Ogni epoca ha la sua rivoluzione. “Un nuovo mondo” di Barbara Kingsolver
Un nuovo mondo è il romanzo di Barbara Kingsolver edito da Frassinelli nella traduzione di Annamaria Biavasco e Valentina Guani.
Un libro completo, a tutto tondo, che racchiude ogni sfumatura possibile capace di instillare interesse anche al lettore più scettico: l’autrice, infatti, analizza situazioni familiari problematiche affini alla società di oggi, senza disdegnare l’intrigo, il mistero, e un pizzico di magia che crea attesa e trepidazione nel lettore.
Protagonista delle pagine è una coppia: Willa Knox e il consorte, due persone oneste, serie e dedite alla famiglia. Le classiche persone perbene, a cui si pensa non accadrà mai nulla in virtù delle loro azioni buone e compassionevoli. Tuttavia, nonostante l’impegno sociale proferito nell’arco della vita, la bontà, la moralità integerrima e la serietà nell’accudire la famiglia, si ritrovano precari in quanto perdono il lavoro. Per di più, il loro nucleo familiare è vacillante: Willa, che scriveva in collaborazione con una rivista, perde la sua mansione a causa del fallimento e la conseguente chiusura di quest’ultima. Il marito è un professore universitario che, a causa della mancanza di fondi, è stato licenziato per un taglio del personale. Sopraggiunge, poi, la condizione lavorativa precaria dei figli e, per non far mancare nulla, l’anziano suocero in balìa di un sistema sanitario che conta molta burocrazia e pochi fatti concreti. Una famiglia come tante, moderna, incastonata in un mondo di incertezze, problemi e paure per il futuro.
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La scrittrice non si ferma alla mera realtà delle cose: aggiunge alle sue pagine un elemento che cambierà tutta la trama, il mistero. L’intrigo è dietro l’angolo, in quanto Willa, stremata dai problemi quotidiani, vede come oasi felice, una specie di locus amoenus, una vecchia casa situata in New Jersey. Tale immobile è frutto di un’eredità: il simbolo della casa rappresenta il punto di svolta per tutti gli intrecci che, di lì a poco, si abbatteranno sui protagonisti. L’abitazione, dalla parvenza vetusta, si rivela ben proficua. La coppia, nel mentre, cerca di trovare soluzioni consone affinché la famiglia possa tornare a essere quella di un tempo.
Willa però sente l’impellente bisogno di far ricerche su quell’edificio antico, ereditato. Trova le risposte ai suoi quesiti e ai suoi dubbi: il casolare dall’aspetto decadente è invece un’abitazione costruita in piena epoca vittoriana, con tutti i risvolti e i dettagli del caso; la donna non cerca informazioni solo sul bene materiale ma, soprattutto, sul proprietario del tempo imbattendosi, così, in un nome: Thatcher Greenwood. Questo nome suona estraneo a Willa, ma non si dà per vinta, nonostante i suoi problemi reali e quotidiani la attendano dietro l’angolo. Scopre, così, un microcosmo popolato da due figure aleggianti e fugaci che, un tempo probabilmente, si sono amate.
Attraverso la raccolta delle lettere e dei documenti del Signor Greenwood, Willa ricostruisce un mondo appartenente a un lontano passato remoto; le lettere scritte, infatti, sono indirizzate a una vicina di casa: tale signora Treat. Scopre così una passione ridando vita a un amore ormai perduto. La donna, infatti, si trova di fronte a una coppia di un’altra epoca accomunata non solo dall’amore reciproco ma dalla passione dovuta agli stessi interessi, quindi dalla condivisione: un uomo e una donna che amavano discorrere di natura e scienza. Passioni che, purtroppo, apprenderà Willa costarono loro quasi l’esilio sociale dalla comunità in cui vivevano. L’uomo e la donna, viste le attitudini dimostrate, furono respinti e isolati da un ambiente poco elastico, bigotto ed eccessivamente pudico. Un contesto in cui al tempo era facile imbattersi. Ma solo al tempo?
Gli esseri bigotti e puritani, non hanno date storiche precise. Willa si interroga ancora, procede nelle sue riflessioni. Monologhi interiori e pensieri che fluiscono scorrevoli, accompagnando il lettore nella lettura. Improvvisamente, la protagonista si rende conto dell’evoluzione: quell’inarrestabile processo darwiniano che, nonostante le forze conservatrici, non si arresta mai perché automatico. Da tutto ciò percepisce un insegnamento valido: anche l’epoca vigente è un flusso di tempo rivoluzionario. Non statico, non fermo, immobile o sospeso. Sono i problemi e il soccombere a essi che danno all’individuo la parvenza della staticità della vita. Willa concretizza dentro sé stessa che anche il moderno può e deve essere innovatore, rivoluzionando società e vite. È questo pensiero che fa sì che se ne inneschi un altro pregno di ottimismo: accogliere la nuova era come porzione di tempo in cui operare ognuno la propria piccola grande rivoluzione.
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Nel romanzo Un nuovo mondo, attualità, modernità ed epoca passata si invischiano fra loro formando una sola strada da perseguire. L’insegnamento dell’autrice, Barbara Kingsolver, è chiaro:il passato non è così distante da quello che noi siamo adesso. Ciò che noi siamo, oggi, con i nostri problemi, mancanze e disguidi, lo sono stati anche gli altri prima di noi. Ogni epoca, quindi, racchiude in sé un moto di rivoluzione: basta solo saperla riconoscere.
Per la prima foto, copyright: Yoav Hornung su Unsplash.
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