Produzione libraria in Italia, i dati Istat
Sono stati resi noti questa mattina dall’Istat i risultati dell’Indagine sulla produzione libraria condotta nel 2014 al fine di «offrire una panoramica sull’offerta di libri in Italia e sulle principali caratteristiche del settore editoriale».
Al centro dell’indagine circa 2.200 editori, tra i quali anche le aziende e gli enti che stampano libri e pubblicazioni come attività secondaria e che sono presenti, seppure in modo non continuativo, sul mercato editoriale.
L’indagine, condotta attraverso interviste dirette, permette di delineare alcuni aspetti del settore sulla base di dati statistici relativi agli editori attivi e alle opere prodotte.
Vediamo, dunque, da vicino alcuni dei dati relativi alla produzione libraria del 2014.
Numero di editori intervistati
L’attuale indagine si basa su 2.112 editori (gli altri intervistati appartengono alle macro-categorie indicate sopra) di cui 39 nuovi, 98 cessati e 405 con produzione nulla, con una variazione del -6,05% rispetto al 2013 e del -19,36% rispetto al 2012.
Quale regione ha più editori attivi?
L’Istat propone anche un dato interessante relativo alla distribuzione geografica del numero degli editori attivi. L’analisi evidenzia che a dominare è il Nord-ovest, anche se lo scarto rispetto al Centro è minimo. Il Sud, invece, è in una posizione di netto distacco rispetto alle altre aree del Paese, se si escludono le Isole.
Zona | Numero di editori attivi |
Nord-ovest | 469 |
Centro | 430 |
Nord-est | 326 |
Sud | 182 |
Isole | 74 |
L’analisi dei dati per regione, invece, evidenzia una preponderanza della Lombardia con 289 editori attivi, seguita dal Lazio e dalla Toscana, mentre Molise, Valle d’Aosta e Basilicata fanno da fanalino di coda.
LEGGI ANCHE – Produzione e lettura di libri in Italia 2014
Regione | Numero di editori attivi |
Lombardia | 289 |
Lazio | 236 |
Toscana | 135 |
Emilia Romagna | 132 |
Piemonte | 130 |
Veneto | 108 |
Campania | 75 |
Sicilia | 51 |
Puglia | 50 |
Friuli Venezia Giulia | 48 |
Liguria | 45 |
Trentino Alto Adige | 38 |
Umbria | 32 |
Marche | 27 |
Abruzzo | 27 |
Sardegna | 23 |
Calabria | 19 |
Basilicata | 7 |
Valle d’Aosta | 5 |
Molise | 4 |
Numero di opere pubblicate
Rispetto al 2013, i dati del 2014 fanno registrare un calo complessivo del 6,69% per le opere pubblicate e un calo del 7,6% per la tiratura totale e del 0,95% per la tiratura media.
Proviamo a vedere più da vicino i dati relativi al 2014:
Tipi di edizione | Opere pubblicate | Variazione 2013 | Tiratura media | Variazione 2013 |
Prime edizioni | 36.442 | -6,9% | 2.880 | +3,78% |
Edizioni successive | 3.763 | +6,45% | 2.657 | -11,70% |
Ristampe | 17.615 | -8,53% | 3.006 | -7,16% |
Si tratta, dunque, soprattutto di prime edizioni (se andiamo a considerare il valore assoluto), mentre in termini di tiratura media il dato più elevato va alle ristampe, anche se va evidenziato che, rispetto al 2013, la tiratura media delle prime edizioni è cresciuta di quasi il 4%, e il numero delle opere pubblicate in edizioni successive alla prima è cresciuto più del 6%.
Altro dato interessante è quello relativo al numero di opere prodotte (e relativa tiratura media) e valore della produzione per tipologia di editore:
Tipi di editore | Opere pubblicate | Variazione 2013 | Tiratura media | Variazione 2013 | Valore della produzione libraria (milioni di €) |
Piccoli editori | 3.484 | -26,30% | 1.623 | +36,27% | 76,47 |
Medi editori | 12.793 | -8,42% | 1.255 | -3,01% | 286,31 |
Grandi editori | 44.144 | -6,47% | 3.385 | -2% | 3.115,48 |
È evidente che a controllare il mercato e la produzione siano i grandi editori, mentre per i piccoli editori si nota una contraddizione nei dati: a una forte flessione nel numero delle opere (pari a oltre il 26%) corrisponde una crescita nella tiratura media di oltre il 36%. Il che equivale a dire che i piccoli editori producono meno opere ma con una tiratura maggiore rispetto al 2013. Per i medi e i grandi editori, invece, dobbiamo parlare in entrambi i casi di una flessione in negativo.
In quale regione italiana si pubblicano più opere?
L’analisi evidenzia che a dominare, anche in questo caso, è il Nord-ovest, mentre lo scarto tra Centro e Nord-est è minimo.
Il Sud, invece, è in una posizione di netto distacco rispetto alle altre aree del Paese.
Zona | Numero di opere |
Nord-ovest | 28.427 |
Centro | 11.565 |
Nord-est | 11.256 |
Sud | 5.596 |
Isole | 976 |
Lombardia e Lazio si confermano nelle prime due posizioni per numero di opere pubblicate, confermando la leadership ricoperta anche per il numero di editori attivi. In relazione alle opere, però, la Toscana si lascia superare da Emilia Romagna e Piemonte, confermando che non sempre il numero degli editori attivi è in relazione a quello delle opere pubblicate. Un esempio chiaro di quest’aspetto è rappresentato dalla Puglia che con soli 50 editori attivi arriva a produrre ben 3.171 opere, mentre il Veneto con 108 editori produce appena 1.996 opere.
Regione | Numero di opere |
Lombardia | 22.292 |
Lazio | 7.063 |
Emilia Romagna | 6.835 |
Piemonte | 5.467 |
Toscana | 3.461 |
Puglia | 3.171 |
Veneto | 1.996 |
Friuli Venezia Giulia | 1.450 |
Campania | 1.225 |
Trentino Alto Adige | 975 |
Sicilia | 762 |
Calabria | 690 |
Marche | 662 |
Liguria | 607 |
Abruzzo | 402 |
Umbria | 379 |
Sardegna | 205 |
Valle d’Aosta | 61 |
Molise | 54 |
Basilicata | 54 |
Quali tipi di opere si pubblicano?
Per definire la tipologia di opere pubblicate, l’Istat analizza la produzione libraria del 2014 sulla base di tre tipi di edizione.
Tipi di edizione | Opere pubblicate | Variazione 2013 | Tiratura media | Variazione 2013 | Valore della produzione libraria (milioni di €) |
Opere scolastiche | 6.883 | -5,43% | 5.900 | +21,37% | 1.718 |
Opere per ragazzi | 4.621 | -16,95% | 4.769 | -12,17% | 197 |
Opere di varia adulti | 46.316 | -5,72% | 2.272 | -3,85% | 1.563 |
Per tutte e tre le tipologie si evidenzia un calo molto forte nel numero delle opere pubblicate, mentre per la tiratura media si registra un forte incremento per le opere scolastiche.
Molto strano risulta il dato relativo alle opere per ragazzi. Nonostante la tendenza positiva nel numero di lettori, per queste opere si registrano forti cali rispetto al 2013 sia per la quantità prodotta (-16,95%) sia per la tiratura media (-12,17%), anche se per quest’ultimo dato superano di gran lunga le opere di varia per adulti.
Stando ai dati relativi al valore della produzione, le opere scolastiche presentano sempre margini maggiori per gli editori, mentre quelle per ragazzi si confermano nell’ultima posizione con una differenza molto forte rispetto alle altre due categorie, dovuta molto probabilmente al minor numero di opere pubblicate.
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Quali sono i generi più pubblicati?
L’analisi per generi delle opere più pubblicate evidenzia che i settori prediletti dagli editori sono i seguenti:
Genere | Numero di opere pubblicate |
Religione, teologia | 4.064 |
Storia | 3.278 |
Diritto, amministrazione pubblica, previdenza, assistenza sociale e assicurazioni | 2.978 |
Attualità politico-sociale ed economica | 2.798 |
Psicologia | 2.007 |
L’analisi della tiratura media, invece, mette in evidenzia generi differenti, facendo pensare a una discrepanza anche per i vari settori tematici tra il numero delle opere pubblicate e la rispettiva tiratura:
Genere | Numero di tiratura media |
Libri di testo per le scuole primarie | 16.710 |
Divertimenti, giochi e sport | 6.012 |
Dizionari | 5.213 |
Cucina e ricettari vari | 4.808 |
Testi letterari classici | 2.982 |
Fumetti | 2.910 |
Dalle tabelle riportate in questa sezione sono esclusi i testi letterari moderni che saranno trattati di seguito.
E la narrativa?
Sono oltre 10 mila i testi di narrativa prodotti dagli editori con una tiratura media di 4.573 e un valore totale della produzione pari a 808 milioni di euro. Quali sono i generi più prodotti e più redditizi?
| Numero di opere | Tiratura media | Valore totale della produzione (milioni di euro) |
Testi letterari moderni (totale) | 10.399 | 4.573 | 808 |
Poesia | 1.535 | 420 | 10 |
Libri di avventura e gialli | 1.508 | 5.333 | 126 |
Altri romanzi e racconti | 7.356 | 5.136 | 672 |
La poesia, ma era prevedibile, è di sicuro quella più povere per tutti e tre i dati presi in esame, mentre i libri di avventura e gialli sono quelli con una tiratura media maggiore anche rispetto ad altri romanzi e racconti, che invece presentano il valore totale della produzione più alto, superando i 650 milioni di euro.
E gli ebook?
L’indagine sulla produzione libraria dedica uno spazio di rilievo, poi, al mercato degli ebook che contano, in Italia, 17.140 opere prodotte (sia in maniera esclusiva sia come modalità alternativa alla versione cartacea) di cui:
- 354 da piccoli editori.
- 1.755 da medi editori.
- 15.031 da grandi editori.
Si tratta soprattutto di prime edizioni (9.768) e ristampe (6.471) nella categoria varia per adulti (13.078).
E proprio riguardo agli ebook, l’Istat ha posto agli editori intervistanti due domande importanti rispetto al rapporto dei lettori con gli ebook e ai possibili ostacoli alla loro diffusione.
Cosa apprezzano i lettori degli ebook?
Secondo gli editori intervistati, il motivo principale per cui i lettori apprezzano gli ebook è da ricercarsi nella maggiore economicità e nella comodità di trasporto, mentre tutto ciò che è più strettamente connesso alla tecnologia risulta in posizione distaccata. In particolare, ecco le risposte degli editori:
- Il prezzo di vendita inferiore a quello dell'edizione cartacea: 66,2%
- La facilità di archiviazione e trasporto dei contenuti: 41,8%
- L'interattività nella fruizione(ricerche sul testo, segnalibri, note, formattazione, ecc.): 20,0%
- La facilità di reperimento e di acquisizione dei titoli: 15,1%
- La multimedialità dei contenuti: 11,0%
- L'intercambiabilità dei supporti di lettura(leggibilità su più dispositivi): 7,2%
- L’ampia varietà dell’offerta di titoli: 6,4%
- L'aggiornabilità dei contenuti: 4,3%
- Altro: 4,3%
Quali ostacoli per gli ebook?
Manca l’odore della carta: si potrebbe riassumere così la ragione per cui, secondo gli editori, gli ebook incontrano molti ostacoli alla loro diffusione, oltre alle deboli competenze in ambito informatico dei lettori italiani.
Nel dettaglio, ecco le risposte:
- L'immaterialità del libro digitale: 40,4%
- La scarsa alfabetizzazione informatica nell'utilizzo delle nuove tecnologie: 36,0%
- La mancanza di un formato e-book standard: 20,2%
- Il prezzo dei dispositivi di lettura: 17,6%
- Lo scarso comfort visivo: 14,7%
- La scarsa disponibilità di titoli in italiano: 10,7%
- La rapida obsolescenza della tecnologia: 9,7%
- Il prezzo degli e-book: 7,7%
- La scarsa interattività: 5,8%
- Altro: 4,7%
- L'incertezza nella definizione delle royalties e del copyright: 4,5%
Distribuzione e commercializzazione: ecco le parole centrali
L’analisi della produzione libraria in Italia non può esimersi dal prendere in considerazione altri due aspetti centrali, ponendo agli editori due quesiti:
Quali sono i canali di distribuzione più strategici?
- Le librerie indipendenti: 43,8%
- I canali di vendita on line(librerie on line, siti di e-commerce, ecc.): 29,5%
- La grande distribuzione organizzata(supermercati, multistore, ecc.): 9,9%
- Le librerie di catena: 8,4%
- I punti vendita generici(edicole, cartolerie, autogrill, uffici postali, ecc.): 4,8%
- Altro: 3,7%
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Quali canali usano per commercializzare?
- Le librerie indipendenti: 82,4%
- Canali di distribuzione on line (librerie on line, siti di e-commerce, ecc.): 79,1%
- Le librerie di catena: 61,0%
- Punti vendita non specializzati (edicole, cartolerie, rivendite in centri commerciali, supermercati, stazioni, uffici postali, autogrill, cinema, altri esercizi pubblici, ecc.): 42,9%
- Nessuno dei canali di commercializzazione indicati: 6,3%
Sorprendono due dati: le librerie indipendenti, considerate strategiche da meno del 48% degli editori sono utilizzate invece da quasi l’83% degli editori, mentre la bassa considerazione sul piano strategico che gli editori riservano ai canali di vendita online e alle librerie di catena è completamente ribaltata se andiamo a guardare i canali effettivamente utilizzati. Sembra, dunque, che gli editori siano “costretti” a usare dei canali di vendita che loro stessi faticano a considerare strategici.
Perché in Italia si legge poco? La colpa è della scuola e dei media!
Stando agli editori, una delle ragioni della crisi del sistema editoriale sono i bassi tassi di lettura. Ma perché, in Italia, si legge poco?
- Mancanza di efficaci politiche scolastiche di educazione alla lettura: 48,7%
- Bassi livelli culturali della popolazione: 35.8%
- Insufficienti politiche pubbliche di incentivazione all’acquisto dei libri: 33,2%
- Scarsa promozione dei libri e della lettura da parte dei media: 29,9%
- Scarsa diffusione di librerie e altri punti vendita qualificati: 18,7%
- Prezzi di copertina troppo elevati: 14,4%
- Scarsa qualità delle proposte editoriali: 5,9%
- Scarsa diffusione di biblioteche e strutture pubbliche per la lettura: 4,8%
- Altro: 3,7%
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Le risposte, in questo caso, sono abbastanza tradizionali ed evidenziano una propensione all’autogiustificazione, dato che solo meno del 6% degli editori ha messo in conto la possibilità che si legga poco a causa della scarsa qualità delle proposte editoriali e poco più del 14% ha evidenziato l’eccessivo costo dei libri. La maggior parte degli editori, invece, responsabilizza la scuola, la politica, i media e gli altri operatori del settore.
Crisi dell’editoria, ecco come uscirne
Anche in questo caso, le risposte degli editori lasciano trasparire la tendenza ad attendere un intervento dall’esterno in termini di incentivi economici pubblici sotto varie forme. Solo una piccola parte degli editori intervistati pone in evidenza la necessità di un cambiamento di approccio al mercato.
- Sviluppare le forme di distribuzione dei prodotti editoriali: 31,3%
- Facilitare l'accesso al credito ai piccoli e medi editori: 26,2%
- Promuovere incentivi pubblici per l’acquisto di libri ed e-book: 25,6%
- Promuovere politiche di riduzione dei prezzi: 14,2%
- Sviluppare le forme di cooperazione tra i diversi operatori economici del settore: 13,8%
- Promuovere la formazione professionale per sviluppare nuove competenze: 11,9%
- Accrescere la qualità dei prodotti editoriali offerti: 11,1%
- Promuovere detrazioni fiscali per gli esercizi commerciali che applicano sconti su libri e e-book: 10,3%
- Accrescere la presenza su Internet e l'attività online: 6,0%
- Sviluppare tecnologie per migliorare i processi produttivi: 5,6%
- Altro: 5,5%
- Potenziare la presenza sul mercato estero: 4,6%
- Accrescere la varietà del catalogo: 3,3%
Colpisce soprattutto che appena il 6% degli editori senta la necessità di accrescere la propria presenza su internet e di incrementare le attività online. Il dato, comunque, risulta in linea con quanto dichiarato dagli editori a proposito dell’impatto della digitalizzazione del settore nei prossimi tre anni. Per più del 40%, infatti, tale impatto sarà soltanto abbastanza positivo, mentre oltre il 20% lo ritiene irrilevante e per quasi il 10% sarà abbastanza negativo.
Dall’indagine sulla produzione libraria in Italia, così come evidenziata dai dati Istat, emerge un trend negativo per tutti i parametri presi in esame: numero di editori, opere pubblicate e tiratura media.
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