornamenti
- Premio Campiello: interviste e ultime novità
- Premio Galileo: interviste
- I nuovi schiavi. Reportage tra i lavoratori agricoli
- La Webzine di Sul Romanzo
Archivio Post
Più cercati
- Quanto fa vendere il Premio Strega? I dati reali
- Che tipo di lettore sei?
- I 20 consigli di scrittura di Stephen King
- Test di grammatica italiana, qual è la risposta giusta?
- Classifica dei libri più venduti di tutti i tempi nel mondo
- Come scrivere un romanzo: 15 modi utili
- 11 consigli per trovare la tua writing zone
- 13 cose che gli amanti dei libri sanno fare meglio di tutti
- 7 posti che tutti gli scrittori dovrebbero visitare almeno una volta
- Carlos Ruiz Zafòn ci racconta il suo Cimitero dei libri dimenticati
- I 10 film più divertenti di tutti i tempi
- I consigli di scrittura di 11 scrittori
- La reazione di Cesare Pavese quando vinse il Premio Strega
- Le 10 biblioteche più grandi del mondo
- Marcel Proust pagò per le prime recensioni di “Alla ricerca del tempo perduto”
- Perché uscire con uno scrittore? 10 motivi validi