Prima uscita per i finalisti del Premio Campiello 2015
Prima uscita per i finalisti del Campiello 2015 avvenuta lo scorso 23 giugno all’ormai collaudato (e bellissimo) palazzo Franchetti di Venezia. Riassumiamo brevemente chi sono i final five di quest’annoe cos’hanno scritto:
· Antonio Scurati con Il tempo migliore della nostra vita (Bompiani)
La storia di Leone Ginzburg, fondatore della casa editrice Einaudi assieme a Cesare Pavese e coraggioso oppositore del fascismo, s’intreccia a quelle della famiglia Scurati, dei nonni dello scrittore che gli anni della guerra li hanno vissuti da persone “normali”.
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· Vittorio Giacopini con La mappa (Il Saggiatore)
Romanzo storico e al contempo antistorico, racconta la storia del cartografo di Napoleone Serge Victor (figura non realmente esistita), illuminista convinto e fiducioso nell’ascesa del futuro imperatore, che vede cadere tutti i suoi ideali.
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· Marco Balzano con L’ultimo arrivato (Sellerio)
Ninetto è un povero figlio di poveri nel sud degli anni Cinquanta che decide di emigrare da solo al Nord, nella Milano industriale e di crearsi una nuova vita.
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· Paolo Colagrande con Senti le rane (Nottetempo)
La storia di Zuckermann (non quello di Roth), un prete che si crede un santone e la cui prospettiva cambierà con l’arrivo delle stagioni e della passione amorosa.
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· Carmen Pellegrino con Cade la terra (Giunti)
Con tonalità poetiche forti ed esplicite, il libro racconta la storia di Estella, giovane ragazza che decide di rimanere a vivere ad Alento, il suo paese natale ormai disabitato, e di saggiare con mano le varie dimensioni dell’abbandono.
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Sono arrivato piuttosto in anticipo a palazzo Franchetti, casualmente in contemporanea con i quattro finalisti (Giacopini non era presente a causa di una fastidiosa polmonite) che sono stato poi a osservare alle prese con la pioggia battente, le foto di gruppo all’aperto e l’insistenza dei fotografi. Osservando in particolare la sicurezza di un personaggio come Scurati, il quasi imbarazzo di una valida scrittrice al suo primo romanzo come la Pellegrino, l’ambizione negli occhi di Balzano accanto all’aria calma e acuta di Colagrande, mi sono convinto che questa sia senz'altro un’edizione del Campiello da seguire.
La cinquina infatti sembra piuttosto differenziata: quest’anno andiamo da Scurati, il più conosciuto dei cinque, già vincitore di un’edizione del Campiello e abituato a occasioni del genere (non a caso a palazzo Franchetti è sembrato quello più a suo agio), a Carmen Pellegrino, giovane autrice ancora sotto la quarantina, al suo esordio assoluto in narrativa, da Giacopini, figura piuttosto prestigiosa e apprezzata dall’ambiente culturale italiano, a Balzano, professore di liceo con alle spalle già un paio di pubblicazioni, a Colagrande, già vincitore del Premio Campiello Opera Prima nel 2007.
L’idea è che quest’edizione non abbia nulla da invidiare alle precedenti: ci lamentiamo spesso che i nomi che girano in Italia siano sempre gli stessi? Che non si dia mai spazio ai giovani? Alle case editrici indipendenti? Che le scrittrici vengano poco spesso considerate? Eccoci smentiti con questa cinquina, composta da una giovane donna esordiente, case editrici indipendenti e nomi di sicuro spessore letterario.
Ora l’organizzazione si prepara per iniziare il tour di date e di presentazioni che porterà la cinquina finalista a girare per tutta Italia (calendario consultabile qui) fino ad arrivare all’usuale premiazione del vincitore al teatro La Fenice di Venezia.
Intanto questa prima uscita dei finalisti del Campiello 2015 ha rappresentato un ottimo avvio, sperando che i cinque libri e i loro autori possano essere in grado di confermare queste prime impressioni.
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