Premio Strega 2019 – Intervista a Nadia Terranova
Addio fantasmi (Einaudi, 2019) è entrato nella cinquina finalista del Premio Strega, che quest'anno sembra caratterizzata da una forte presenza femminile (tre autrici su cinque finalisti) e da un nuovo interesse per il genere storico, a cui appartengono ben due dei cinque romanzi selezionati.
Quello di Nadia Terranova (di cui trovate qui la recensione) è invece ben radicato nel mondo di oggi e ci parla proprio della difficoltà di liberarsi dei fantasmi del proprio passato per riuscire a vivere in modo pieno e completo il tempo presente.
Avvicinandosi il gran finale del Premio Strega, abbiamo fatto qualche domanda a Nadia Terranova, anche per sapere come si sta preparando all'evento.
Il suo romanzo affronta temi molto delicati, ma che possono coinvolgere tanti lettori: l’incapacità di elaborare un lutto, ma anche di superare un evento traumatico, la difficoltà di un rapporto madre-figlia che è stato alterato da questo evento, la paura di amare che sembra bloccare la protagonista in un matrimonio insoddisfacente. Nei mesi trascorsi dall’uscita del libro ha avuto modo di conoscere le reazioni dei lettori? E quali sono state quelle che l’hanno colpita di più?
È stato come lanciare un sasso nell’acqua e poi sedersi in riva, però girata di schiena. Nel senso che non me lo aspettavo, però è successo: molti lettori hanno trovato nella storia di Ida, al di là degli episodi singoli, quella lacerazione e quei vuoti che sempre ci sono e difficilmente vengono detti, e questo “io” è diventato un “noi”.
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Vivendo da tempo a Roma, che rapporto ha mantenuto con Messina, la sua città natale, dove ha ambientato il libro? Avrebbe potuto collocare altrove questa storia?
No, perché la dualità dello Stretto (due mari, due terre), il suo essere un territorio mitico abitato da leggende bretoni, greche, arabe ne fanno non solo uno scenario ma un vero e proprio protagonista del romanzo. Ida dialoga con lo Stretto e lo Stretto dialoga con Ida. Quanto a me, sono diventata messinese nel momento in cui ho scelto – e non era scontato – che la mia città fosse anche il mio luogo Letterario. Nasciamo in un posto per casualità biologica ma gli apparteniamo solo se lo scegliamo.
Una domanda che si fa sempre agli scrittori è “quanto c’è di autobiografico nel suo romanzo?”. La mia invece è: quanto di lei ci hanno trovato, leggendolo, le persone che la conoscono e le sono più vicine?
Una mia amica d’infanzia mi ha scritto che ha dovuto abbandonarlo perché c’era troppo dolore, non riusciva a sostenerlo, e ha aggiunto: “tu non sei così” – sembrava più una preghiera che una constatazione. Un altro amico mi ha detto invece che non riuscirà mai più a trovarmi con tanta esattezza come dentro queste pagine. La vita è prismatica: ognuno vede un riflesso diverso.
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In questo momento le scrittrici siciliane sembrano aver assunto un ruolo centrale nel panorama letterario italiano: lei è in finale allo Strega, Stefania Auciha scalato la classifica dei libri più venduti con I leoni di Sicilia, poi ci sono i nuovi libri di Tea Ranno e Catena Fiorello, l’esordio interessante di Agata Bazzi… C’è qualcosa di particolare che vi unisce oppure si tratta solo di una coincidenza?
A parte luminose eccezioni (penso a Giuliana Saladino, Maria Costa, Maria Attanasio, e non solo, ovviamente), le figure femminili nella letteratura siciliana rischiavano di restare appiattite su un modello narrato soprattutto dagli uomini. Qualcosa è cambiato e c’è una pluralità molto interessante di donne che raccontano donne attraverso generi e lingue diverse, penso anche ad Alessia Gazzola e Cristina Cassar Scalia, o a un caso interessantissimo come quello di Giovanna Cristina Vivinetto, che nella raccolta poetica Dolore minimo mostra una femminilità che passa attraverso la transizione di genere. C’è un nuovo mondo, ed è giusto che sia raccontato.
Lei ormai alterna con successo libri per adulti e per ragazzi. A chi andrà il suo prossimo lavoro?
Il prossimo in uscita sarà per ragazzi, ma sono già al lavoro sul nuovo per adulti. Continuerò sempre ad alternare.
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Come si sta preparando per la serata finale del Premio Strega 2019?
Devo ancora comprare il vestito giusto. Quel giorno mi prenderò un paio d’ore tutte per me, staccherò il telefono, leggerò qualche pagina da qualcuno dei miei libri preferiti e poi andrò, comunque vada, a godermi la festa.
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