“Paesaggi della sicurezza” e altre storie al Festival Fotografico Europeo

Fino al 17 novembre l’Archivio Fotografico Italiano organizza il Festival Fotografico Europeo, una serie di mostre fotografiche che si tengono in alcuni comuni della zona a cavallo tra le province di Varese e Milano, tra Busto Arsizio e Gallarate, teatro, in passato, di un forte sviluppo industriale, soprattutto tessile, che aveva dato a questo territorio ricchezza e prosperità, anche se ora la crisi economica ha mietuto anche qui molte vittime.

La manifestazione, che offre un calendario ricchissimo di seminari, workshop, proiezioni, concorsi, presentazioni di libri e intrattenimenti musicali, unisce mostre di autori noti e meno noti, i cui temi ricorrenti sono soprattutto la memoria storica di questa regione, il fotogiornalismo e la fotografia industriale, tant’è vero che l’evento di apertura è stato dedicato al grande Gabriele Basilico, recentemente scomparso, maestro nel ritrarre appunto le architetture delle grandi fabbriche.

Tra le mostre più interessanti, spicca quella intitolata Paesaggi della sicurezza.
L’autore, Marco Introini, laureato in architettura al Politecnico di Milano e docente di Fotografia dell’Architettura e Tecnica della Rappresentazione presso la stessa facoltà, ha realizzato rigorose immagini in bianco e nero, già esposte qualche mese fa alla Triennale di Milano, di luoghi estremamente diversi tra loro, ma accomunati dall’idea di essere stati pensati per proteggerci da ogni tipo di rischio.

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Dai caveau delle banche svizzere alle scale antincendio dei palazzi di Manhattan, passando per le reti antifrana in autostrada e le massicciate che proteggono le coste liguri e venete dalle onde più violente, Introini ci propone una visione davvero insolita di come l’uomo abbia saputo modificare il paesaggio e inventarsi delle architetture specifiche in funzione della propria sopravvivenza.