Qual è la natura dell’amore? Ce lo racconta John Burnside
«Un meraviglioso memoir e uno studio rivelatore sulla natura dell’amore», con queste parole il «Guardian» ha definito La natura dell’amore, ultimo romanzo di John Burnside, tradotto da Giuseppina Oneto e pubblicato in Italia da Fazi nella collana Le strade.
Lo scrittore e poeta scozzese è una delle voci più insigni della letteratura contemporanea del Regno Unito. Nato nel 1955 a Dunfermline da un’umile famiglia operaia, il padre era un minatore alcolizzato e violento. Ha vissuto con i genitori prima a Cowdenbeath, poi a Corby, nel distretto dell’acciaio. L’autore ha raccontato il drammatico rapporto con il padre in A lie about my father, opera autobiografica in cui denuncia le violenze subite in casa, che l’hanno indotto all’abuso di alcol e droghe e al ricovero in una clinica psichiatrica. Nel 2000 ha vinto il Whitbread Poetry Award per The Asylum Dance e nel 2008 il The Cholmondeley Award, uno dei più importanti premi di poesia del Regno Unito. Ha scritto numerosi racconti e romanzi. Insegna scrittura creativa all’Università di St Andrews, vive in Scozia con moglie e figli.
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In La natura dell’amore, Burnside riflette sul significato dell’amore attraverso le esperienze personali. Un libro autobiografico e ricco di introspezioni, digressioni, accompagnate dalla musica che ha fatto da colonna sonora alla sua tormentata vita. Egli stesso ha confessato che nei momenti più bui della propria esistenza la musica ha rappresentato un motivo per il quale valesse la pena restare al mondo.
Il suo primo amore è Madeleine, la cugina più grande di dieci anni che ogni sabato andava a trovare la madre. Il piccolo John le osservava mentre chiacchieravano, affascinato dalle sue dita affusolate e dallo smalto rosso ciliegia o azzurro polvere.
Il suo primo batticuore gli fece capire che i testi delle canzoni d’amore che passavano alla radio avevano un significato. Quando a casa della cugina ascolta I Put a Spell on You nella versione di Nina Simone, si rende conto di non aver sentito mai nulla di più bello. Nel frattempo il padre accetta un lavoro nell’acciaieria di Corby, la “New Town”, costruita a seguito del New Towns Act del 1946. Il trasferimento a sud pose fine alle visite di Madeleine. Tuttavia, quel primo amore, così forte e travolgente, non lo abbandonerà mai. Ogni donna che incontrerà non sarà altro che un suo riflesso.
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A vent’anni incontra Christine, per la quale ha un vero e proprio colpo di fulmine. La desidera profondamente ma decide di fuggire da lei senza una valida ragione. Anni dopo, interrogandosi sul perché del suo comportamento, capisce che a bloccarlo era stata la paura di trasformarsi in una coppia, come i propri genitori. Christine rappresenta il simbolo di una felicità irraggiungibile, quindi perfetta. È lo stesso John a tenerla a distanza.
Figura dominante nella sua vita è la madre, una donna devota al marito tiranno e schiava delle convenzioni della Chiesa. Dopo la morte ne comprese i comportamenti, che prima considerava inspiegabili.
Lo scrittore ripercorre la sua vita dall’inizio, fermandosi a ricordare gli episodi più significativi impressi nella sua memoria. Il lettore è proiettato indietro nel tempo, entrando a contatto con gli aspetti culturali che hanno influenzato l’autore: il jazz, la musica rock, i paesaggi invernali del nord della Norvegia fino ai viaggi con LSD a Cambridge.
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Le esperienze vissute lo hanno plasmato nel profondo e segnato, come il periodo nella clinica psichiatrica, in cui aveva difficoltà a riconoscere cosa è reale e cosa inventato.
Un libro autentico in cui Burnside mette a nudo la sua anima, emozionandoci pagina dopo pagina fino a farci commuovere. Una riflessione sull’amore e sull’esistenza umana, scritto con un linguaggio a tratti poetico.
La frase conclusiva riassume il suo pensiero:
«Ci rincontreremo. Ci rincontreremo sempre, e ancora e ancora e ancora. Ma non come l’idea che avevamo di noi».
La natura dell’amore è un libro impegnativo che inevitabilmente induce il lettore a scavare nella propria memoria, elaborando un pensiero personale sulle molteplici forme d’amore.
Per la prima foto, copyright: Anete Lusina.
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