Le scuole inglesi importano il metodo Montessori
Il metodo Montessori sarà esportato nelle scuole inglesi? Sembrerebbe proprio di sì.
Il comune marchigiano di Chiaravalle, luogo che ha dato i natali alla celebre pedagogista, sta concordando con l'Inghilterra un progetto di formazione al metodo montessoriano per gli insegnanti inglesi.
Il consigliere regionale Enzo Giancarli, in un'intervista alla «AgenziaDIRE», dibatte sulla necessità di approvare una legge regionale per promuovere la conoscenza del metodo educativo Montessori.
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Il metodo Montessori
«Non mi stupisce che da più parti del mondo continuino a giungere consensi per quello che, a mio avviso, è uno dei metodi educativi più validi», afferma Giancarli parlando della regola definita dalla Carta nazionale del Nido Montessori. Nel lasso temporale che va dagli 0 ai 3 anni di vita, il bambino incarna i caratteri della nostra specie, in particolare quelli del movimento, del linguaggio e del pensiero. Tutto ciò è il risultato esclusivo della sua attività, del suo lavoro psichico e delle sue direttive biologiche. L'educatore montessoriano non si pone perciò nei confronti del bambino piccolo come maestro e padagogo perché sa di non poter determinare e neppure indirizzare il processo che non bisogna considerare di sviluppo «ma di creazione, la quale parte da zero. Il meraviglioso passo compiuto dal bambino è quello che lo conduce dal nulla a qualche cosa, ed è difficile per la nostra mente afferrare questa meraviglia».
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La diffusione del metodo montessoriano
Stando ai risultati di un'indagine svolta da «Linkiesta», il metodo Montessori è applicato nel mondo in oltre 22.000 scuole, di cui 5.000 negli USA e 1.200 in Germania. Con la possibilità di estendere tali cifra a 66.400 se si includono anche le scuole “a indirizzo montessoriano”, diffuse dall'Arabia Saudita alla Cambogia.
In Italia gli istituti che si ispirano alla regola di Maria Montessori sono poco più di 150 e, ora che anche le scuole inglesi mostrano il loro interesse verso il metodo della pedagogista marchigiana, appare un numero ancora più irrisorio.
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L'efficacia del metodo Montessori
In un articolo apparso sul «Wall Street Journal» Peter Sims sottolinea come i fondatori di Google, Larry Page e Sergei Brin, l'ideatore di Amazon Jeff Bezoz, il fondatore di Wikipedia Jimmy Wales e il pioniere dei videogiochi Will Wright abbiano in comune l'aver frequentato, nell'infanzia, scuole che utilizzavano il metodo Montessori, che incentiva un ambiente collaborativo senza voti ed esami, con classi di diverse età, apprendimento e nuove scoperte in autonomia per tutto il tempo.
La rivista «Science» pubblica, nel 2006, i risultati di una ricerca condotta confrontando l'apprendimento e il comportamento dei bambini di 5 anni che frequentavano una scuola montessoriana di Milwaukee e altri, iscritti invece in istituti che adottavano metodi “tradizionali”.
«Gli studenti montessoriani si sono dimostrati più preparati per affrontare la scuola elementare nella lettura e in matematica rispetto agli alunni non montessoriani. Si sono anche dimostrati migliori in alcune “funzioni esecutive”, nella capacità di adattarsi ai problemi in evoluzione e complessi, un indicatore di un probabile successo nella scuola e nella vita».
Alla luce di quanto emerso dagli studi americani e in virtù del fatto che la formazione del personale impegnato nelle attività educative e scolastiche è finalità istituzionale preminente dell'Opera Nazionale Montessori, il che lascia supporre la piena apertura alla massima diffusione del metodo, davvero non si comprende perché, all'interno del panorama scolastico italiano di istruzione e formazione, la regola montessoriana sia del tutto marginale. Sarebbe auspicabile invece che fosse lo stesso Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca ad avviare un progetto di formazione al metodo di Maria Montessori dell'intero corpo docente italiano come quello appena intrapreso dalle scuole inglesi.
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