Premio Campiello 2014: diretta live. Vince Giorgio Fontana con "Morte di un uomo felice"
Questo post sarà aggiornato in tempo reale, fino alla proclamazione del vincitore dell’edizione 2014 del Premio Campiello.
Per il secondo anno consecutivo, Sul Romanzo è al Teatro La Fenice per seguire da vicino l’evento, che, nella passata edizione, ha visto come vincitori Ugo Riccarelli con L’amore graffia il mondo (Mondadori) e, per la sezione Opera Prima, Matteo Cellini con Cate, io (Fazi).
Anche per quest’edizione 2014, vi racconteremo il dietro le quinte della manifestazione e cercheremo di raccogliere gli umori e le sensazioni dei finalisti: Mauro Corona (La voce degli uomini freddi, Mondadori), Giorgio Falco (La gemella H, Einaudi), Giorgio Fontana (Morte di un uomo felice, Sellerio), Fausta Garavini (Le vite di Monsù Desiderio, Bompiani) e Michele Mari (Roderick Duddle, Einaudi), oltre a Stefano Valenti vincitore del Premio Campiello Opera Prima con La fabbrica del panico (Feltrinelli).
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Ore 22.00: Vince il Premio Campiello 2014 Giorgio Fontana con Morte di un uomo felice (Sellerio) con 107 voti.
Michele Mari (Roderick Duddle): 74 voti
Mauro Corona (La voce degli uomini freddi): 43 voti
Giorgio Falco (La gemella H.): 36 voti
Fausta Garavini (Le vite di Monsù Desiderio): 31 voti
Ore 21:45: Premio alla carriera a Claudio Magris. Grandi applausi in sala.
Ore 21:39: Premio Campiello Giovani a Maria Chiara Boldrini, con il racconto Odore di sogni.
Ore 21:35: Premio Campiello Giovani dell'Europa ad Ambra Giacometti, per il miglior racconto estero, con Anemia. Sì, è lei, quella che aveva vinto anche l'anno scorso.
Ore 21:30: nuova votazione e Giorgio Fontana è sempre primo.
Ore 21:25: Ricordo di Giuseppe Berto, nato 100 anni fa e vincitore del Premio Campiello. Un neorealista, ma è una categoria che gli stava stretta. Monica Guerritore legge un estratto da Il male oscuro.
Ore 21:20: Giorgio Falco è di turno. "Il distacco del narratore è fondamentale senza eccedere". Marcorè gli chiede dell'ossessione delle merci e Falco risponde: "Tante situazioni nate negli anni Trenta, a me interessava questo".
Ore 21:07: Mauro Corona è al centro del palco. Camicia blu e scarpe da ginnastica rosse: la ritualità del premio! "I premi letterari sono come un'aspirina, fanno bene sul momento, se li vinci. Altrimenti sono come uno shock anafilattico".
Ore 21:05: nuova votazione: Fontana, seguito da Mari, Corona, Falco e Garavini.
Ore 21.00: è il turno di Fausta Garavini. "Il pittore vive in un momento tormentato e la sua mente si sviluppa con queste problematiche". Marcorè annuisce. E basta.
Ore 20.53: premio per Opera Prima a Stefano Valenti, per La fabbrica del panico (Feltrinelli). "Non esiste più l'orgoglio della classe operaia". Tutti si guardano intorno: che sia entrato un operaio a teatro? No, Pennacchi non c'è.
Ore 20.50: questo nella foto è Mario Valeri Manera, il fondatore del Premio Campiello. Ricordiamolo, su!
Ore 20:46: ora tocca a Giorgio Fontana che, visibilmente emozionato, fa un riassunto del romanzo. Ma lo abbiamo letto, eh, fidati di noi, Giorgio, ti abbiamo anche intervistato. Poi dice: "Ho studiato moltissimo" per parlare di temi così importanti. "Noi trentenni dobbiamo combattere per la democrazia e una società più equa".
Ore 20.40: conversazioni con gli scrittori. Michele Mari cita la letteratura del Settecento come una sorta di igiene stilistica. Geppi lo guarda, e noi con lei.
Ore 20:34: primi 50 voti scrutinati: Fontana è primo, seguito da Mari.
Ore 20:22: gli scrittori sono sul palco. Ingressi molto tradizionali. Unica segnalazione interessante: l'applauso che ha accolto Giorgio Fontata. La claque, secondo Geppi Cucciari, che, si sa, è un po' malpensante.
Ore 20:21: un saluto al notaio, immancabile ed elegantissimo, che annuncia che, per la prima volta, lo spoglio dei voti avverrà in teatro.
Ore 20.19: Monica Guerritore e Roberto Zuccato si congedano, e Neri Marcorè ci spiega il meccanismo delle votazioni. No, non siamo a Sanremo, tranquilli, lo spiegheranno una volta sola, anche se io avrei lasciato sul palco la Guerritore ancora un po'.
Ore 20.13: Anche il presidente della Giuria dei Letterati, Monica Guerritore, è sul palco, e ricorda la sua prima esperienza a La Fenice.
Ore 20.11: Roberto Zuccato, presidente di Confindustria Veneto, sale sul palco per un saluto. "Cultura è capire i valori". E come possiamo dargli torto!
Ore 20.09: si comincia sul serio. Ecco i due conduttori. Elegantissimi ed emozionati, come di prassi, insomma. Per ora, nessuna novità :-)
Ore 20:07: Ehm, era un falso inizio... trattavasi di controllo microfono. Qualcuno pensa di ritirare gli applausi, ma no, siamo generosi, suvvia.
Ore 20:04: alcuni momenti di silenzio surreale, quando non si sa bene cosa dire, ma è INIZIATO! Anzi, no... stiamo attendendo qualcuno. Chi?
Ore 19:58: i primi applausi! A chi? Il sipario è ancora chiuso, ma qui sono tutti pieni di fiducia, evidentemente. Ma no, è per mettere fretta ai ritardatari.
Ore 19:55: il teatro inizia a riempirsi, ma piano piano ché qui non si può mica correre.
Ore 19:50: in sala stampa si comincia a rumoreggiare... giornalisti che iniziano già a scrivere... come dire, chi ha tempo non aspetti tempo :-)
Ore 19:40: l'attenzione è tutta concentrata su quelle cinque poltroncine bianche sullo fondo. Lì siederanno i cinque finalisti: Mauro Corona, Giorgio Falco, Giorgio Fontana, Fausta Garavini e Michele Mari.
Ore 19:20: siamo dentro! Il Teatro è ancora vuoto, ma l'emozione è enorme. E non solo per noi. Qui, sono tutti elettrici!
Ore 19:00: e mentre ci avviciniamo al Teatro La Fenice, come non ricordarci di qualche lettura da Premio Campiello.
«Un padre e una figlia eccoli lì: lui biondo, bello, sorridente, lei goffa, lentigginosa, spaventata. Lui elegante e trasandato, con le calze ciondolanti, la parrucca infilata di traverso, lei chiusa dentro un corsetto amarantato che mette in risalto la carnagione cerea».
Dacia Maraini, La lunga vita di Marianna Ucrìa, Rizzoli. Premio Campiello 1990.
Ore 18:50: come promesso, eccoci qui. Questo è il Ponte di Rialto che, per l'occasione, sfoggia uno striscione dedicato al Premio Campiello. Ci siamo quasi!
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