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Memorie di un venditore di libri: intervista ad Antonio Franchini

Antonio Franchini“’e libri nun se vendono. Ma nun è che nun se vendono mo’. ’E libri nun se so’ venduti maie!”

Il venditore di libri è una figura sconosciuta al lettore, un operatore del settore editoriale che lavora nell’ombra. Il suo compito è simile a quello di un qualunque altro commerciante, se non fosse che il prodotto che vende è il libro, un oggetto che ha in sé il potere di incutere timore e creare fascinazione. Don Procolo, il protagonista di questo racconto di Antonio Franchini, è un venditore del Sud, disincantato, ammaliatore, talvolta cinico. Il suo intuito è infallibile, gli bastano pochi indizi per predire il successo o il fallimento di un'opera letteraria, con la conseguente fortuna o miseria del suo autore. Viaggiare nei ricordi di Don Procolo è un po’ come scendere lungo l’Italia, perdersi tra i paesi sulla costa, scoprire che c’è vita anche quando l’estate finisce, e che, proprio nei mesi vuoti di turisti, il venditore tesse la sua trama. I libri da vendere spesso li sceglie lui direttamente, perché i proprietari delle mercerie, degli empori e delle edicole che li metteranno in bella mostra non capiscono nulla di letteratura e non hanno alcuna dimestichezza con le parole scritte. Sullo sfondo ci sono due viaggi, a Vienna e Madrid, in compagnia di venditori e autori, tra cui il poeta Cattabiani. A lui Franchini affida la riflessione sul mondo della scrittura, sulle pulsioni che spingono una persona a scrivere, sul desiderio sempre più pressante di pubblicare, vendere, essere famosi. Davvero si scrive solo per avere successo? Cosa è cambiato nel corso del tempo, quali emozioni lottano nel cuore di uno scrittore?

Franchini non si lancia in giudizi perentori ma, come è nel suo stile, conduce il lettore a una riflessione profonda e struggente. La satira nasconde una dura verità che si lascia svelare con lentezza, come un’onda che arriva lunga a bagnare la spiaggia. Don Procolo è pretesto ed esempio, così come i suoi compagni di avventura. La lingua del Sud è vibrante e diretta, le descrizioni raggiungono i dettagli minori, che concorrono a rendere completo il racconto. Come spesso accade nella narrazione di Franchini, due poli si attraggono e si respingono. Da un lato le lunghe descrizioni dei luoghi, che sono pennellate calde e precise, dall’altro i pensieri dei protagonisti, in questo caso essenziali e taglienti. “Memorie di un venditore di libri” è stato scritto nel 2000 per la raccolta “Disertori” ed. Einaudi, e, leggendolo oggi, ci si meraviglia della sua straordinaria attualità, nonostante il mercato del libro abbia subito profondi cambiamenti in questi undici anni.

Don Procolo Falanga è un venditore di libri diretto, onesto, pragmatico e irriverente. Non ostenta mai la sua cultura, che pure è vasta. A tuo avviso la sua dote migliore, come venditore, è la capacità che lui ha di esplorare la mente dei suoi clienti?


La principale caratteristica di un buon venditore è sapersi rapportare al suo interlocutore. Se vuoi vendere un prodotto è fondamentale essere in grado di avere un rapporto umano con chi ti sta davanti. Ad esempio, se io insegno qualcosa a una persona, si presupporrebbe che io abbia un buon rapporto con questa persona, ma non è detto. Se invece devo venderle un prodotto avere un buon rapporto è indispensabile. Tra le varie categorie professionali direi che il venditore di libri è quello che comprende meglio il cliente. Ciò che maggiormente lo differenzia da qualsiasi altro commerciante è che lui incute soggezione, ciò che vende – il libro – è circondato da un’aura sacrale che lui ovviamente sfrutta.

Don Procolo è considerato, nella parte finale, un eroe indegno. Quali sono i vantaggi di non essere un eroe classico?


Don Procolo è un eroe indegno semplicemente perché l’eroe classico non esiste più e probabilmente gli eroi classici non sono mai davvero esistiti, se non nei poemi omerici. Da allora in poi sono tutti eroi non classici.

Memorie di un venditore di libriIl venditore di libri è una figura professionale poco nota. Leggendo il tuo racconto ho pensato che non ho ricordi di un simile commerciante al Nord. È un caso o il grosso del lavoro si svolge al Sud?


I venditori di libri operano in tutta Italia e dappertutto si trovano negozi "stagionali", al Sud come lungo le coste centrali del Tirreno o lungo tutto l'Adriatico. C’è da dire che oggi mercerie, edicole ed empori vanno scemando, sostituiti dalla grande distribuzione. Il mercato in questo senso è profondamente cambiato, le libreria a catena e la minor diffusione di piccole librerie indipendenti fanno sì che non ci sia più la necessità di avere punti di appoggio anche in altri esercizi. Il venditore di libri è comunque una figura professionale poco conosciuta, anche il lettore evoluto non contempla il fatto che il libro sia venduto come qualsiasi altra merce.

Il giro di vendite con Ferdinando, il vero Don Procolo, è riuscito a mitigare il ricordo negativo della costiera amalfitana che ti portavi dietro dalla giovinezza?


Direi che in quel viaggio ho visto un’altra costiera amalfitana, diversa dal luogo di villeggiatura e vita mondana che solitamente si conosce. Vedere che c’erano delle sacche di vita vera, degli angoli scuri, è stata una cosa sorprendente.

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