Morto Giorgio Pressburger. Qui il suo contratto tra lettore e scrittore
Autore: La RedazioneGio, 05/10/2017 - 14:35
La notizia è di poche ore fa: lo scrittore ungherese natualizzato italiano Giorgio Pressburger è morto a ottant'anni.
Considerato uno dei maggiori esponenti del mondo culturale della mitteleuropa, Pressburger è autore di opere come Storie dell'ottavo distretto (con Nicola Pressburger), ed. Marietti, 1986; L'elefante verde (con Nicola Pressburger), ed. Marietti, 1986; Il sussurro della grande voce, ed. Rizzoli, 1990; La coscienza sensibile, ed. Rizzoli, 1992; La neve e la colpa, ed. Einaudi, 1998; Nel regno oscuro, ed. Bompiani, 2008; Racconti triestini, ed. Marsilio, 2015.
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Qui di seguito riportiamo un breve estratto da Don Ponzio Capodoglio, edito quest'anno da Marsilio.
Il contratto tra lettore e scrittore
Signore e signori, amici della letteratura,
davanti agli occhi della vostra mente sta uno scrittore romeno in carne e ossa, ne vedete i connotati, il vestiario borghese, il modo abituale della postura, comoda e composta, ne ascoltate la voce baritonale, un poco rauca, ne valutate la pronuncia, il vocabolario. Tutte queste cose che i vostri sensi registrano, potete confrontarle con esperienze vostre precedenti, classificarle e quindi farvi un'idea approssimativa sulla persona di questo scrittore che sta davanti a voi. Capita di rado che un lettore, aprendo il libro di un autore, possa avere subito su di lui le notizie che potete raccogliere voi, ora, in un istante. Di solito l'autore appare in fotografia sulla copertina, oppure se ne dà qualche informazione su ciò che si chiama in italiano "risvolto", o "quarta di copertina", oppure rimane completamente sconosciuto. Può anche darsi il caso che l'autore sia apparso in qualche trasmissione televisiva in cui si sia parlato di libri, oppure vi abbia partecipato come "opinion maker", o qualcosa del genere, e che al momento in cui scorge il libro in una libreria il futuro lettore si sia ricordato di lui decidendo proprio per questo di acquistare o di non acquistare la sua opera.
Il futuro lettore può anche aver visto una recensione su un quotidiano oppure su una rivista letteraria come Granta, e può essersi incuriosito tanto che alla prima vista in una libreria abbia comprato il volume in questione. Ma l'incontro può essere anche del tutto casuale: un'occhiata al titolo, o alla curiosa immagine di copertina possono aver determinato l'acquisto, dopo una rapida scorsa data ad alcune pagine. Basta una mezza frase che abbia colpito l'immaginazione del futuro acquirente, oppure un'espressione particolarmente forte, colta al volo nello sfogliare l'opera, ed ecco il contatto si trasforma in "contratto", tra lettore e autore. Può essere stato anche un amico oppure un'amica a parlare di quel libro a chi sta per acquistarlo, e può averlo fatto in termini tanto entusiastici da indurre curiosità o volontà di emulazione. Non posso restare indietro rispetto alla mia amica o al mio amico, può aver pensato la futura lettrice, o il futuro lettore.
Ma il contatto può avvenire anche per puro caso, per una fatalità.
Qualcuno può aver dimenticato il volume sul sedile di un treno, o della metropolitana: uno sguardo, un timido atto di curiosità, ed ecco scoccare la scintilla. O ci possono essere anche altre cause, per l'acquisto di un libro: motivi di studio, conferenze da tenere, insegnamento da espletare. Tutto questo però è solo l'inizio. Anzi, è soltanto una parte dell'inizio. Giacché non è soltanto il lettore colui che viene a contatto con l'autore: questo contatto, può essere cercato dall'autore stesso. In che modo? Come sceglie l'autore i suoi lettori? È in grado di sceglierli? Esistono strumenti obiettivi per farlo, o è tutta questione di intuito, di una particolare sensibilità o di deliberata volontà? Che cosa vuole l'autore dai suoi lettori?
Dipende dall'autore e dal tipo di libro che vuole scrivere. La maggior parte degli autori vorrebbe essere letta da molti lettori. Ma esistono autorei che vogliano essere letti da pochissime persone, almeno per il presente? Esistono autori che calcolino solo i lettori a venire, che prenderanno in mano il loro libro soltanto decenni e secoli dopo la sua composizione? Rispondo subito a questa ultima domanda, perché è una cosiddetta domanda retorica, cioè nella quale è già implicita la risposta. Sì, questi scrittori esistono.
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