Nuoyrican Poets Cafe, tempio della cultura underground
La penisola di Manhattan ha una forma geometricamente piuttosto imperfetta. La parte di sud est presenta una piccola “sacca”, un rigonfiamento che sporge un po’ sull’East River: un dedalo di stradine che formano l’East Village, luogo stimolante e controverso, abitato per lo più da studenti e artisti e ricco di night club (versione angloamericana che poco ha a che vedere con la nostra idea del termine), pub e locali multietnici. Lì vissero Jack Kerouac e Allen Ginsberg e lì nacque la Beat Generation.
Adesso tra quelle vie, precisamente sulla 3rd Street East e tra le Avenues B e C, si nasconde il Nuyorican Poets Cafe. Posto estremamente intrigante, fondato quarant’anni fa (proprio nel 1973) dal poeta Miguel Algarin. All’inizio era un “living room saloon”, luogo in cui dibattere di arte e di letteratura, in cui far partire nuove tendenze letterarie. Numerosi poeti lo frequentavano e ben presto divenne luogo di culto. Algarin decise allora di comprare un Irish bar sulla 6th Street. Poi nacque l’associazione No-profit – la stessa che oggi gestisce il locale – che divenne ben presto conosciutissima e rispettatissima nel panorama culturale e letterario della Grande Mela; palcoscenico imprescindibile per i giovani poeti e musicisti che aspiravano a farsi strada. A quel punto fu trasferito laddove si trova adesso, sulla 3rd Street, appena un po’ più a sud della splendida e pericolosissima Tompinks Square Park.
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Il Nuyorican Poets Cafe offre ogni anno un cartellone interessantissimo, fatto di poetry slam, recital di poesie, concerti, jazz sessions, eventi hip hop, spettacoli teatrali. Aperto solo durante gli spettacoli, la sala puzza di birra e legno, le tende sono sporche ma l’atmosfera è da brividi. Quest’anno ha festeggiato il quarantesimo anno di vita. La missione è rimasta la stessa: dare spazio ai nuovi artisti, provenienti da tutto il mondo e avvicinarli a un pubblico quanto più vasto e variopinto possibile. Un proposito nobile, prima che coraggioso.
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