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“Preghiera d'acciaio”, sconfiggere il dolore ritrovando se stessi

“Preghiera d'acciaio”, sconfiggere il dolore ritrovando se stessiPreghiera d'acciaio è l'ultimo libro della giovanissima Angela Bubba, edito da Bompiani.

Questo è il secondo romanzo per lei, dove affronta un tema particolarmente delicato trattandolo con molta sensibilità.

Infatti, nella prima parte del testo e fino quasi a metà, è come se la protagonista non volesse scavare fino in fondo alla sua anima. L'esperienza vissuta quando era piccola, pur continuando a tormentarla, la fa chiudere a riccio, interiorizzando e accumulando tutto il dolore e la rabbia di anni, in attesa che scoppi l'imminente “bomba”.

 

L'evoluzione di una sofferenza

La protagonista è una giovane ragazza che ha deciso di fuggire dalla sua vecchia vita per trasferirsi in una nuova città (di cui il nome ci è ignoto).

Prima di intraprendere questo viaggio trascorre del tempo con lo zio Ben, l'unico che sembra capire i suoi sentimenti. Quest’incontro, però, nasconde dell'altro, perché la ragazza ha intenzione di uccidere l'uomo che ha sconvolto la sua vita, provocandole una ferita ancora aperta.

Quello che chiede allo zio cacciatore è di insegnarle a sparare con il suo fucile.

Lui proverà a farle cambiare idea e a ragionare su tutte le conseguenze del caso, sia materiali che psicologiche, ma la nipote è ferma nella sua decisione e non vede altro modo per risolvere la questione:

«Sai che vuol dire porre fine a un’esistenza? Sai che potrebbe essere inutile?» – «Io so solo che devo farlo» – risponde lei – «Ci sono cose peggiori che uccidere una persona. Lasciarla in vita e rifiutarsi di amarla può essere ancora più pauroso».

“Preghiera d'acciaio”, sconfiggere il dolore ritrovando se stessi

Alla fine del dialogo, però, lo zio capisce a sua volta che la nipote ha accumulato per troppo tempo la sua sofferenza e non può che dirle: «[...] raggiungerai comunque il tuo obiettivo, perché io e te siamo uguali».

 

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L'attacco del romanzo è indubbiamente molto forte, ma anche se sappiamo da subito qual è l'obiettivo della ragazza, il suo dolore ci viene mostrato attraverso passaggi non violenti, ma introspettivi.

La ragazza parte con il fucile dello zio, e raggiungerà il gruppo di amici con i quali intende portare a compimento l'omicidio.

Anch'essi hanno vissuto ciò che è accaduto a lei, per questo, dopo alcune ricerche sul bersaglio da colpire, sentono che è arrivato il momento di farla finita.

Il testo è ricco di dialoghi che danno voce ai vari protagonisti, ci fanno esplorare le rispettive personalità e capire in che modo stanno vivendo il loro trauma.

I momenti più intensi sono quelli che la ragazza vive con Maria, sia perché l'aiuta durante il trasferimento, sia perché sarà un punto di riferimento con cui sfogarsi, anche se spesso troverà in lei dei lati oscuri.

Sarà proprio accompagnando all'università Maria che conoscerà il professor Bianco, un personaggio singolare, che sembra leggerle i pensieri e conoscerla come nessun altro.

Da quel giorno in poi la sua vita scorrerà tra momenti bui e malinconici, pieni di insicurezze e paure. Scriverà, per questo, lettere allo zio, oltre che parlare e confidarsi sempre più con Bianco, senza dimenticare il pedinamento del dottor Spina, la causa di tutti i suoi mali.

L'unico modo che ha per scrollarsi di dosso quello che la ossessiona da sempre è il rapporto con il fucile, vissuto a volte da vicino (quasi come fosse un amico) a volte con più distacco; oppure le passeggiate nella nuova città, che non le appartiene fino in fondo e dove il tempo non passa mai.

Con il passare dei giorni, però, il professor Bianco capisce che la ragazza è nervosa, una miccia pronta a esplodere, in bilico su un filo sottile che la porterà verso un punto di non ritorno. Le consiglia, quindi, di scrivere un libro, dove riversare nero su bianco tutti i suoi pensieri, malesseri e paure.

La scrittura, secondo Bianco, potrebbe aiutarla a ritrovare se stessa e a superare la brutta esperienza della giovinezza.

La ragazza non è del tutto convinta di questo rimedio, e continua a vivere le sue giornate tra sogni ambigui e realtà senza tempo.

“Preghiera d'acciaio”, sconfiggere il dolore ritrovando se stessi

Tutto quello che accade, però, nasconde molteplici preghiere:

  • quello dello zio Ben e di Bianco, quando cercano di scuoterla e spingerla a riappropriarsi della sua felicità;
  • quella che si cela nei suoi sogni e che sembra venire da personaggi a lei sconosciuti;
  • quella che viene dalla sua anima divisa e lacerata (che è una preghiera d'acciaio, fredda, intransigente, verso l'obiettivo finale).

 

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L'attesa del giorno X si carica, perciò, di speranza e determinazione verso una soluzione che sembra essere lì a portata di mano, ma che non si svolgerà come lei aveva previsto.

Il romanzo lascia una conclusione aperta e dà modo al lettore di riflettere su ciò che potrà accadere alla protagonista.

Alcune parti del libro sono più complicate da seguire rispetto ad altre, perché indagano nella mente complessa della ragazza. Tuttavia, è denso di sentimenti contrastanti, per cui il lettore è spinto ad arrivare fino alla fine per capire quali dei tanti prevarrà, e soprattutto se la protagonista riuscirà a riscattarsi dai suoi tormenti.


Per la prima foto, copyright: Erik Witsoe.

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