Pennetta e Vinci, derby femminile
È stato innanzitutto un derby femminile, dove nel territorio del tennis, sport in qualche misura ancora elitario, due atlete italiane, meridionali, pugliesi, si sono contese la finale degli Us Open.
Vale la pena ricordare che dentro questa finale c’è un ben determinato senso del sacrificio, che prende ancora più corpo quando a rivaleggiare sono due donne non da copertina o da talk show. Se a competere fossero state le solite atlete dell’olimpo del tennis mondiale, forse questa riflessione avrebbe meno senso, perché sarebbe oscurata e offuscata dal giubilo del mondo intero.
Invece, proprio perché due piccole italiane sono arrivate a sfidarsi nella finale di una competizione prestigiosa del tennis mondiale, conviene pensare a cosa c’è dietro questa interessante affermazione. Talento, sacrificio e scuola: talento di scuola, per dirla con Kant. La coltivazione di una passione che diventa lavoro, professione, agonismo, non sempre grazie agli allenamenti italiani, ma dentro quella cornice agonistica globale che non viene quasi mai richiamata dalla stampa italiana.
Abbiamo assistito a esplosioni d’orgoglio, a un Presidente del Consiglio che vola alla finale lasciando a bocca asciutta chi lo aspettava per il discorso inaugurale della Fiera del Levante, alla mobilitazione di un vocabolario altisonante ed epico, ma non abbiamo sentito nessuno, o quasi, soffermarsi su un dato: si tratta di due donne che vengono da un Paese, l’Italia, dove il sacrificio femminile (nello studio, a casa, nel lavoro, ecc.) quasi mai viene ripagato, compensato, adeguatamente e socialmente riconosciuto come tale.
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Fuor di retorica, quella è stata la finale di un’ipotesi di riscatto tutto al femminile, e sui volti delle due atlete abbiamo visto la concentrazione di chi, come Pietro Mennea, inaspettatamente ce la fa e concretamente se lo merita.
Allora brave, brave davvero! Ancora più brave perché c’è da augurarsi che altre ragazze prendano esempio e si dedichino allo sport cercando in esso un motivo di orgogliosa emancipazione da una sudditanza di genere che, duole dirlo ma è così: al Sud, in Puglia, in Italia, è forte, fortissima. Dunque, in soldoni, questo è, secondo me, quel che ci lascia il derby Pennetta e Vinci, tutto al femminile, tutto sudato e meritato.
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