Martin Scorsese e Kenneth Branagh al lavoro sul Macbeth?
Dall'allestimento teatrale di Macbeth di Kenneth Branagh, Martin Scorsese potrebbe realizzare una nuova versione per il cinema. Per la verità si tratta di un progetto in divenire, di cui ancora si sa poco: è stato anche detto che Scorsese non girerà un vero e proprio adattamento cinematografico ma un documentario incentrato sul lavoro di Branagh che, ricordiamo, è stato rappresentato per la prima volta al Manchester International Festival, per poi approdare al Park Avenue Armory a New York, dove, tra il pubblico, era presente lo stesso Scorsese, che rimase impressionato dall'intensità della messa in scena, capace di coinvolgere il pubblico e farlo sentire parte dell'azione. In attesa di ulteriori sviluppi sulMacbeth di Scorsese – che, con tutta probabilità, dovrà attendere la fine delle riprese di Silence, nuovo film del cineasta –, potrebbe essere interessante fare un passo indietro, perché quest'opera del Bardo ha conosciuto alcune affascinanti rivisitazioni cinematografiche (certo numericamente inferiori a quelle dedicate al principe di Danimarca, Amleto), senza dimenticare la nota opera lirica musicata da Giuseppe Verdi, su libretto di Francesco Maria Piave.
Ma prima, la trama. Macbeth fu scritto dopo Othello e King Lear, e conclude la “fase tragica” di Shakespeare. Gran parte dell'azione si svolge di notte e si apre fra tuoni, lampi e l'apparizione di tre streghe. Il quel frangente Duncan, re di Scozia, viene avvertito che i suoi generali, Macbeth e Banquo, hanno sconfitto con valore il nemico Macdonwald. In seguito, le stesse streghe annunciano a Macbeth una serie di profezie, tra cui quella secondo la quale egli diverrà re. Così, convinto dalla moglie, Lady Macbeth, il protagonista uccide il re Duncan, diventando re di Scozia, ma da quel momento l'angoscia lo spingerà a compiere una serie di atroci delitti, tra cui l'omicidio di Banquo (che poi comparirà come spettro durante un banchetto), che le tre streghe avevano indicato come il «capostipite di una dinastia di re». Macbeth non riuscirà a sfuggire al suo destino: la moglie morirà, probabilmente suicida, dopo un'agonia popolata da «incubi pesanti che le tolgono il sonno», e, alla notizia del suicidio, seguirà il famoso monologo di Macbeth sulla vita («Via, consumati, corta candela!»). Alla fine, il re verrà ucciso dal nobile Macduff.
Come evidenziato da Paolo Bertinetti nell'introduzione all'opera, nell'edizione di Mondadori tradotta da Vittorio Gassman, la tragedia Macbeth è stata accostata a drammi storici come il Riccardo III, mentre il grande critico Giorgio Melchiori ha evidenziato la differenza di linguaggio tra i due generi, nel Macbeth «non quello della cronaca, ma quello della tragedia, inteso perciò ad assumere la “storia” come pretesto per l'esplorazione di problemi, atteggiamenti, valori universali». Il sangue è l'aspetto dominante nell'opera, tanto che lo stesso Macbeth afferma «tanto in là ho camminato nel sangue, che fermarmi e tornare sarebbe fatica più aspra che il procedere». Altro colore importante – con il rosso del sangue – è il nero della notte, già evocato in apertura, nella scena con le tre streghe.
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Definito dal critico teatrale Jan Kott «la tragedia dell'assassino», abbiamo già sottolineato come il Macbeth abbia ispirato numerosi film, a partire dalla versione di Orson Welles (1948), da lui diretta e interpretata. Si passa poi a Il trono di sangue (1957), originalissima rivisitazione della tragedia diAkira Kurosawa, ambientata nel Giappone del Medioevo (ricordiamo, inoltre, che nel 1985 Kurosawa ha diretto Ran, ispirato a un'altra opera di Shakespeare, King Lear: il film è stato candidato a quattro premi Oscar). Con un salto temporale di quindici anni (1971), arriviamo al Macbeth piuttosto cupo di Roman Polanski, primo film del regista girato dopo l'assassinio della moglie, Sharon Tate.
In tempi più recenti non è mancata nemmeno una rivisitazione dell'opera in chiave moderna: stiamo parlando di Macbeth – La tragedia dell'ambizione di Geoffrey Wright, ambientato in Australia, dove il protagonista è membro di una banda criminale implicata nel traffico di droga. Non dimentichiamo, inoltre, Uomini d'onore (1990), in cui William Reilly riscrive la sceneggiatura partendo dall'opera di Shakespeare, raccontando la storia di un sicario della mafia (John Turturro) che, convinto dalla moglie, uccide il suo boss, interpretato da Rod Steiger. Infine, appuntamento nelle sale a ottobre 2015 con il Macbeth di Justin Kurzel, presentato in concorso a Cannes 2015 e con protagonisti Michael Fassbender e Marion Cotillard.
Insomma, il Bardo non smette mai di ispirare, anche a quattrocento anni dalla morte (399 per l'esattezza). Non ci resta che attendere fiduciosi questa nuova e interessante collaborazione Scorsese-Branagh, curiosi anche di vedere in che modo il Macbeth verrà riproposto dai due.
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