“Non è stagione” di Antonio Manzini: una storia di miserie tutta italiana
Non è stagione, romanzo edito dalla casa editrice Sellerio, narra l’ultima avventura del vicequestore Rocco Schiavone, personaggio creato da Antonio Manzini.
Antonio Manzini è conosciuto in Italia soprattutto come attore cinematografico e televisivo, fra i vari ruoli è ricordato per l’interpretazione dell’Ispettore Tucci in Linda, il brigadiere e... e Serpico in Tutti per Bruno. Nel 2004 ha cominciato a lavorare come sceneggiatore per Il siero della vanità (Alex Infascelli), collaborando in seguito anche con Gabriele Salvatores alla stesura di Come Dio comanda. Non è abbastanza: nel 2005, infatti, Antonio Manzini arriva alla pubblicazione di Sangue marcio (Feltrinelli), una storia dalle sfumature thriller e noir che segna l’avvio per una nuova carriera nelle vesti di romanziere a stampo poliziesco.
Ciò che più interessa in questo articolo è però la storia di Rocco Schiavone, vicequestore trasteverino che dal 2013 ha appassionato i lettori italiani con le sue investigazioni ricche di suspense e brillante ironia.
Non è stagione soddisfa le aspettative e ripropone un eroe vagamente infastidito per aver dovuto abbandonare Roma in favore di una cittadina di gran lunga più piccola dove la neve cade persino a maggio: Aosta.
Fin dal loro primo incontro, Rocco intuisce che i Burquet, ricca famiglia di industriali, hanno un segreto che temono di confessare. Il protagonista ne viene a conoscenza attraverso un passaparola di incertezze che ha inizio con una coetanea di Chiara, figlia degli stessi Burquet. Da qualche giorno Chiara non risponde al cellulare, non sente il proprio ragazzo e persino i genitori giustificano senza troppa convinzione la sua assenza da casa. Rocco capisce subito di cosa si tratta: di fronte a lui si «ergeva immensa e improcrastinabile una rottura di decimo grado, il caso sul groppone». A intrecciare la vicenda principale sono diverse sottotrame che spetterà a Rocco collegare fra loro come un delirante puzzle di morti e traffici illeciti. Aosta non si rivela affatto la cittadina montanara e oziosa che l’eroe si aspettava, bensì un covo di affari sporchi che porteranno al Nord la ‘ndrangheta e le sue leggi.
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Quella che Antonio Manzini propone con Non è stagione è, in ultima analisi, una storia di miserie tutta italiana. Al Nord Rocco vive e sente sulla pelle di vittime e carnefici la disperazione per la crisi, affronta la povertà a livello sia umano che materiale di un’Italia che è, in effetti, quella che oggi tutti noi conosciamo.
É lo stesso Manzini a spiegare il significato del titolo. “Non è stagione” a Roma significa “Non ci siamo, non è il momento” ed è questo che afferma con chiarezza attraverso la stesura del suo nuovo romanzo: la resurrezione dell’Italia non avverrà, non ora, l’Italia è marcia fino al midollo e per lei oggi non è davvero stagione. É esattamente come la neve che cade a maggio: pesante, fastidiosa, nessuno l’aspetta eppure nessuno può evitarla, tutto ciò che si può fare è attendere che passi e che torni la bella stagione.
In ogni caso Rocco Schiavone non delude i lettori italiani ormai affezionati al personaggio che Andrea Camilleri ha definito “straordinario”. I suoi modi infatti sono in linea con i romanzi precedenti: Rocco è burbero, aggressivo, dotato di una pungente ironia in grado di alleggerire anche la situazione più drammatica. Antonio Manzini conferma le sue capacità scrivendo una nuova avventura non priva di azione e macabro umorismo. Non è stagione è un noir da leggere tutto d’un fiato e insieme un verosimile ritratto degli anni in cui è ambientato.
L'autore conferma il suo interesse riguardo agli aspetti miserabili dell'Italia anche nel film che vedrà il suo debutto al cinema in veste di regista. Zio Gaetano è morto uscirà infatti nelle sale italiane a ottobre 2015 e sarà una pellicola brillante, lo stesso Manzini la definisce «una commedia divertente e iper-reale, un punto d’incontro tra Mario Monicelli e Samuel Beckett». Ecco svelata una buona notizia per i fan dell’autore dalle mille sfaccettature, l’umorismo del film sarà lo stesso del suo mondo letterario, malgrado l’assenza di Schiavone la voce dei personaggi, per fortuna, rimarrà la stessa.
Il romanzo si presenta come un intricato poliziesco dalle sfumature noir che narra vicende interessate all'animo umano e all'attuale miseria Italiana. Con Non è stagione, Antonio Manzini sviluppa una ragnatela di investigazioni cercando di incastrare ogni pezzo del puzzle ma che, in fondo, lascia qualche conto in sospeso.
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