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“Nonostante tutto” di Francesca Vignali Albergotti, la felicità irrealizzata

“Nonostante tutto” di Francesca Vignali Albergotti, la felicità irrealizzataNonostante tutto, l'opera prima di Francesca Vignali Albergotti, è un libro enigmatico. Il romanzo, pubblicato da Fazi Editore a settembre 2015, inizia dal racconto di Susy, un personaggio che suscita un vago senso di repulsione per il suo testardo aggrapparsi agli ultimi residui della sua giovinezza fisica. Tra palestra, trattamenti estetici e interventi di chirurgia plastica, Susy non può occuparsi del suo terzo marito, Carlo, colpito da demenza senile e scaricato alle cure di una badante, che dimostra all'uomo l'umanità smarrita dalla moglie, sia nel comportamento sia nell'aspetto fisico: Carlo, nella sua infermità mentale, vede Susy come un mostro, deforme e urlante.

Il contrappunto della seconda voce farebbe presagire un dialogo che continua all'interno della coppia, invece la storia si allarga: nel terzo dei Dodici prologhi, la prima parte del libro, parla Leonardo, il figlio nato dal primo matrimonio di Carlo, un uomo irrisolto che sbanda tra problemi di depressione e una sessualità confusa. Al quarto personaggio che interviene in prima persona, Francesca Vignali Albergotti ha creato un vortice che accelera la lettura, perché si viene trascinati alla ricerca del grado di separazione successivo. Sembra di attraversare il corridoio di un palazzo nobiliare, adorno di ritratti di famiglia, sommerso da amanti a cascata che spezzano i legami esistenti. La sensazione di corsa verso un precipizio è confermata dal titolo della seconda parte del libro, Cadute: i personaggi che prima hanno inanellato le loro storie lungo una spirale di incomprensioni e tradimenti, si ritrovano compresenti e allineati in un unico luogo simbolico, l'ospedale.

Nonostante tutto, come osserva Leonardo, alle premesse di cambiamento non segue un atto di coraggio risolutivo: se le presentazioni sembrano disseminare di ordigni le inquadrate vite borghesi dei protagonisti, le conclusioni smontano gli intenti rivoluzionari. Tra gli inizi dei singoli e il finale di gruppo non c'è un movimento intermedio, come se psicosi e drammi fossero vissuti e al contempo archiviati. La narrazione in prima persona crea pathos solo in apparenza spontaneo, perché l'autobiografia è una forma espressiva che esige lucidità e controllo.

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“Nonostante tutto” di Francesca Vignali Albergotti, la felicità irrealizzataIn quest'ottica, il carattere grottesco dei personaggi dipende dalla volontà di renderli stereotipi, e ci si chiede se l'inserimento di frasi a effetto non sia una strizzata d'occhio a un gusto facile dei lettori, ma un segnale dell'autrice per indicare la riduzione delle emozioni a moti passeggeri, senza un’eco interiore. È una descrizione impietosa della società contemporanea: persone concentrate su sé stesse, che analizzano la realtà e i sentimenti in maniera unilaterale, con battute in stile “biglietti della fortuna”,che smaniano e si infervorano per poi adagiarsi nel compromesso.

Alla fine, il personaggio che sembra aver afferrato il meccanismo è quello meno brillante, dimesso e rassegnato a una vita preconfezionata dal marito e dalla suocera. Gloria ha convogliato sul suo cagnolino il desiderio di una relazione affettiva autentica, talmente intensa e maniacale da far pensare che nel suo racconto stia parlando di un figlio. La determinazione con cui Gloria difende il benessere del cane è talmente ridicola da risultare commovente e ammirevole; la coerenza della donna, pur afflitta da un carattere debole e remissivo, la rende il punto fermo della giostra di personaggi, l'unico che alza lo sguardo verso l'esterno e diventa il narratore in terza persona dell'ultima sezione del romanzo.

Terminata la lettura del libro, ci si interroga sul significato del titolo: Nonostante tutto, che cosa succede? E cos'è il tutto a cui si riferisce?Sono le vite distinte dei personaggi prima che cozzino tra loro, o sono le conseguenze di questi incroci? A cercare una risposta, l'unica nota persistente è il retrogusto agrodolce: la speranza che nonostante tutto i personaggi possano trovare la loro idea di felicità viene indebolita dalla consapevolezza che, nonostante tutto, non hanno saputo dare forma compiuta alle loro ispirazioni.

Questo romanzo invece sembra aver concretizzato un progetto di scrittura, una meditazione su temi sociali e stile letterario che pare influenzata dall'atmosfera della campagna toscana dove vive l'autrice: un cammino ponderato di maturazione di cui attendiamo le prove successive a Nonostante tutto di Francesca Vignali Albergotti.

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