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Perché Sanremo è Sanremo

Perché Sanremo è SanremoLo ricordiamo tutti il vecchio adagio «Perché Sanremo è Sanremo», che non metteva in discussione il festival canoro nazionale, ma lo esaltava come un assioma: un fatto storico intoccabile.

Be’, da qualche anno Sanremo, il Comune e anche l’organizzazione del festival, sono entrati negli interessi della magistratura. Prima un giro di appalti strani, poi, di recente, l’assenteismo plateale di una fetta consistente degli impiegati comunali.

Niente di nuovo, forse, ma fa sorridere che questo accada nel comune simbolo dell’Italia che attraversa i decenni e le epoche culturali restando sempre la stessa: una patria corrotta, il Paese dei furbi.

Così come unisce ancora il festival – con i suoi lustrini, le canzonette inutili, gli showman strapagati e le modelle a far loro da contorno – nello stesso modo ci si unisce nella furbizia, nella bassa ribalderia da impiegatucci comunali da quattro soldi.

Uomini e donne che si fanno prestare la mano da un collega per risultare presenti in ufficio quando, invece, o sono a far la spesa o vogano tranquillamente in mare.

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Nelle immagini sanremesi si unifica lo Stivale delle sottoculture: quella canora, che dice sempre meno, e quella illegale, che spadroneggia sottraendo risorse pubbliche. Sanremo diventa il simbolo del sistema italiano che non vuol cambiare perché non accetta di essere sottoposto a controllo, verifica e processo.

C’è una dose di aberrante arroganza nelle immagini di quegli impiegati che estraggono dai borsellini badge come fossero spiccioli, che li fanno strisciare uno dietro l’altro come in una catena di montaggio e che salgono nel loro ufficio soddisfatti per aver coperto un collega. Sono criminali i primi quanto i secondi, anche perché così facendo gettano fango sulla categoria degli impiegati pubblici, già così massacrata dai media e dall’opinione comune.

Non si tratta di cattive abitudini, ma di un’articolazione criminale che distrugge moralmente chi guarda quelle immagini: perché in un’Italia che vede la disoccupazione giovanile ai massimi storici, dà il voltastomaco sapere che c’è chi lo stipendio se lo ruba da decenni e ci aggiungerà una sacrosanta pensione.

La Repubblica fondata sul lavoro si rifonda sull’assenteismo dei più comuni tra i comuni: i fantozziani impiegati che s’infurbiscono e fottono la legge. Tutto questo è Italia. Tutto questo è Sanremo.

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