Quali sono le migliori università in Italia?
Per riuscire a individuare quali sono le migliori Università in Italia bisogna preventivamente fare qualche riflessione su cosa rappresentano nel nostro Paese istruzione e cultura.
«Il diritto all’istruzione è un diritto fondamentale», principio sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani adottata dai Paesi membri delle Nazioni Unite fin dal 1948. Ora che siamo nel Terzo Millennio dovremmo anche aggiornare il concetto di “istruzione come diritto fondamentale” che sembra essere rimasto ancorato a retaggi temporali e culturali del secolo passato. L’articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani continua asserendo che «ognuno ha il diritto ad avere un’istruzione. L’istruzione dovrebbe essere gratuita, almeno a livelli elementari e fondamentali». Oggi questo non basta più. Bisognerebbe garantire a tutti i giovani cittadini di una Nazione una formazione adeguata ai tempi, che consenta loro non solo di scrivere e leggere nella propria lingua ma di affrontare in maniera adeguata la globalizzazione, un’istruzione che permetta loro di vivere appieno il mondo che li circonda e non marginalmente solo il proprio Paese. Tutto ciò dovrebbe essere adeguato alle inclinazioni personali di ognuno e ovviamente gratuito.
In Italia abbiamo il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e delle Ricerca (MIUR) il cui compito è l’amministrazione del sistema scolastico nazionale. Nel nostro Paese quindi possiamo vantare la presenza di un servizio di istruzione pubblico, cioè dello Stato, usufruibile da ogni cittadino. Perché allora lo studio è sempre più a carico della famiglia o di chi per essa?
Stando ai dati del Rapporto dell’OCSE Education at a Glance 2013 l’Italia è:
- Ultima per percentuale di spesa pubblica destinata all’Istruzione.
- Quart’ultima per rapporto studenti/docenti.
- In quattordicesima posizione per spesa cumulativa per studente.
- In decima posizione per le tasse universitarie (terza in Europa).
- Quarta per percentuale di spesa privata (seconda in Europa).
- Penultima per percentuale di laureati nella fascia più giovane (25-34 anni).
Molto interessante è stato visionare il grafico di comparazione tra i costi e i benefici pubblici di un laureato italiano. A fronte di una spesa equivalente a circa 40 000 dollari americani si ottengono benefici per l’equivalente di oltre 200 000 dollari americani. Inoltre tra coloro che hanno conseguito la laurea si osserva una minore probabilità di disoccupazione.
- 79% – Tasso di occupazione dei laureati italiani (media OCSE 84%).
- 75% – Tasso di occupazione dei diplomati italiani (media OCSE 84%).
- 58% – Tasso di occupazione per chi si è fermato alla media inferiore (media OCSE 58%).
Alla luce dei risultati della ricerca condotta dall’OCSE si chiariscono anche quelli relativi alla classifica delle Top 800 Università del mondodi QS World University Rankings, nella quale infatti figurano 26 Atenei italiani ma solo a partire dalla 188° posizione. Una prolungata politica votata alla riduzione sistematica e costante dei finanziamenti e delle risorse da impiegare per l’istruzione e la formazione dei giovani non poteva non avere delle conseguenze, evidenti nel confronto con altre realtà contemporanee nelle quali lo studio e la ricerca costituiscono una fetta ben superiore del 9% della spesa pubblica, cosa che accade in Italia.
Gli Atenei italiani presenti nella classifica Top Universities di QS World e QS Stars sono:
· Università di Bologna (188°).
· Università La Sapienza di Roma(196°).
· Politecnico di Milano (230°).
· Università di Milano (235°).
· Università di Pisa(259°).
· Università di Padova (267°).
· Università degli studi di Roma – Tor Vergata (320°).
· Politecnico di Torino (370°).
· Università di Firenze (379°).
· Università di Napoli Federico II (397°).
· Università di Torino (399°).
· Università degli studi di Pavia (411°).
· Università di Trento (441°).
· Università Cattolica del Sacro Cuore (451°).
· Università di Genova (451°).
· Università di Milano – Bicocca (491°).
· Università di Siena (501°).
· Università di Trieste (501°).
· Università di Perugia (601°).
· Università di Modena (651°).
· Università Ca’ Foscari di Venezia (701°).
· Università di Catania (701°+).
· Università degli studi Roma Tre (701°+).
· Università di Bari(701°+).
· Università di Brescia (701°+).
· Università di Verona (701°+).
Il punteggio della classifica delle Top 800 Universities of the world è stato ottenuto dalla media dei punteggi acquisiti nelle sei categorie (ateneo, rettore, corpo docente, docenti internazionali, studenti internazionali, menzione per facoltà), la classifica 2014 «Sole24Ore» sulle migliori e peggiori Università italiane invece suddivide gli Atenei in “pubblici” e “privati” e li valuta tenendo conto di ben 12 indicatori (sostenibilità, borse di studio, attrattività, stage, mobilità internazionale, dispersione, efficacia, voto degli studenti, occupazione, qualità scientifica, competitività nella ricerca e qualità dei dottorati).
Le 20 migliori Università italiane secondo la classifica 2014 «Sole24Ore» sono:
Atenei Statali.
1. Verona.
2. Trento.
3. Milano Politecnico.
4. Bologna.
5. Padova.
6. Marche Politecnico.
7. Venezia Ca’ Foscari.
8. Milano Bicocca.
9. Siena.
10. Torino Politecnico.
Atenei non Statali.
1. Milano San Raffaele.
2. Milano Bocconi.
3. Roma Luiss.
4. Roma Campus Biomedico.
5. Bolzano.
6. Castellanza Liuc.
7. Milano Cattolica.
8. Aosta.
9. Roma Lumsa.
10. Napoli Suor Orsola Benincasa.
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A risultati pressoché analoghi a quelli finora analizzati ha portato lo studio condotto dall’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR). Nel Rapporto sullo stato del Sistema Universitario e della Ricerca 2013 si leggono infatti valutazioni simili a quelle effettuate dall’OCSE. Vengono inoltre censiti i componenti del personale universitario che, tra professori, ricercatori, personale non strutturato e personale tecnico-amministrativo, si compone di 135 055 unità. Gli immatricolati totali nello stesso anno sono stati 270 000. Se escludiamo il personale tecnico-amministrativo ne risulta un rapporto di 1:3.
Una parte dello studio di indagine, quella relativa alla qualità della Ricerca in Italia, era già stata pubblicata lo scorso anno. Per individuare i migliori Atenei è stata compiuta una suddivisione disciplinare in 14 aree scientifiche e delle strutture universitarie in tre grandi categorie (Grandi, Medi, Piccoli). Questa pubblicazione è importante in quanto ha costituito la base di analisi per la ripartizione dei Fondi Nazionali di finanziamento alla Ricerca ma lo è anche perché può rappresentare una valida guida nella scelta di uno studente.
Anche il Censis ha adottato un criterio simile per stilare la sua Classifica delle Università 2013-2014 suddividendo gli Atenei in Mega, Grandi, Medi, Piccoli e Politecnici e valutandoli in base ai servizi, alla spesa per borse di studio e altri interventi, alla struttura, al web, all’internazionalizzazione. Riportiamo i risultati prendendo in considerazione soltanto le prime tre posizioni per ogni gruppo.
MEGA
1. Bologna.
2. Padova.
3. Pisa.
GRANDI
1. Pavia.
2. Calabria.
3. Parma.
MEDI
1. Siena.
2. Trieste.
3. Sassari.
PICCOLI
1. Camerino.
2. Teramo.
3. Tuscia.
POLITECNICI
1. Milano.
2. Torino.
3. Venezia.
Margherita Hack sosteneva che «La scarsa considerazione che la nostra classe politica e in particolare quella più recente riserva all’istruzione, all’università e alla ricerca è la conseguenza del basso livello culturale della gran maggioranza degli eletti in Parlamento». È opinione di chi scrive che un’adeguata formazione e una solida base culturale siano indispensabili per ogni individuo, indipendentemente dal tipo di lavoro o professione deciderà o sarà costretto a svolgere nella propria vita, che i mezzi per portare avanti tale processo debbano essere forniti in maniera costante dalle Istituzioni il cui compito principale è quello di tutelare la vita, la salute, la mente e la dignità dei propri cittadini. Martin Luther King affermava: «La speranza di vedere tutte le genti ottenere oltre ai pasti per il corpo, istruzione e cultura per la loro mente e dignità, uguaglianza e libertà per il proprio spirito».
Sembra ovvio e scontato che avendone possibilità, soprattutto economica, uno studente opterà per qualche grande e rinomato Ateneo per portare avanti e a compimento il suo percorso di studio scolastico anche per l’eventualità di riuscire in tal mondo a inserirsi presto e al meglio nel mondo del lavoro, ma il consiglio che sento di rivolgere ai ragazzi più o meno giovani che intendono iscriversi a un corso di Laurea universitario e magari tentennano per l’elevato costo è quello di valutare senza riserve e pregiudizi pure gli Atenei più piccoli o considerati inferiori in quanto anche lì sarà facile trovare docenti preparati e colleghi con cui condividere il meraviglioso percorso che vi condurrà attraverso sentieri nuovi, diversi, approfondimenti di tematiche e realtà finora sconosciuti, di analisi della vita e del mondo da nuove e varie angolazioni e allora sarà chiaro il senso della conoscenza che non è solo e non è tanto una questione economica ma mentale e civile. Parafrasando John Lubbock, «La cosa importante non è tanto che ad ogni giovane debba essere insegnato, quanto che ad ogni giovane debba essere dato il desiderio di imparare, conoscere… sognare» e solamente a questo punto si potrà essere certi di aver individuato quale sia e di aver scelto la migliore Università in Italia e nel Mondo.
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