Quando il mondo sbiadisce nel gioco d’azzardo. “That’s impossible” di Cristò Chiapparino
Puntata n. 14 della rubrica La bellezza nascosta
«Un programma di un’ora costruito intorno a una lotteria a cui è praticamente impossibile vincere. Una follia. Aggiungiamo anche che il numero estratto era soltanto uno e che nessuno conosceva il metodo di estrazione e che quel numero poteva essere un numero intero qualsiasi, da uno a infinito, beh, no…»
Una cosa è assolutamente certa, se l’uomo si trova dinanzi a qualcosa di utopico, non smetterà mai di credere che quell’utopia non sia poi così reale, e spingendosi fino alla massima follia, inizierà a pensare che con la giusta abnegazione quella cosa che appare impossibile possa invece diventare tangibile, reale, possa iniziare a esistere. Forse è il potere del sogno a rendere l’uomo vulnerabile; la forza della speranza, che non la smette di fare pressione. Perché se nella vita i sogni restano quasi sempre sospesi, è anche vero che noi difficilmente smetteremo di guardarli, e ogni tanto ci sembrerà di vedere il filo di quel palloncino sospeso, e chissà, forse se allungassimo di più le mani, potremmo riuscire a trascinarlo verso di noi.
Viviamo costantemente circondati da miraggi, da luci abbaglianti che hanno il compito di distrarci o semplicemente di interrompere l’assoluta e triste routine della singola esistenza; e così, ci avviciniamo a quei meccanismi perversi dove inizialmente riceviamo, con il tempo poi, il ricevere, diventa un singhiozzo, e il nostro attaccamento verso quella situazione, a causa di alcuni meccanismi psicologici, diventa sempre più ossessivo, fino a farci perdere le coordinate della realtà, a trascurare noi stessi, anche per avere solo un altro input positivo.
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Cristò Chiapparino è di Bari, That’s impossible è stato ripubblicato dalla casa editrice Intermezzi Editore.
La trama si srotola attraverso dei piccoli monologhi, si racconta di una lotteria a premi, la più grande lotteria che l’uomo abbia mai pensato; ogni partecipante deve scrivere e indovinare il numero più alto che potrebbe immaginare compreso tra lo zero e l’infinito, e inviarlo in busta chiusa alla redazione di questo programma televisivo, che col passare del tempo diventa talmente popolare da essere addirittura un fenomeno mondiale, andando in onda a reti unificate.
Abbiamo un medico, Tancredi, che riceve un manoscritto e lo lascia intonso sulla sua scrivania per mesi. Quando decide di aprirlo, trova testimonianze di cameraman, registi, concorrenti di questo programma tv e scopre la verità sull’ideatore della lotteria. Il vero è molto cocente, molto intimo, e proprio per questo, nella sua più arcaica potenza, diventa filosofia.
«Questo succedeva tanti anni fa. In mezzo, tra il giorno del mio primo ricordo e la notte in cui mio padre disegnò la sua lapide, ci sono migliaia di ricordi belli e brutti e, in molti, io sono in una piazza, in mezzo alla gente, con mia madre o da solo e lui è sul palco, con il suo completo marrone, senza cravatta, che parla al microfono, prima piano e poi sempre più forte.»
Cristò costruisce un puzzle sotto gli occhi del lettore, che pagina dopo pagina prova a ricostruire una storia assurda, folle e proprio per questo quanto mai vera. Lo stile dello scrittore è semplice, immediato; le testimonianze degli svariati protagonisti di questo testo corale, sembrano delle interviste fatte da un giornalista al banco di un bar, nella più assoluta informalità.
Ogni voce ha la sua peculiare personalità, la sua riconoscibilità; ogni personaggioche si alterna in questo caleidoscopio di voci ha il proprio timbro, e tutto questo dona all’intera opera un sapore di autenticità.
«Immaginate di essere una scienziata che viene improvvisamente subissata di richieste per avere i risultati di un esperimento che lei non può fare, un esperimento che non ha alcun senso. Ripetevo che non c’è alcun modo di prevedere il risultato di un’estrazione casuale di un numero, che sarebbe magia e che, soprattutto, non c’entra nulla col movimento dei pianeti. Ripetevo che i pianeti e le costellazioni hanno un’influenza sulle maree e sul comportamento umano, animale e vegetale, ma non sui numeri della lotteria. Provavo anche a spiegare che se avessi potuto prevedere il numero l’avrei già giocato da un pezzo. Ma non c’era nulla da fare. Tutti volevano solo il numero.»
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In ogni pagina troviamo gli interrogativi delle persone convolte nel gioco, alcuni sbalorditi, altri eccitati, altri stanchi, e insieme si chiedono come sia possibile che tutti gli individui siano così ossessionati da una cosa di cui è palesemente impossibile venire a capo.
A un certo momento, all’interno di questa opera di Cristò, il mondo inizia a sbiadire e l’unica realtà possibile resta il gioco e le sue regole e il suo simbolo utopico.
«Come previsto la lotteria ebbe un grandissimo successo e tutti i passaggi che mi ero immaginato, anzi, che avevo programmato, si susseguirono anche più velocemente di quello che avrei mai pensato. Fu sufficiente fare in modo che a Cart TV rimanesse il montaggio dei rulli pubblicitari.
Sofia aveva prodotto numeri a sufficienza per quasi due anni di estrazioni. La lasciai riposare per un po’. Ricominciammo a passare i pomeriggi come facevamo prima. Lei stesa sul letto e io seduto accanto. Le raccontavo quello che sarebbe successo, come la lotteria avrebbe cambiato tutto. Le dicevo che la sua sofferenza era necessaria. Lei, naturalmente, sembrava non ascoltare.
Quando That’s fu trasmessa per la prima volta negli Stati Uniti avevo ancora numeri per sette mesi. Temevo che la pausa avesse interrotto la magia.»
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L’uomo, per sua natura, ha bisogno di credere in qualcosa che gli mostri che la vita, che l’intera esistenza non consista solamente nelle cose visibili e tangibili che lo rendono schiavo della quotidianità; e proprio per questo tende a restare aggrappato a qualcosa di fatiscente: la religione, il gioco d’azzardo, movimenti pieni di adrenalina, e varie nevrosi che vengono fuori dalla distanza tra quello che l’uomo vorrebbe essere e ciò che invece è realmente.
Ciò che è, ciò che c’è non basta mai, la mente umana è talmente vasta che possiede buchi immensi e inesplorati, e queste voragini hanno bisogno di essere riempite a caso o forse consapevolmente, dalle ossessioni.
Per la prima foto, copyright: Jimi Filipovski.
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