Nasce il Museo Hemingway e della Grande Guerra a Bassano del Grappa
Il Museo Hemingway e della Grande Guerra è stato inaugurato pochi giorni fa a Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza. L’affluenza dei cittadini è stata numerosa, circa 900 persone, segno di un rapporto ancora oggi vivo fra i bassanesi e il celebre autore americano che tanto ha amato queste terre.
Bassano del Grappa fu zona di confine durante il primo conflitto mondiale, quando i continui tentativi austro-ungarici erano intensi al fine di conquistare la pianura veneta. Poco lontano dal noto ponte di legno di Palladio, sulla riva del fiume Brenta, sorge Villa Ca’ Erizzo, che è stata costruita nel Quattrocento e arricchita nei secoli di abbellimenti interni ed esterni. Nel 1918 la villa fu residenza della Sezione Uno delle ambulanze della Croce Rossa Americana. Ernest Hemingway era un volontario autista e proprio da Ca’ Erizzo prende le mosse, fra gli altri, il racconto MS 843 del 1919.
Il museo si sviluppa all’interno di cinque locali, con pannelli ricchi di fotografie, illustrazioni e testimonianze; all’interno di alcune teche vi sono opere rare e preziose, per esempio una copia de L’invincibile, pubblicata nel 1944, conta soltanto duemila esemplari in tutto il mondo.
È stato lo storico bassanese Giovanni Cecchin, che nel racconto La scomparsa di Pickles McCarty trovò riferimenti a Ca’ Erizzo. Cecchin venne a conoscenza dagli amici di Hemingway dell’attenzione che lo scrittore rivolgeva alle donne che lavavano i panni nel fiume Brenta, oltre alla sua passione per la grapperia Nardini. Ernest Hemingway trascorse il periodo presso la Villa Ca’ Erizzo nel pieno della sua giovinezza, aveva diciannove anni, a seguito di una ferita alla gamba destra per i proiettili di una mitragliatrice che gli avevano trapassato la rotula e il piede. Hemingway viaggiò molto (è nota la sua passione per la caccia) e prese residenza in diverse località, da Parigi a Genova, da Cortina a Siviglia, da Key West a Cuba, ma il suo legame con l’Italia e il Veneto rimase costante nel tempo.
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Il Museo Hemingway e della Grande Guerra intende conservare questo suo legame d’amore, nato sulle rive del Brenta e che tanto ha ispirato parte della sua produzione letteraria. Hemingway scrisse: «Vorrei essere seppellito lassù, lungo il Brenta, dove sorgono le grandi ville coi platani, giardini, prati, cipressi…», e aggiunse: «Io sono un ragazzo del Veneto… un ragazzo del Pasubio… del Basso Piave… un ragazzo del Grappa». E infine un Hemingway ancora più intimista: «Avrei potuto tornarmene a Washington… Ma tu hai mai visto il sole sorgere, almeno una volta dal monte Grappa, o sentito nel sangue dentro di te il crepuscolo di giugno sulle Dolomiti, o gustato il liquore Strega a Cittadella, o camminato di notte per le vie di Vicenza sotto un bombardamento di luna?».
La visita al Museo Hemingway e della Grande Guerra non include la possibilità di affacciarsi dal balcone dove lo scrittore era solito guardare ispirato il fiume Brenta, tuttavia potrete vederlo dall’esterno e pensare a quel giovane, pieno di sogni e ancora non a conoscenza del premio Nobel per la letteratura che gli fu conferito nel 1954.
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