Panini al Top… ehm, Topolino alla Panini
Topolino in sciopero contro il trasferimento a Modena. La notizia dell’accordo tra la Disney Italia e la casa produttrice delle famose “figurine” è stata pubblicata nei giorni scorsi dai più importanti quotidiani. Uno dei fumetti italiani più famosi, giunto quest’anno al suo sessantesimo anno e questa settimana all’albo numero 3.010, si prepara a cambiare vita. Ai più potrebbe sembrare strano, dato che Topolino è nato proprio in casa Disney, ma il trasferimento, confermato con una nota dalla stessa Disney Italia, riguarda solo il settore Publishing (con la concessione che viene ceduta per sei anni), mentre le testate (con Topolino anche Bambi, Winnie the Pooh e altre riviste per bambini) rimangono di proprietà della Disney. Come dire: i fan del simpatico roditore non si accorgeranno di nulla.
A cambiare potrebbero essere le condizioni di lavoro dei 22 dipendenti della Disney, che, stando alla lettera d’intenti firmata tra Disney e Panini, potrebbero essere costretti a trasferirsi da Milano a Modena. Probabilmente un accordo verrà trovato, ma intanto i sindacati mettono le mani avanti e dichiarano due giorni di sciopero per scongiurare «forme di licenziamento mascherate». Uno sciopero che, peraltro, come ricorda il settimanale L’Espresso, non è il primo a interessare Topolino. Già negli anni Novanta, infatti, la rivista, dopo essere passata da Mondadori (che l’aveva acquistata nel 1935) direttamente all’americana Disney, visse un periodo di crisi, poi superata. Stando a una notizia apparsa su Il Sole 24 Ore, sembrerebbe, però, che i trasferimenti dei lavoratori sia stati bloccati. Almeno per il momento.
Oggi, seppur con numeri che si attestano al di sotto delle 60mila copie vendute (nel marzo 2013 i dati parlano di 56mila, ben lontane dal milione di copie vendute nel secondo dopoguerra, ma anche dalle oltre 250mila di circa 10 anni fa), Topolino rimane un fenomeno di costume, simbolo d’avventure strampalate, ma soprattutto icona d’infanzia e, per moltissimi, del primo approccio alla lettura. Basti pensare che ancora un anno fa proprio grazie a Topolino fu realizzata in Italia una ricerca sul grado di comprensione della lingua italiana usata nei baloon. Ne emerse un quadro sconfortante, di lettori sempre più spesso in difficoltà di fronte a parole come “erudito”, “nemesi”, “incombenza”, “diafano”, “turpiloquio” o “retrogrado”.
Il dato appare preoccupante pensando che Topolino (che oggi costa 2,40 euro a settimana) è letto sicuramente da un pubblico composto da ceti economicamente agiati, che solitamente corrispondono ad un grado di cultura medio alto. Terso annuncio di un depauperamento del glossario di cui usufruiamo nel quotidiano... Ecco, per fortuna che ormai ogni word processor ha il tasto dei sinonimi.
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