Le ultime parole di 7 scrittori russi
È stato Lev Tolstoj a scrivere nel suo diario: «La parola di una persona in fin di vita è particolarmente significativa».
Ed è con questo spirito che, grazie a «Russia Beyond the Headlines», oggi vi proponiamo le ultime parole di sette scrittori russi così come pronunciate negli ultimi momenti della loro esistenza terrena.
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1. «Amo la verità»
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All’età di 83 anni, Lev Tolstoj fuggì nella sua tenuta a Jàsnaja Poljàna, a 200 Km da Mosca. Accompagnato da sua figlia e da un medico, viaggiò in una carrozza ferroviaria di terza classe. Durante il viaggio prese un brutto raffreddore,che virò in polmonite. Già delirante, lo scrittore disse: «Amo la verità».
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2. «Una certa farfalla è già in volo»
Il Premio Nobel per la Letteratura Vladimir Nabokov s’interessò a lungo di entomologia ed era un accanito collezionista di farfalle. Il figlio Dmitrij racconta che quando stava dicendo addio al padre, gli occhi del moribondo si riempirono improvvisamente di lacrime: «Gli ho chiesto perché. E lui mi disse che una certa farfalla era già in volo…».
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3. «Sto morendo. È passato così tanto tempo dall’ultima volta che ho bevuto champagne!»
Lo scrittore e medico Anton Čechov morì di tubercolosi a Badenweiler, località turistica della Germania. Secondo una vecchia tradizione tedesca, il dottore che diagnostica una malattia mortale a un paziente lo tratta con lo champagne. Le ultime parole di Čechov erano rivolte al medico.
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4. «La Russia mi ha mangiato come uno stupido maiale mangia il suo porcellino»
Il poeta simbolista Alexander Blok si ammalò gravemente nella primavera del 1921. La malattia fu causata dalla fame durante la guerra civile, da un esaurimento nervoso e dal fatto che l’intellighenzia russa non accolse con positività il suo poema rivoluzionario I Dodici. Lo scrittore Maksim Gor'kij, il Commissario del Popolo Anatolij Lunačarskij e altri amici del poeta provarono a ottenere un permesso per farlo curare all’estero, ma il Politburo del Partito bolscevico lo impedì. Blok morì lo stesso giorno in cui gli fu rilasciato un passaporto con il relativo permesso di viaggio.
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5. «Ti ho amata e non ti ho tradito una sola volta, nemmeno nei miei pensieri»
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Queste sono state le ultime parole che lo scrittore Fëdor Dostoevskij rivolse a sua moglie Anna.
Nell’arco del loro matrimonio, la coppia visse separata soltanto per un paio di giorni. Anna non fu solo la moglie dello scrittore, ma anche l'assistente. Copiò i suoi manoscritti, si occupò dei rapporti con editori e tipografi e aiutò il marito a vincere il vizio del gioco.
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6. «Non sparerò a questo sciocco»
Durante il duello tra il poeta Michail Lermontov e Nikolaij Martijnov, nessuno dei due sparò dopo l’usuale conteggio dei passi, così Martijnov gridò: «Spara, o finirò io questo duello». Lermontov con molta calma rispose: «Non sparerò a questo sciocco». Tali parole infastidirono Martijnov che premette il grilletto prima di correre dal poeta e dire: «Misha, perdonami!». Ma Lermontov era già morto.
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7. «Portami la scala»
L’immagine di una scala è uno dei principali misteri dello scrittore Nikolaj Gogol'. Da piccolo, sua madre era solita raccontargli una storia a proposito di una scala che portava le anime della gente fino in Paradiso. Anche se in diverse varianti, quest’immagine è presente in molte opere di Gogol’.
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Secondo alcuni testimoni presenti sul luogo, le ultime parole dello scrittore furono: «La scala, presto, portami la scala».
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