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“Quando avevo un amante”, quasi cent’anni e non sentirli

“Quando avevo un amante”, quasi cent’anni e non sentirliCi sono libri che hanno lasciato il segno nella letteratura e poi sono finiti un po’ nel dimenticatoio, messi in un angolo e lasciati lì nell’attesa di una riscoperta. Uno di questi è Quando avevo un amante di Amalia Guglielminetti. Il volume, ripubblicato da Papero editore di Piacenza, è una raccolta di racconti, quindici per la precisione, nei quali l’autrice indaga il rapporto tra uomo e donna. Una scelta di valore, che permette a noi del 2020 di conoscere la scrittura della Guglielminetti, poetessa e scrittrice nata a Torino nel 1881.

Da subito i lettori sono trascinati dentro un mondo ben diverso da quello dove viviamo oggi, una dimensione nella quale Amalia indaga in modo approfondito lo stato d’animo e i sentimenti delle donne protagoniste (ma anche dei loro comprimari uomini) e il buio(tormento) che le anima.

 

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Il titolo del libro prende origine da una delle storie, quella in cui la protagonista (Isa) è alle prese con il marito, il commendatore Paolo Sauri, il quale insinua il fatto che lei abbia un amante e lo tradisca. Interessante anche il racconto Il capolavoro dove davanti al dipinto La signora delle orchidee molti spettatori si interrogano sul concetto di amore e di tradimento, fino a quando il pittore incontrerà tra gli spettatori – e dopo anni – la modella del quadro, nonché amante.

“Quando avevo un amante”, quasi cent’anni e non sentirli

I diversi personaggi, donne soprattutto, vivono in modo intenso ciò che per loro è l’amore, anche se in alcune occasioni non mancano dei fraintendimenti o doppi sensi, come avviene nel racconto Una donna bizzarra, nel quale Miss Yorrison è una giovane milionaria americana che ama sedurre e abbandonare gli uomini. Nel racconto della scrittrice torinese la Yorrison ridicolizza il giovane che ha sedotto e lui, una volta compreso l’accaduto, non perderà tempo nel vendicarsi dell’offesa subita.

Tante donne, tanti modi di agire e di vivere l’amore. Molta sensualità e passionalità messa su carta e che fecero scalpore quando il libro venne pubblicato nel 1923 e poi ristampato nel 1933. Intendiamoci non c’è nulla da “bollino rosso” o di vietato ai minori, ma se pensiamo all’epoca in cui il libro venne pubblicato, raccontare certi modi di vivere e approcciarsi all’amore erano del tutto impensabili.

L’atmosfera di ogni singola storia è velata da una profonda sensualità che affonda nel cuore di ognuna delle protagoniste spesso abili nel sedurre, nell’avere un amante e nell’essere convinte che il consorte non scoprirà mai la tresca amorosa come accade alla signora Siffredi ne La chiave del mistero. Altre volte invece le donne sono carnefici come in La moglie di don Giovanni, dove il marito si presenta come un libertino, mentre invece è la moglie ad avere un compagno segreto e a lasciare il consorte per cominciare la vita con qualcun altro.

“Quando avevo un amante”, quasi cent’anni e non sentirli

I racconti di Quando avevo un amante sono intriganti, sensuali, a volte l’intreccio delle storie è abbastanza prevedibile, ma la Guglielminetti propone dei tipi donna (leali, buone manipolabili e in opposizione ci sono le fredde calcolatrici) che ardivano godersi la vita e l’amore vero e passionale da un lato e, dall’altro, figure femminili che avevano tutto, ma che provavano il desiderio di qualcosa in più per sentirsi vive e lo cercavano… fuori dal matrimonio. Accanto a tutte queste mogli o fidanzate ci sono molti mariti e fidanzati che spesso, con le loro azioni, parole e riflessioni, creano delle situazioni nelle quali le loro compagne di vita sono in un certo senso spinte a determinati comportamenti, poiché sono alla ricerca di quell’amore che il tetto coniugale non è più in grado di dare loro.

Interessante da questo punto di vista è percepire durante la lettura i set di ambientazione per scoprire che ognuna delle tresche amorose, piene di sotterfugi, di ambiguità e spesso anche rivalità non ha per scenario l’ambiente popolare. Ogni episodio narrato si svolge nel mondo nobile o alto borghese, in case dove il lusso, la bellezza, la perfezione (apparente) dominano a tal punto da diventare per le protagoniste una sorta di carcere dal quale evadere con l’eccesso.

Il libro ripubblicato da Papero editore presenta un’interessante prefazione di Ilaria Rossetti che accompagna i lettori alla scoperta delle donne protagoniste di Quando avevo un amante e della Guglielminetti.

 

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Alla fine del libro sono invece riportati alcuni articoli di giornali del passato che documentano la burrascosa storia d’amore tra la Guglielminetti e Pitigrilli (Dino Segre), scrittore e giornalista, che li portò anche in tribunale. Non mancano articoli sulla scomparsa dell’autrice, avvenuta per setticemia a causa di una ferita che si era procurata cadendo dalle scale mentre tentava di raggiungere di corsa un rifugio antiaereo dopo aver sentito le sirene dell’allarme aereo.

Con Quando avevo un amante Amalia Guglielminetti ha creato una raccolta di racconti che ha quasi un secolo di vita e che permette a noi lettori contemporanei di conoscere un mondo di personaggi di ieri, testimoni delle stesse fragilità umane ed emotive presenti ancora al giorno d’oggi.


Per la prima foto, copyright: Alejandra Quiroz su Unsplash.

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