Politica e thriller in “Omicidio a Palazzo Marino” di Roberto Caputo e Nadia Giorgio
Quante volte mi sono ritrovato su queste pagine a leggere e a scrivere articoli che trattassero libri e romanzi che appartengono al genere thriller? Tante! Alcuni mi hanno emozionato, incollato alla sedia in attesa di scoprire l’arcano, il mistero, l’assassino. Altri mi hanno lasciato completamente indifferente, ma questo anche perché non è il genere che più amo.
A volte ho avuto forti discussioni con estimatori del genere, io cercavo di spiegare le mie ragioni per le quali, a mio parere, tale genere è abbastanza semplice da scrivere, se hai un po’ di fantasia e hai la capacità di creare suspense, il gioco è fatto.
D’altro canto, gli estimatori del caso, sostenevano che non è così semplice creare suspense, non è facile tenere il lettore incollato fino all’ultima pagina e tante altre mille ragioni sulle quali non mi dilungherò. A ogni modo una guerra impari senza un vincitore.
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Quest’anno, mi sono ritrovato a leggere uno di quei pochi thriller che ogni tanto incrociano la mia strada di lettore. Qual è stata la ragione o le ragioni? Prima cosa l’ambientazione (Milano, la mia città), gli autori che conosco personalmente e di cui ho una stima profondissima, la consapevolezza di ritrovarmi sicuramente in un grande romanzo, avendo letto i precedenti e avendo recensito su queste pagine, due anni fa, Assassinio sul Naviglio.
La location rimane la stessa (Milano) ma la mise en scene, questa volta, si sposta nel centro nevralgico del potere e della politica milanese. Quello che ne esce è Omicidio a Palazzo Marino (De Ferrari Editore), gli autori sono sempre loro, bentornati Roberto Caputo e Nadia Giorgio.
Dopo anni trascorsi a risolvere casi, il commissario Ferrari decide di prendersi un giorno di ferie con l’amata Maria con la quale pare abbia trovato finalmente la serenità e la sicurezza di cui aveva bisogno. Decide di staccare il telefono e trascorrere la giornata lontano dalle preoccupazioni, dagli impegni, insomma da tutto. Si sa, quando uno meno se lo aspetta, capita di tutto e, infatti, viene trovato senza vita il corpo di Grassia, un noto politico milanese, Presidente della Commissione Antimafia. Ferrari viene richiamato in servizio e inizierà un’indagine che coinvolgerà in breve tempo tutto il mondo della politica milanese e allargando il raggio d’azione si scoprirà una realtà complessa, dove ‘ndrangheta, camorra, corruzione e segreti sono parole all’ordine del giorno. Le ipotesi e le ragioni sull’assassino diventano sempre più numerose e pagina dopo pagina si scopre che la verità può essere una e una sola, che le ombre sono sempre in agguato e che nelle stanze del potere, negli affari, nei partiti e nei rapporti umani tutti sono vittime e carnefici.
Roberto Caputo e Nadia Giorgio ritornano con un nuovo romanzo, per l’esattezza l’undicesimo della loro collaborazione. Una squadra affiatata che non conosce ostacoli e crisi creative. Di certo, leggendo il libro, viene da pensare come prima cosa a Roberto Caputo che ha trascorso una vita nella politica ricoprendo ruoli di prestigio sia al Comune di Milano sia alla Provincia, quindi gli ambienti, gli ingressi laterali di Palazzo Marino sono cose che conosce benissimo. Grazie, poi, a Nadia Giorgio (giornalista) mette in scena una storia che non conosce mai momenti di stasi. Il lettore viene rapito sin dal primo capitolo, nel quale gli autori presentano i due protagonisti principali della storia (il commissario Ferrari e la vittima Grassia).
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Sarà un caso, ma far uscire un romanzo del genere l’anno in cui si elegge il nuovo sindaco, sembra uno scherzo del destino e di questo si parla anche nella storia, perché la stranezza che un uomo ben in vista, come Grassia, venga ucciso proprio nella sua Milano, e non a Roma dove si era trasferito per lavoro, e per giunta all’interno di Palazzo Marino, che dovrebbe essere un luogo super controllato, questo è appunto uno scherzo del destino. Infame, ma sempre beffardo.
In conclusione un lavoro bello, intenso e non particolarmente lungo. Un lavoro che conferma la bravura di Roberto Caputo e Nadia Giorgio di cui aspetterò con ansia il nuovo libro.
Per la prima foto, la fonte è qui.
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