Parigi e il profumo del legno. “Le dame del Faubourg” di Jean Diwo
Lo scorso novembre è arrivato nelle librerie italiane Le dame del Faubourg, primo capitolo di una trilogia storica firmata Jean Diwo – che alcuni già conosceranno come l’autore di Ai tempi in cui la Gioconda parlava. Il romanzo è pubblicato da 21lettere (traduzione di Luisa Rigamonti) e ha tutta l’aria di voler replicare il grande successo che ha avuto in Francia, dove si registrano oltre un milione di copie vendute.
Non è facile scrivere una saga, men che meno una saga storica. Diwo ci si avvicina quasi in “punta di piedi”, dopo una brillante carriera da giornalista e in seguito a un tragico evento. Alla morte della moglie negli anni ’80 del secolo scorso, infatti, decide di cambiare carriera e di dedicarsi alla scrittura di romanzi storici affermando, poi, in un’intervista rilasciata nel 2006: «I libri mi hanno salvato, mi hanno offerto una seconda vita».
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Non facciamo fatica a crederlo, dato l’enorme successo ottenuto e soprattutto dopo aver letto un piacevole romanzo di cui ci accingiamo a raccontare qualcosa. Le parole chiave per descrivere questo monumentale affresco storico sono vitalità e ottimismo, caratteristiche che sembrano pervadere i protagonisti anche nei momenti più bui e che contagiano, di conseguenza, il lettore. In una prosa scorrevole, mai noiosa e ricca di interessanti spunti di riflessione, Diwo ci fa da timoniere in un grande viaggio attraverso la Storia.
Primo protagonista de Le dame del Faubourg è Jean Cottion, apprendista artigiano (o compagnon) del legno che arriva a Parigi per completare il suo “Grand Tour” francese, dopo aver appreso le arti della falegnameria dai più eminenti maestri del paese. Troverà ospitalità e lavoro presso Pierre Thirion del Faubourg Saint-Antoine e sarà proprio dall’incontro di questi due straordinari individui a dare vita ad un racconto indimenticabile che porta con sé l’inebriante profumo del legno.
Percorreremo, infatti, insieme a Jean e ai suoi discendenti, la storia di Francia dal 1471 a quel famigerato 14 luglio 1789, e lo facciamo grazie a uno sguardo “insolito”, cioè quello degli artigiani che popolano il Faubourg. I grandi eventi sono filtrati attraverso la loro prospettiva, il che rende la Storia decisamente interessante e accattivante perché non sono solo i grandi nomi a dare forma ai Secoli. La storia della famiglia Cottion-Thirion si intreccia a quella dei “grandi” da Luigi XI a Luigi XIV, Caterina De’ Medici, Colbert e Voltaire; ma anche grandi artisti come Gianbologna, Vasari e Pinturicchio.
Il Faubourg Saint-Antoine è uno dei più antichi e importanti sobborghi parigini, popolato da falegnami, mobilieri, ebanisti e artisti del legno radunati attorno all’Abbazia di Saint-Antoine, le cui badesse, come veri e grandi mecenati, proteggono, incoraggiano e stimolano la nascita di quello che è un vero e proprio movimento creativo del legno. Parliamo di “mecenati” perché assistiamo a una grande trasformazione, ovvero l’elevazione di un prodotto d’artigianato come può essere il mobile francese ad autentica opera d’arte.
Ulteriore pregio di questo romanzo è la grande attenzione posta alle figure femminili. Oltre alle carismatiche badesse dell’Abbazia di Saint-Antonie, qui troviamo coraggiosissime madri, sorelle e artigiane che non hanno paura di sfidare le convenzioni e seguire le loro inclinazioni (e il loro cuore) a costo di giocarsi la reputazione. Diwo fornisce un ritratto verosimile di donne vissute secoli fa, ma che non faticheremmo a riconoscere oggi nella nostra quotidianità, andando, così, a rompere quella stantia e menzognera tradizione che spesso relega i personaggi femminili a ruoli secondari, per non dire “sottomessi”.
Il libro vuole raccogliere la tradizione del grande romanzo francese che ha per padri Dumas e Hugo e in cui realtà e finzione si intrecciano in un’armonia perfetta. L’unica nota dolente, per chi magari si aspetta un romanzo che segue un po’ la scia delle grandi saghe alla Ken Follett, per esempio, è che la trama corre il rischio di essere ripetitiva e priva di “verve”, se si escludono i grandi avvenimenti storici. L’assenza di un antagonista vero e proprio, inoltre, può essere ulteriore elemento di disturbo per chi è abituato ad un altro genere di saga.
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La passione degli artisti del Faubourg, tuttavia, è commovente e traspare in ogni pagina. Il linguaggio estremamente evocativo di Diwo ci trasporta in una dimensione ultra-sensoriale, arrivando quasi a farci sentire il profumo del legno appena intagliato. L’autore, del resto, è nato e cresciuto in quel Faubourg quindi nessuno meglio di lui riesce a raccontarne la vibrante atmosfera. L’impressione è quella di una vera e propria dichiarazione d’amore alla sua città e al suo sobborgo e ha come effetto l’immediato e urgente desiderio di correre a Parigi, respirare un po’ di Storia e sentirci anche noi parte di questa piacevolissima saga storico-famigliare.
Per la prima foto, copyright: Soroush Karimi su Unsplash.
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