Plurale unico, il testo di una canzone secondo Samuele Bersani
Plurale unico. Contraddizione in termini. Ricerca di un modo diverso dal proprio di interpretare se stessi. Il testo di una canzone è sempre stato un punto cruciale della produzione musicale di Samuele Bersani e per questo il concerto-dialogo che si è tenuto la settimana scorsa al Parco della Musica di Roma, in una sala da 2.800 posti gremita da ragazzi dai diciotto ai cinquantotto anni, ha fatto delle parole le vere protagoniste della serata.
Parole chesono state sì cantate da Bersani e dai suoi ospiti (Marco Mengoni, Carmen Consoli, Pacifico, Luca Carboni, Malika Ayane, Caparezza e i sempre eccellenti Musica Nuda), ma che hanno trovato la loro strada verso il pubblico attraverso il racconto, grazie alle voci di Dario Argento, Piera Degli Esposti, Alessandro Haber e Fabio De Luigi. A loro è stato affidato il ruolo di interpretare i testi di Samuele Bersani prima che arrivasse la musica ad attivarli nelle orecchie dei suoi fan, prima che l'automatismo del ricordo rendesse quasi nullo il loro significato.
Bersani ha così organizzato una piccola scuola di lettura di testi musicali che ha permesso al pubblico di riscoprirli e interiorizzarli, lasciando forse meno spazio al ricordo, ma più alla riflessione.
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Riscopriamo allora testi come Pescatore di asterischi e Le mie parole: «sassi precisi, aguzzi, pronti da scagliare su facce vulnerabili e indifese. Nuvole sospese gonfie di sottintesi che accendono negli occhi infinite attese, sono gocce preziose, indimenticate, a lungo spasimate e poi centellinate, sono frecce infuocate che il vento o la fortuna sanno indirizzare». Ci troviamo a percorrerli pancia a terra, sul fango delle nostre paure, che Samuele ha seccato perché sembri meno pericoloso di quello che è.
Il plurale del titolo di questo evento unico, che sarà poi trasformato in un disco live, non si riferisce quindi solo agli ospiti che hanno affiancato Samuele Bersani, ma soprattutto a chi si è trovato ad ascoltare e rileggere le sue parole, scoprendosi a sottolineare nella mente un passaggio come avrebbe fatto sulle pagine di un buon romanzo. Il plurale unico più importante per Bersani sembra essere il suo pubblico, “suo” perché affine, capace di porsi domande che possono far deragliare una vita.
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