Leggere ai bambini aiuta il loro sviluppo cognitivo
Lo sviluppo cognitivo dei bambini in età prescolare è influenzato dal tempo passato con loro a leggere? Ebbene sì! Dai tempi dei tempi, i genitori leggono ai propri figli la fiaba della buona notte. Quella che può sembrare un’abitudine quasi banale ha, invece, dei risvolti importantissimi sullo sviluppo intellettivo.
Nel 2015, al congresso annuale delle Società Accademiche Pediatriche svoltosi a San Diego, è stato presentato l’interessante studio del dottor John Hutton del Centro medico ospedaliero pediatrico di Cincinnati: questo studio ha evidenziato le differenze di attività nelle parti del cervello che si occupano del linguaggio tra gruppi con “esposizione differente alla lettura”, e lo ha fatto, per la prima volta, attraverso la raccolta di immagini tramite Risonanza Magnetica Funzionale. Oggetto dello studio, 19 bambini tra i tre e i cinque anni provenienti, per il 37%, da famiglie a basso reddito. I genitori hanno compilato un questionario sulle abitudini di lettura, sulla possibilità dei loro figli di accedere ai libri, sulle interazioni familiari (quanto tempo la famiglia dedica a parlare, giocare, leggere assieme). La risonanza magnetica funzionale (fMRI) ha messo in evidenza l’attività cerebrale durante l’ascolto di storie attraverso delle cuffie.
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Le aree cerebrali che supportano l’immaginario hanno mostrato un’attivazione particolarmente forte, suggerendo che la visualizzazione mentale gioca un ruolo chiave nella comprensione narrativa e nella lettura, consentendo di “vedere” la storia. I risultati hanno mostrato, inoltre, che una maggiore esposizione alla lettura a casa è fortemente associata all’attivazione delle specifiche aree del cervello che supportano l’elaborazione semantica (l’estrazione del significato dal linguaggio). Queste aree sono fondamentali per lo sviluppo del linguaggio parlato e, in seguito, della capacità di lettura (la cosiddetta reading readiness).
«Siamo entusiasti di mostrare, per la prima volta, che l’esposizione alla lettura durante la fase critica dello sviluppo prima dell’asilo, sembra avere un impatto significativo e misurabile su come il cervello di un bambino elabora storie, e può aiutare a prevedere il successo nella lettura», ha detto il dottor Hutton; un medico che si dedica con passione a questo tipo di ricerca, grazie anche al suo particolare background: oltre a essere laureato in medicina, infatti, ha un’esperienza pluriennale come venditore e autore di libri per bambini. Hutton ha proseguito il suo studio pubblicando, a dicembre 2017, altri risultati molto interessanti: i benefici sono maggiori quando un libro illustrato viene letto assieme a una mamma non distratta da altro come, ad esempio, uno smartphone o una casa particolarmente rumorosa.
È ormai appurato che leggere fa bene a tutti, grandi e piccini (qui potrete farvi un’idea di quanto tempo sarebbe bene dedicare alla lettura); ma l’obiettivo principale di molti neuroscienziati, al giorno d’oggi, è quello di porre l’accento sull’importanza della lettura condivisa e delle attività che impegnano genitori e figli per uno sviluppo cognitivo e socio-emotivo sano, specialmente nelle popolazioni svantaggiate; si vuole, insomma, capire meglio come migliorare gli ambienti e gli interventi nelle fasi iniziali di vita, fasi in cui la nostra mente è malleabile e particolarmente ricettiva a ogni stimolo.
Al di fuori dell’Italia ci sono molti progetti per la promozione della lettura: ROR (Reach out and Read) negli USA e BookStart in Gran Bretagna, per citarne alcuni; ma anche qui da noi si cominciano a vedere iniziative molto interessanti. Un esempio è “Nati per leggere”, progetto tramite il quale le varie istituzioni italiane (assieme all’Associazione Culturale Pediatri, l’Associazione Italiana Biblioteche e il Centro per la Salute del Bambino) propongono attività di lettura alle famiglie con figli fino ai sei anni di età.
Altra iniziativa molto interessante e all’avanguardia è quella promossa dalla dottoressa Laura Iuvone, neuropsichiatra infantile del Centro “S. Maria della Pace” della Fondazione Don Gnocchi, a Roma. Questo progetto, attivo dal 2015, è rivolto alle famiglie con bambini affetti da disabilità intellettive: se un bambino è autistico o soffre di disordini dello sviluppo, «i genitori sono concentrati sugli aspetti sanitari, sulla riabilitazione, le difficoltà dell’inserimento scolastico – dice la dottoressa Iuvone – hanno meno tempo, meno voglia e meno occasioni per accoccolarsi accanto al bambino e leggergli a voce alta una storia. Questa, però, è un’esperienza importantissima per la relazione affettiva e per lo sviluppo linguaggio». Così, è nata l’idea di creare le condizioni per aiutare i genitori a fare questa esperienza insieme ai loro figli. Un sabato mattina al mese, grazie anche agli esperti delle Biblioteche di Roma, hanno luogo dei gruppi di lettura, con l’unico scopo di sensibilizzare i genitori a questa importante attività e migliorare la qualità di vita dei loro figli.
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In Italia, sono tantissime le case editrici che si dedicano alla letteratura per l’infanzia, quindi non sarà difficile trovare il libro più adatto ai gusti di vostro figlio, alle sue preferenze. Dai libri illustrati a quelli con i pop-up, dai volumi di fiabe alle storie dei personaggi dei loro cartoni preferiti. Avrete solo l’imbarazzo della scelta: leggere ai bambini, e con loro, aiuta lo sviluppo cognitivo e li renderà persone migliori.
Per le foto, copyright in ordine di inserimento: Picsea, Ben White e Josh Applegate.
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