Persi nella realtà virtuale. “Le stelle cadranno tutte insieme” di Iacopo Barison
L’ultima opera di Iacopo Barison (Fossano, 1988), Le stelle cadranno tutte insieme (Fandango), racconta la storia d’amore e di amicizia di tre ragazzi, in lotta con sé stessi e il resto del mondo per sfondare nel cinema, con l’unico obiettivo di diventare famosi: una voce narrante che sogna di emergere come sceneggiatore, una ragazza di nome Aria capace di vedere e percepire i morti, e Danny, un bisessuale che brama di essere un attore di fama internazionale. Seguiti durante il decennio che va dai venti ai trent’anni, tentano di trovare un posto nel mondo mentre inseguono i loro sogni, partendo dalla fuga da casa per entrare in una scuola cinematografica subito dopo la morte del cane Cinemascope, un momento di passaggio all’età delle prime decisioni autonome, il primo vero attimo in cui bisogna saper affrontare la realtà. Ma non solo: i protagonisti sfidano l’esistenza per provare ad ottenere un equilibrio vitale, una scialuppa di salvezza in questo mare di incertezze che è l’epoca moderna, utilizzando la settima arte come carena e scoprendo a mano a mano se stessi.
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Tutto inizia da un «E poi?» per concludersi con un «sono qui, sono vivo, e il tempo è l’unica cosa che ho» forse per mostrare come l’era dei millennial viva sotto un dogma di tempo immediato, di prima e dopo, di tutto subito e di un presente che è offuscato continuamente da innumerevoli distrazioni, pillole di conoscenza per occupare secondi: l’universo della rete ha cresciuto i personaggi di Barison nel compiacimento istantaneo, di sogni creduti certi che per molti non si realizzeranno, come mostra l’abitudine della voce narrante che cerca stimoli di consenso pubblicando fotografie casuali su Instagram, tentando di scrivere una sceneggiatura per se stesso più che per un film, che è così diverso dal padre, bravo lavoratore di una centrale elettrica, stereotipo della generazione precedente, colmo di sicurezze e mura solide, troppo lontano per trovare uno spazio degno di nota. Ingranando come sceneggiatore, dubbi e angosce adolescenziali non esiteranno a mostrarsi.
Seppure la struttura del romanzo di Iacopo Barison rispecchi il caos mentale dei ventenni saltando da un episodio a un altro, incastrando e sovrapponendo, lo stile semplice e schietto è capace di catturare il lettore e di mostrare come le vite dei personaggi anche se incasinate debbano crescere, trovando nella normalità di tutti i giorni un monarca che li incatena a se stessi: è soprattutto il caso del fratello di Aria, tossicodipendente che crede negli UFO perché non ha nulla in cui credere, che dopo una disintossicazione originale in giro per il mondo e un accenno a una vita migliore non può che ricadere nell’oblio della morte.
Una realtà dunque dove le fondamenta sono provvisorie come le immagini dei social, dove l’appagamento usa e getta, giornate tronfie di un’opulenza umana che offusca la vita, e l’immagine distopica di se stessi conducono a una spirale che intrappola la mente, come il povero Danny Bogart, il quale si confida con una macchia di muffa formatasi in bagno che assomiglia a Cary Grant, per poi continuamente emulare parole e movenze del famoso attore; o come la moglie dell’agente dell’io narrante che, per ritrovare il marito scomparso, spulcia la rete, scoprendo migliaia di casi irrisolti simili al suo, in un circolo vizioso che non porta soluzioni. Come causa di tutta questa futile e sfuggente realtà viene anche colpevolizzata la generazione del padre, totalmente assente nel romanzo, rappresentata soltanto nella centrale elettrica, un imponente edificio le cui luci si mostrano fioche e distanti e da dove ne esce solamente una pistola e, come dice Anton Cechov, «Se in un romanzo compare una pistola, bisogna che spari».
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Come nel suo libro precedente, Stalin + Bianca, l’autore si focalizza sulla gioventù di oggi per far risaltare cosa sta cambiando, cosa è diventato centrale in questi anni e quali problemi può comportare. Le stelle cadranno tutte insieme è un ottimo spunto di riflessione per capire quanto la nostra coscienza possa crescere influenzata da un mondo che non è quello reale ma quello fittizio della rete, portando le ambizioni e i sogni a rimanere soltanto nell’immaginazione.
Per la prima foto, copyright: Lux Interaction.
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