Prima pubblicare, poi presentare
Pubblicato è pubblicato. Mamma, papà, fratelli, sorelle ci hanno già dato una pacca sulla spalla, come a dire «Sei scrittore, ora, va’!». L’abbiamo anche mandato in giro, quel fagottino di fogli, alle redazioni dei blog letterari e ad alcune testate giornalistiche. E qualche conoscente virtuale ci ha risposto, elogiandoci, come a dire «Sei scrittore, ora, dai!».
Gli amici hanno dato un sacco di like e share al link del romanzo ed è piaciuta loro anche la copertina che abbiamo messo come immagine del profilo sui social network. La strada è in salita ed è dura, ma profuma di«Sei scrittore, ora, puoi farcela!».
E poi arriva quel momento in cui, guardandoti allo specchio, trattieni a stento un sorriso sornione che sa di «Sono scrittore, ora, sì!». Tra le mail, che controlli come un forsennato, ne è giunta una dalla libreria della tua città che ti risponde alla richiesta per una presentazione del tuo romanzo nel loro spazio. Gli scrittori lo fanno: incontrano il loro pubblico e autografano le copie. Fremi, diventi una capsula effervescente gettata in un bicchier d’acqua, nei giorni appena precedenti al tuo primo incontro col pubblico. Prendi parola e sei emozionato, quasi non riesci a focalizzare bene la realtà e quasi non te ne accorgi che nella sala sono per lo più amici e parenti e che forse quella stessa presentazione potevi farla nel tuo giardino.
E, tutto d’un colpo, quando ripensi alla serata, l’effervescenza svanisce. E anche il sorriso sornione. E il mondo sembra sussurri: «Non sei ancora scrittore!». E il concetto viene rafforzato a fine semestre, quando il piccolo editore t’informa che il numero delle copie vendute coincide con quello dei tuoi conoscenti e famigliari. Fatto sbalorditivo, pubblicato è pubblicato, e anche presentato!
Giunge così il momento in cui ci si rende conto che la presentazione di un libro, essenziale per far conoscere l’autore e il suo lavoro, deve svolgersi con l’aiuto di addetti al lavoro. Non basta che la libreria metta a disposizione uno spazio e non basta vi sia un evento virtuale che pubblicizzi l’imminente presentazione: occorre che dietro vi sia un’associazione, un circolo di lettura, una figura ben nota su quel territorio, perché sono loro quelli che attireranno l’attenzione dei loro contatti sulla manifestazione, e quindi sull’autore esordiente.
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