“Luna di miele a Parigi” di Jojo Moyes
Chi mi conosce sa che non amo libri e film sentimentali e melensi, ma devo ammettere che ogni tanto leggere storie d’amore un po’ contorte può avere una certa funzione terapeutica e magari aiuta a smussare alcune spigolosità caratteriali. Tutto questo preambolo per parlarvi di Luna di miele a Parigi, il racconto di Jojo Moyes, uscito per Mondadori con la traduzione di M. C. Dallavalle, nonché prequel deLa ragazza che hai lasciato, che invece uscirà la prossima primavera in Italia sempre per la stessa casa editrice.
Luna di miele a Parigi è composto da un centinaio di pagine nelle quali si sviluppano due storie d’amore. Da una parte, nel 2002, troviamo una coppia di neosposini in viaggio di nozze a Parigi, composta da Liv e David. Dall’altra, sempre nella capitale, ma nel 1912, ci sono Sophie e Édouard, anche loro freschi di nozze. L’autrice dipana il racconto alternando la vita delle due coppie di sposi, dimostrando come, in entrambi i casi, le loro unioni coniugali si dimostrino da subito complicate e ben lontane dai sogni che le due giovani donne si erano immaginate. Liv Halston vede il marito David allontanarsi più volte da lei; la ragione, secondo il consorte, sarebbero gli importanti incontri di lavoro con i ricchi e potenti Goldstein. Liv comincia a sentire nel suo animo dolore e senso di sconfitta, uniti alla consapevolezza che la spettacolare luna di miele tutta relax, amore e gite turistiche che fantasticava è un mero e lontano miraggio.
Passando a Sophie, scopriamo che è una giovane donna di campagna appena approdata nella turbinante Parigi d’inizio ‘900. La città è frenetica, alla moda, e tutto questo insieme di luci, colori, rumori ha su Sophie una sorta di effetto calamita che raggiunge il suo climax con la travolgente passione per il fascinoso Édouard. Lui è un giovane ritrattista, molto discusso e affermato nella metropoli e, in particolare, è circondato dalle tante donne protagoniste dei suoi ritratti, una situazione che non tarderà a incrinare il legame con la giovane moglie. La pace tra le coppie durerà poco e anche se Liv e Sophie sono lontane nel tempo, la loro vicinanza è determinata dalle incomprensioni d’amore che vivono con i rispettivi partner. Liv vede poco il marito e comincia a credere che i fantomatici incontri di lavoro di David siano delle mere scuse per allontanarsi da lei e la ragazza sospetta dell’infedeltà del neosposo. Sophie ha un cuore puro e ama profondamente Édouard, ma le chiacchiere e i pettegolezzi sul fatto che le donne ritratte dal marito siano sue fugaci amanti destabilizzano in maniera schiacciante ogni certezza che la ragazza trapiantata in città ha nei confronti del consorte.
Il racconto della Moyes sembra permeato da una costante atmosfera pessimista e cupa che rende il vivere dei protagonisti conflittuale ma in realtà, procedendo nella storia, chi legge si imbatte in momenti di felicità che spianano la via alla risoluzione del dramma che inquieta i personaggi. Se devo essere sincera, tra le due coppie – Liv e David, Sophie e Édouard –, quella che mi ha attratto di più è quella del passato. Motivo? Trovo una maggiore definizione letteraria nella coppia del 1912, meglio connotata per mezzo dei dialoghi e delle azioni rispetto ai coniugi del presente. Inoltre, l’autrice ha scandagliato meglio i timori e le insicurezze presenti in Sophie, una ragazza spensierata che ama il marito con tutta se stessa ma, purtroppo, è il suo carattere puro e innocente che la induce a lasciarsi influenzare troppo dalle inutili dicerie di Madame Le Comte, una pettegola d.o.c., sempre pronta a seminare zizzania.
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Luna di miele a Parigi presenta al lettore due storie d’amore parallele che condividono, oltre alla schermaglie sentimentali dovute alla gelosia, la scenografica città di Parigi. Una metropoli che, in barba alla sistemazione temporale, dimostra di mantenere sempre vivo il suo fascino e di celare in sé una sorta di magico fluido che permetterà all’amore di trionfare, come sempre. A dire il vero nella storia c’è un altro elemento che unisce la coppia Liv-David a quellaSophie-Édouard, ed è un ritratto intitolato Moglie con la luna storta, dipinto nel 1912. Un dipinto semplice e sincero che nelle sua essenzialità racchiude i sentimenti di una giovane donna tormentata dal dubbio.
Luna di miele di Jojo Moyes è un racconto fluido, una piacevole lettura nella quale si conferma la capacità dell’autrice di Io prima di te di saper raccontare in modo semplice, ma con un impianto narrativo ben costruito e coinvolgente, i sentimenti che si nascondono dentro al cuore di ogni persona. Sono consapevole che per alcuni lettori questo racconto sembrerà una storia già nota, dove cambiano i nomi dei personaggi e la sostanza rimane sempre la stessa (scaramucce amorose comprese), ma la Moyes è abile e delicata nel descrivere le situazioni della vita, creando nei confronti del quartetto Liv-David e Sophie-Édouard quella vivace curiosità che spingerà i suoi fan, e non solo, alla lettura del prossimo romanzo: La ragazza che hai lasciato.
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