Otto vicende editoriali del Novecento. “Numeri uno” di Gabriele Sabatini
Gabriele Sabatini, giovane editor della casa editrice Carocci, redattore della rivista letteraria online «Flanerì» e studioso della storia della letteratura italiana, in questa sua seconda opera, Numeri uno (minimux fax), ricostruisce otto vicende editoriali italiane fra gli anni Quaranta e Cinquanta.
Otto storie, otto primi titoli di otto collane storiche, titoli e autori divenuti nel frattempo grandi classici, e testimoni fondamentali di un periodo di transizione nella letteratura italiana. Buzzati, Pavese, Ginzburg, Morante, Lucentini, de Céspedes, Parise e Cassola, con la sola eccezione di Alba de Céspedes, sono tuttora presenti nelle librerie, e i loro lavori sono imprescindibili quando si cerca di inquadrare tutto quello che è stato scritto dopo. Tuttavia questi autori non componevano solo romanzi, alcuni di loro lavoravano anche alle dirette dipendenze delle case editrici, altri invece svolgevano attività attinenti come traduttori o consulenti. Perché scrivere non era sufficiente per mantenersi, se non si disponeva di altre fonti di reddito.
La nascita e il ruolo delle collane è un tema molto interessante, perché queste ultime rappresentano uno strumento fondamentale di orientamento e di fidelizzazione del pubblico, oggi persino più di ieri. Non per caso anche questo libro fa parte di una, intitolata Filigrana, che la casa editrice minimum fax dedica alla scrittura. Le collane sono viste dalla prospettiva di un singolo libro che fa loro da cornice, e i nomi che se ne occuparono oggi riscuotono consenso e ammirazione, pur non negando i loro errori e le loro debolezze.
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In Numeri uno Gabriele Sabatini ricostruisce una dietro l'altra le storie di collane che oggi sono considerate colonne portanti dell'editoria, mettendo al centro vicende umane con tutti i loro aspetti che vanno dal grottesco al sentimentale, non trascurando neppure le questioni economiche e finanziarie che in quegli anni erano particolarmente stringenti. Dietro le quinte dei libri si stagliano editori e autori in carne e ossa, con le loro virtù e le immancabili debolezze, un crogiolo di affinità e scontri, amicizie e amori, fedeltà e tradimenti. Non mancano poi curiosi dettagli sulla genesi di alcuni romanzi, sotto quest'aspetto è particolarmente avvincente il resoconto dei metodi adoperati da Elsa Morante per Menzogna e sortilegio.
«Tra le pagine di questo libro sono raccontati anche una serie di esperimenti editoriali che, sotto forma di collane, hanno lasciato una traccia evidente nella storia di alcuni editori nonostante la non lunga durata (come nel caso della Biblioteca di letteratura Feltrinelli, attiva solo dal 1958 al 1963, nella quale esce Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa; o in quello dei Gettoni Einaudi, che rappresentano un soggetto di studio per qualsiasi corso di editoria, ma esauriscono gli scatti in otto anni)...»
Gabriele Sabatini offre anche lunghi stralci dalle lettere scambiate tra scrittori e editori: si delinea un mondo scomparso di cui provare un pizzico di nostalgia, per i rapporti diretti e per l'alto grado di coinvolgimento, resi possibili dal contesto caratterizzato da piccoli numeri. Nell'editoria di oggi non sarebbero certamente fattibili, con i numeri di pubblicazioni da capogiro.
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Le presentazioni delle singole opere, tutte prime di una nuova collana di Einaudi o di Mondadori, Feltrinelli, Garzanti, non si limitano però a fedeli ricostruzioni delle circostanze che le hanno portate alla stampa. L'autore le arricchisce anche di incisi di critica letteraria non accademica, mai didascalica, esercitata da figure dello spessore di Emilio Cecchi, Giacomo Debenedetti o Eugenio Montale.
Per la prima foto, copyright: Lilly Rum su Unsplash.
Per la terza foto, la fonte è qui.
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