Potere del consumo e rivolte sociali, un'analisi impietosa della società contemporanea
Massimo Ilardi, autore di Potere del consumo e rivolte sociali (DeriveApprodi, 2017), insegna Sociologia Urbana presso la Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno, Università di Camerino. Ha pubblicato diversi saggi sulle nuove realtà urbane, analizzando le trasformazioni avvenute nelle città negli ultimi decenni e i rapporti tra la politica, l'economia considerata essenzialmente come mercato e il consumo, che diventa protagonista di questo suo nuovo libro.
In passato siamo stati abituati a leggere analisi sociologiche in cui il consumatore veniva ritratto come un soggetto del tutto passivo, incapace di effettuare scelte critiche in quanto suggestionato dalla pubblicità e indotto a effettuare i suoi acquisti in modo quasi automatico, ma Ilardi si discosta totalmente da queste tesi per analizzare in un modo del tutto diverso la realtà attuale. Mentre la società contemporanea ha subito delle trasformazioni radicali, sostiene, il pensiero critico è rimasto ancorato alle idee formulate nel Novecento: per questo si rivela spesso inadeguato ad affrontare i temi più scottanti, su cui la politica sta mostrando tutta la sua impotenza, a cominciare dall'amministrazione delle grandi città, le cui strutture sono ormai ben diverse da quelle che potevano essere ancora valide fino a qualche decennio fa.
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La gestione del territorio è oggi basata sul consumo, ed è a esso che guardano, bene o male, tutti i grandi progetti architettonici: mentre l'urbanistica residenziale ha subito ben poche modifiche, si costruiscono centri commerciali, cinema multisala, musei, aeroporti, cioè luoghi delegati al consumo. Consumo che non è solo l'acquisto di un bene concreto, come un abito o un paio di scarpe, ma anche fruizione di uno spettacolo, di una mostra, di un viaggio. Consumo che determina frustrazione e rabbia in chi non riesce ad appropriarsene, se non in modo violento, a partire dai famosi "espropri proletari" avvenuti un po' ovunque dalla fine degli anni Sessanta e ricomparsi sporadicamente anche in tempi successivi. È il consumo, o meglio la possibilità di accedervi, più che altre istanze politiche o culturali, a fomentare le ribellioni delle periferie e delle classi meno abbienti.
Non è quindi l'economia di mercato a dettare legge, così come non lo è più da tempo la politica: è il consumo a determinare le scelte delle moltitudini del mondo e a ridisegnare le città, allontanando gli abitanti dai centri storici per dirottarli verso le periferie, dove i centri commerciali sono i nuovi poli d'attrazione, mondi artificiali (i "non-luoghi" di Marc Augé) dove si crea una finta socializzazione, perché in realtà il consumo è un processo del tutto individuale.
In sintesi, se nel mondo occidentale contemporaneo si assiste alla crisi delle due grandi forze motrici del passato, la politica e l'economia, questo avviene perché il nuovo dominio del consumo non rispetta le regole, rifiuta ogni inquadramento e diventa un potente fattore d'inquietudine e d'instabilità sociale. Non contano più il lavoro, la solidarietà, la coscienza di classe, il senso di appartenenza a una comunità: l'individuo persegue un proprio stile di vita in modo del tutto autonomo, alla ricerca di una libertà individuale che è soprattutto libertà di movimento, fino a toccare il mondo dell'illegalità.
La politica, tra l'altro, non interessa più perché ha tempi troppo lunghi rispetto all'impazienza del consumatore, abituato a soddisfare subito i propri desideri: occorre tempo per proporre leggi e votarle, per concretizzare le promesse elettorali, e in un mondo dove tutto si consuma sempre più in fretta questo determina una caduta d'interesse da parte del cittadino.
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Sono davvero tanti gli spunti d'interesse di questo saggio, la cui lettura risulta abbastanza impegnativa perché il testo è denso di concetti che possono risultare un po' ardui da assimilare da parte di un lettore non specialista, ma le tesi sostenute in Potere del consumo e rivolte sociali ci invitano a osservare la società contemporanea con uno sguardo nuovo rispetto alle nostre convinzioni abituali.
Per la prima foto, copyright: Philipp Balunovic.
Per la terza foto, copyright: NeONBRAND.
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