Più libri più liberi: una fiera dagli ampi orizzonti
8 dicembre 2010, Roma. È una mattina autunnale, il freddo solletica ma non graffia, i covoni di pioggia ancora lontani nel cielo. Il piazzale del Palazzo dei Congressi è gremito. Dal bar di fronte profumo di lieviti, creme, zuccheri e caffè. “Più libri, più liberi”, fiera nazionale della piccola e media editoria, è giunta alla sua ultima giornata d’apertura al pubblico. Iniziata il 4 dicembre, oggi, giorno dell’Immacolata, chiude le fila di tutti i suoi propositi, discorsi, letture. Persino la coda alle casse si rivela interessante: sconti speciali per quasi tutta la popolazione romana e turista, considerando l’accordo Atac-Fiera del Libro che ha permesso una riduzione significativa del prezzo del biglietto (da 7,00€ a 4,00€) per tutti i possessori di abbonamento ai mezzi di trasporto o biglietto obliterato, senza contare le agevolazioni per età, professione e quant’altro.
Il Palazzo dei Congressi è enorme. La fiera è diluita nei suoi tre piani dall’ampio perimetro. Piccola e media editoria, il cuore pulsante dell’offerta letteraria e dell’impresa italiana. Appena entrati gli stand accolgono i visitatori catapultandoli immediatamente all’interno di storie, paesaggi, fotografie, filastrocche. Da quel momento in poi, un lungo serpentone di gazebi e librerie si srotola a perdita d’occhio, lungo quanto tutto l’alfabeto italiano, suddiviso in trenta sezioni per lettera, per un totale di 400 espositori pronti a far conoscere il loro catalogo, le loro opere migliori, le loro offerte speciali, gli indirizzi internet. Un’occasione d’oro per tutte quelle aziende che normalmente faticano non poco a ritagliarsi uno spazio all’interno della grande distribuzione, delle scelte commerciali delle librerie.
Il mio tour è iniziato attraverso la narrativa emergente sarda per poi perdersi nel fiume di pagine e parole. Immancabili i classici argomenti legati a Mazzini, Garibaldi, Hitler, Berlusconi, Che Guevara, presenti i sempre verdi indiani d’America, pranoterapia, Reiki, trekking alpino, guide turistiche di Roma. Tra tanti temi noti (e sufficientemente affrontati, in alcuni casi, a mio avviso) anche chicche e perle d’autore, come i primi racconti di Louisa May Alcott, Conan Doyle, Stevenson, il primo racconto completo di Jane Austen, scritto in gioventù. Affascinanti i cataloghi delle case editrici specializzate in filologia e letteratura italiana. Presenti editori specializzati in horror. Molto spazio è stato dedicato anche alle discipline marziali tradizionali, ai testi sacri della letteratura tramandata dai samurai o prettamente giapponese. Interessanti scoperte in campo fantasy e autori emergenti, pubblicazioni e traduzioni degli evergreen mai entrati prima nei cataloghi italiani. Antri sono stati scavati nella calca delle pubblicazioni anche per gli audiolibri. Cartelloni pubblicitari contro l’editoria a pagamento sono stati appesi come striscioni o bandiere, benché fossero presenti in fiera anche case editrici notoriamente a pagamento, con tanto di volantino informativo su costi, tempi e guadagni, alle stampe d’epoca e vedute di Roma antica. Bella l’affissione di pubblicità collegate ai concorsi letterari di teatro, poesia e narrativa e la possibilità di ricevere newsletter sulle iniziative legate ai laboratori di scrittura creativa per principianti e non. Spiragli di tecnologia si sono percepiti nei pochi casi in cui l’e-book è stato presentato da giovani società che hanno scelto questa nuova forma di letteratura per il proprio business.
“Più libri più liberi” non è solo un treno di titoli e case editrici. È anche incontri con gli autori, discussioni al Caffè Letterario, musica, vociare di bambini che giocano scoprendo il mondo dei libri e delle fiabe. Riviste letterarie e giornali crogiuolo di recensioni sono stati diffusi gratuitamente al pubblico, dando la possibilità di continuare la scoperta della Fiera anche “at home”. In effetti, uscita dalla calca, tornata nella tranquillità della mia casa, è stato piacevole ascoltare la voce di queste case editrici e imprenditori d’avanguardia attraverso i loro siti internet e proposte in catalogo. Grandi scoperte che non mi hanno ancora smesso di stupire.
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