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Lewis Carroll tra senso e nonsenso

Lewis CarrollIl Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll era il continuo dimenarsi fra senso e nonsenso. Il continuo gioco linguistico e logico, il continuo rimando tra realtà, finzione e parola. Ne è prova l’escalation di pubblicazioni che ne hanno segnato la carriera: da Alice nel paese delle meraviglie (1865), arabesco allo stato puro, per passare a Attraverso lo specchio e quello che Alice vi trovò (1871), gioco più controllato e per certi versi più sofisticato, fino ad arrivare a La logica simbolica (1894), trattato di logica, per l’appunto, in cui il tono da manuale viene sacrificato per i continui giochi linguistici a cui Carroll non poteva mai rinunciare. Ed è proprio da quest’ultimo trattato che la traduzione che segue è stata tratta. Sillogismi più o meno complicati, che seppur mantengano una rigorosità logica inconfutabile, cascano inevitabilmente nel paradosso di senso, nel nonsenso. Un’ennesima riprova dell’importanza e del potere che Carroll dava alle parole: capaci di creare mondi e avventure immaginarie, capaci di trasmettere idee e ironia, ma completamente ripiegate su se stesse in quanto a senso e tangibilità.

***

1.      I bambini non sono logici;

2.      Chiunque sappia gestire un coccodrillo non è disprezzato;

3.      Chi non sia logico è disprezzato.

Risposta: I bambini non sanno gestire i coccodrilli.

 

1.      Non ci sono ebrei in cucina;

2.      Nessun gentile dice «shpoony»;

3.      I miei domestici sono tutti in cucina.

Risposta: I miei domestici non dicono mai «shpoony».

 

1.      Nessun’anatra balla il walzer;

2.      Nessun ufficiale rifiuta di ballare il walzer;

3.      Il mio pollame è composto da anatre.

Risposta: Il mio pollame non è composto da ufficiali.

 

1.      Chi non sia ben istruito non comprende il «Times»;

2.      Nessun riccio può leggere;

3.      Chi non sa leggere non è ben istruito.

Risposta: Nessun riccio legge il «Times».

 

1.      Tutti i Membri del Parlamento che appartengono alla Camera dei Comuni hanno perfetto autocontrollo;

2.      Nessun Membro del Parlamento che indossa una coroncina dovrebbe gareggiare in una corsa d’asini;

3.      Tutti i Membri del Parlamento che appartengono alla Camera dei Lord indossano delle coroncine.

Risposta: Nessun Membro del Parlamento dovrebbe gareggiare in una corsa d’asini a meno che non abbia perfetto autocontrollo.

 

1.      Chi apprezzi davvero Beethoven non manca mai nel rimanere in silenzio quando la Sonata al chiaro di luna viene eseguita;

2.      I porcellini d’India sono incurabilmente ignoranti in fatto di musica;

3.      Chi sia incurabilmente ignorante in fatto di musica non rimane mai in silenzio quando la Sonata al chiaro di luna viene eseguita.

Risposta: I porcellini d’India non apprezzano mai davvero Beethoven.

 

1.      Una poesia che sia interessante non è mai impopolare tra le persone di buon gusto;

2.      Non c’è nulla nella poesia contemporanea che non sia libero da affettazione;

3.      Tutte le tue poesie possono essere bolle di sapone;

4.      Le poesie affettate non sono popolari tra le persone di buon gusto;

5.      Le poesie del passato non sono bolle di sapone.

Risposta: Tutte le tue poesie non sono interessanti.

Alice nel Paese delle meraviglie

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1.      Non mi permetto di aprire alcuna scatola in mio possesso in questa stanza;

2.      Il mio scrittoio è di palissandro;

3.      Tutte le mie scatole sono dipinte, tranne quelle in questa stanza;

4.      Non mi permetto di aprire alcuna scatola a meno che non sia piena di scorpioni vivi;

5.      Tutte le mie scatole di palissandro non sono dipinte.

Risposta: Il mio scrittoio è pieno di scorpioni vivi.

 

1.      Tutti gli scrittori che comprendono la natura umana sono intelligenti;

2.      Non si è un vero poeta a meno che non si sappia infiammare il cuore degli uomini;

3.      Shakespeare scrisse l’Amleto;

4.      Solo chi comprende la natura umana può infiammare il cuore degli uomini;

5.      Solo un vero poeta può aver scritto l’Amleto.

Risposta: Shakespeare era intelligente.

 

1.      Gli animali che non calciano non sono sempre eccitabili;

2.      Gli asini non hanno le corna;

3.      Un bufalo è sempre capace di scagliare una persona al di là di una cancellata;

4.      Nessun animale che calcia è facile da ingoiare;

5.      Nessun animale senza corna può scagliare una persona al di là di una cancellata;

6.      Tutti gli animali sono eccitabili, tranne i bufali.

Risposta: Gli asini non sono semplici da ingoiare.

Alice nel Paese delle meraviglie

 

1.      Gli animali rimangono sempre mortalmente offesi se manco nel notarli;

2.      Gli unici animali che mi appartengono sono in quel campo;

3.      Nessun animale può comprendere un indovinello, a mano che non sia stato istruito in una scuola;

4.      Nessuno degli animali in quel campo è un tasso;

5.      Quando un animale è mortalmente offeso mugugna e si agita in maniera selvaggia;

6.      Non ho mai notato alcun animale che non mi appartenga;

7.      Nessun animale che sia stato educato in una scuola come si conviene mugugna e si agita selvaggiamente.

Risposta: Nessun tasso può rispondere a un indovinello.

 

1.      Gli unici animali in questa casa sono gatti;

2.      Qualsiasi animale può essere un animale domestico se ama guardare la luna;

3.      Quando detesto un animale lo evito;

4.      Nessun animale è carnivoro, a meno che non si aggiri furtivamente di notte;

5.      Nessun gatto fallisce nell’uccidere un topolino;

6.      Nessun animale si è mai affezionato a me, tranne quelli che sono in questa casa;

7.      I canguri non possono essere animali domestici;

8.      Solo i carnivori uccidono i topolini;

9.      Detesto gli animali che non si affezionano a me;

10.  Gli animali che si aggirano furtivi di notte amano sempre guardare la luna.

Risposta: Cerco sempre di evitare un canguro.

***

«Preoccupati del significato, che i suoni si sistemeranno da soli», si afferma nel Paese delle meraviglie. Eppure qui Carroll mostra ancora una volta la contraddizione, la completa imperfezione delle parole, che tuttavia, nel loro universo, regolano indiscutibilmente la comunicazione. La perfezione linguistica nel paradosso è – forse – proprio quello che caratterizza la letteratura. Un continuo rimbalzare fra senso e nonsenso. Carroll docet.

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