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Libri sull’Olocausto, le nostre proposte per non dimenticare

Museo ebraicoScegliere dieci libri rappresentativi sull’Olocausto non è un’operazione semplice, perché ci si trova a dover scartare non solo saggi e studi su uno dei momenti che più hanno segnato la storia dell’uomo, ma pure testimonianze dirette che sono degne di esser lette quanto quelle che qui vi abbiamo proposto (proprio per questo motivo, abbiamo cercato di suggerirvi più autobiografie possibili, perché è solo così che si può immaginare almeno lontanamente il dolore delle vittime).

L’obiettivo di questo elenco di libri sull’Olocausto è anche quello di fornire approfondimenti storico-giornalistici sui campi di concentramento e sulla vita nei lager, che partono comunque – e come è giusto che sia – da un dialogo con i testimoni (si pensi, per esempio, al libro Eravamo bambini di Kacer Kathy e McKay Sharon E.). Abbiamo dato spazio ai classici sull’Olocausto – qui vi segnaliamo anche il bellissimo diario di Anna Frank – e pure a libri non molto noti, che, però, vale senz’altro la pena leggere:

  • Auschwitz. Ero il numero 220543, Avey Denis e Broomby Rob (Newton Compton): il soldato britannico Denis Avey viene catturato dai tedeschi dopo la battaglia nel Nord Africa; nei campi di concentramento consegna la sua uniforme inglese a un prigioniero, scegliendo di entrare nel lager di Auschwitz, quindi, per dare testimonianza. Una storia resa pubblica da Rob Broomby, che ha collaborato alla stesura del libro, solo nel novembre 2009.
  • Eichmann o La banalità del male, Hannah Arendt (Giuntina): perché il male è "banale"? E cosa si nasconde dietro alle orribili gesta di Adolf Eichmann? Un saggio che ha fatto molto discutere e che, partendo dalla figura di un criminale nazista processato a Gerusalemme, scava nelle profondità e nelle complessità dell’animo umano.
  • Eravamo bambini, Kacer Kathy e McKay Sharon E. (Elliot Edizioni): un lavoro di meticolosa e sentita ricostruzione della barbarie nazista. Cosa ricordano e portano con sé gli adulti di oggi? Come hanno reagito i bambini che hanno vissuto la tragedia dei lager e quale vita hanno vissuto dopo la liberazione? Voglia di vivere o peso per essere sopravvissuti al posto dei compagni?
  • Io sono l'ultimo ebreo, Chil Rajchman (Bompiani): chi ha vissuto l'inferno può concepire e creare l'inferno. Una testimonianza che non sarà mai compresa fino in fondo, perché la verità – purtroppo – appartiene ai morti.
  • La tregua, Primo Levi (Einaudi): il viaggio verso la libertà ritrovata dopo la liberazione, in un romanzo che rievoca un passato incancellabile, guardando con speranza e timore verso il futuro. L'umanità ritrovata dopo la miseria: è forse il libro più bello di Primo Levi.

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  • Le donne e l'Olocausto, Lucille Eichengreen (Marsilio): un memoriale approfondito e straziante sull'esperienza femminile nei campi nazisti.
  • Per questo ho vissuto. La mia vita ad Auschwitz-Birkenau e altri esili, Sami Modiano (Rizzoli): nato a Rodi, Sami viene deportato all'età di tredici anni nell'inferno di Auschwitz-Birkenau e lì perde tutto. Una testimonianza ricca di addii e partenze, alla continua ricerca delle proprie origini.
  • Se questo è un uomo, Primo Levi (Einaudi): questo libro non è un'operazione letteraria, ma la più bella e toccante testimonianza di un mondo di uomini – come scrive più volte Levi – ridotti a bestie.
  • Tanti Olocausti. La deportazione e l'internamento nei campi nazisti, Claudio Vercelli (Giuntina): omosessuali, zingari e oppositori politici hanno vissuto in prima persona l'orrore dei campi di concentramento. Uno studio approfondito di un mondo – quello dei lager – che ha macchiato la civiltà occidentale e in cui hanno perso la vista non solo gli ebrei.
  • Tutti i fiumi vanno al mare, Elie Wiesel (Bompiani): lo scrittore ebreo di lingua francese a sessantacinque anni ha avuto la forza di narrare gli orrori vissuti ad Auschwitz e Buchenwald, campi di concentramento in cui era stato internato e perse il padre, la madre e la sorella, le cui presenze aleggiano dall’inizio alla fine in tutto il libro.

Quali sono, invece, i vostri libri sull’Olocausto e come cambiereste questo elenco?

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