“Meraviglia” di Francesco Vidotto, storia di formazione in montagna
Il lavoro di Francesco Vidotto, Meraviglia, edito da Mondadori, è un piacevole romanzo di formazione che segue la maturazione di un giovane ragazzo di montagna.
Lorenzo è un ragazzino delle Dolomiti, trasferito nella provincia veneta, nel piccolo paesino di Conegliano. La famiglia, per motivi di lavoro, ha dovuto abbandonare la città natale, Tai di Cadore un paesino abbarbicato sulle dolomiti bellunesi.
Lorenzo Coletti, cresciuto, quindi, e abituato alle montagne, adesso si trova spaesato, intimidito, non compreso dagli stessi genitori che premono molto perché s’impegni nello studio. A scuola, tuttavia, riporterà numerose insufficienze per colpa delle quali perderà l’anno scolastico. Nonostante l’inizio disastroso, Lorenzo avrà degli incontri che gli segneranno inequivocabilmente la vita.
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Vasco, il primo, quello che in breve tempo diventerà il suo migliore amico, compagno di feste e di sbronze, di intimità e di supporto reciproco, ma che, un giorno, inaspettatamente si toglierà la vita con il monossido di carbonio.
Il più importante incontro, però, è quello che farà con Lavinia, la ragazza che lo soprannominerà “Meraviglia”.
I due diventano grandi amici. Lavinia trasmette a Lorenzo l’amore per la lettura, proprio a lui che detestava leggere e che durante l’ora di italiano si addormentava sul banco. Il primo libro, che fascinerà il protagonista sarà, infatti, La storia infinita, il romanzo di Ende.
Il legame tra Lorenzo e Lavinia si rinvigorisce ogni giorno di più, tanto da arrivare a siglarne il valore con un tatuaggio. Si tatueranno sulle dita, infatti, la parola DUE, dal libro di Andrea De Carlo, Due di due, che racconta la storia di un’amicizia fra due ragazzi destinata, dopo la scuola, a percorrere strade diverse.
Lorenzo è l’unica persona di cui Lavinia si fida, tanto che sarà a lui che confesserà, un giorno, sia pure attraverso una lettera, gli abusi sessuali perpetrati dal padre.
Lavinia e Lorenzo si perdono di vista per molto tempo. Lorenzo prende la maturità, decide di non continuare più gli studi e di ritornare al suo paese d’origine, sulle Dolomiti, a Tai di Cadore.
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Inizia l’attività di scrittore di Lorenzo, invia a una casa editrice veneziana il suo primo manoscritto, Alter Ego. Il libro sarà pubblicato e riscuoterà quel successo generazionale che convincerà il suo autore a continuare la strada della scrittura.
Nel frattempo, il caso gli fa incontrare Lavinia. È totalmente cambiata adesso. Durante il giorno lavora come barista, la notte invece si prostituisce per potersi comprare l’eroina. È irriconoscibile. Ha i capelli rasati, le mancano denti, è magra in modo impressionante.
Lorenzo cerca di aiutarla ma invano. La perde nuovamente. Lavinia scompare per un lungo periodo senza dir nulla all’amico. Non si presenta più al lavoro, scappa via non lasciando alcuna traccia.
Lorenzo è distrutto. Decide di isolarsi sempre di più. Va a vivere quindi nella casa dei sassi dei nonni, sulle Dolomiti. Viaggia spesso per lavoro, presentazioni, fiere, musical, festival cui è di frequente invitato come autore del romanzo Alter Ego.
In uno di questi viaggi, su un regionale diretto a Milano, Lorenzo conosce Gioia. È una musicista che, quel giorno, si doveva presentare a un provino dove Lorenzo era stato invitato come membro della giuria. Tra Lorenzo e Gioia nasce una relazione sincera e matura, fatta di tante condivisioni. Una fra queste sarà sicuramente il lavoro. Lorenzo, infatti, scriverà le parole di una canzone che Gioia metterà in musica.
Gioia però sarà anche altro, un collante importante per il passato di Lorenzo, che si ripresenterà imprevedibile e brusco.
Grazie a Gioia, infatti, Lorenzo ritroverà, una seconda e ultima volta, Lavinia, quando oramai le speranze erano sfumate e la vita cominciava a offrire nuovi percorsi, migliori orizzonti.
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La scrittura di Vidotto è semplice, nel senso di lineare. Le frasi sono molto brevi, non superano intenzionalmente il rigo, un ordine, insomma, paratattico che rende spedita e fluida la lettura.
Per la prima foto, copyright: Pietro De Grandi.
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